Australopithecus: differenze tra le versioni

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Nel [[1959]], nella [[gola di Olduvai]] ([[Tanzania]]), [[Mary Leakey]] riportò alla luce un [[cranio]] di una nuova specie, battezzata ''[[Australopithecus boisei]]'': continuando a scavare, negli anni successivi vennero rinvenuti nello stesso sito altri australopitecidi, così come esemplari di ''[[Homo habilis]]'' ed ''[[Homo erectus]]''<ref>{{Cita libro|titolo= Human Evolution: An Illustrated Introduction| autore=Lewin, R. | capitolo=The Australopithecines | anno=1999 | editore= Blackwell Science | città = | pagine=113}}</ref>.
 
Tra i ritrovamenti più importanti si annovera quello dell 24 novembre 1974 ad [[Hadar (Etiopia)|Hadar]], nel [[triangolo di Afar]] in [[Etiopia]], dove i paleontologi Yves Coppens, Donald Johanson, Maurice Taïeb e Tom Gray rinvennero i resti di un esemplare femmina di [[Australopithecus afarensis]] dell'età apparente di 18 anni di una nuova specie, vissuta circa 3,2 milioni di anni fa ([[Piacenziano]]). La specie fu chiamata [[Australopithecus afarensis]] e il fossilechiamarono [[Lucy (australopiteco)|Lucy]], in onore della canzone ''[[Lucy in the Sky with Diamonds]]'' dei [[Beatles]], mentre in amarico è nota come Dinqinesh, che significa "Tu sei meravigliosa". Il suo nome in codice è A.L. 288 (Afar Locality n° 288). I resti comprendevano circa il 40% dello scheletro (52 ossa). Particolarmente importanti l'osso pelvico, il femore e la tibia, perché la loro forma lascia pensare che questa specie fosse già bipede.
 
Successivamente i ricercatori hanno scoperto altre specie di australopitecidi, che hanno contribuito a fare maggiore chiarezza sull'esatto periodo durante il quale i membri di questo genere sono vissuti: ad esempio, il ritrovamento dei resti di ''[[Australopithecus sediba]]'', risalenti a 1,9 milioni di anni fa (si pensava che gli australopitecidi si fossero estinti prima di 2 milioni di anni fa) in Sudafrica ha dimostrato che questi ominidi sono vissuti per molto tempo dopo la loro presunta scomparsa, convivendo fra loro e anche con alcune specie del genere ''Homo''<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Berger |nome=L. R. |cognome2=de Ruiter |nome2=D. J. |cognome3=Churchill |nome3=S. E. |cognome4=Schmid |nome4=P. |cognome5=Carlson |nome5=K. J. |cognome6=Dirks |nome6=P. H. G. M. |cognome7=Kibii |nome7=J. M. |anno=2010 |titolo=''Australopithecus sediba'': A New Species of ''Homo''-Like Australopith from South Africa |rivista=[[Science (journal)|Science]] |volume=328 |numero=5975 |pp=195–204 |doi=10.1126/science.1184944 }}</ref>.
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Il fatto che gli australopitechi fossero fondamentalmente degli scimpanzé bipedi significa che l'evoluzione di un'andatura bipede non è stata influenzata in modo significativo dall'aumento in capacità della [[scatola cranica]] e quindi dall'accrescimento dell'[[intelligenza]], come veniva invece propugnato fino a tempi recenti da numerosi studiosi<ref>Kivell TL, Schmitt D. (2009). [http://doai.io/10.1073/pnas.0901280106 Independent evolution of knuckle-walking in African apes shows that humans did not evolve from a knuckle-walking ancestor]. Proc Natl Acad Sci U S A. Aug 25;106(34): 14241-6. PMID 19667206 {{doi|10.1073/pnas.0901280106}}</ref>. Tale ipotesi era stata fra l'altro già messa in discussione dal ritrovamento di ''[[Orrorin tugenensis]]'', primate bipede vissuto circa 6 milioni di anni fa.
 
La spiegazione più accreditata sull'acquisizione di un'andatura bipede indica questa caratteristica come un adattamento all'avanzata della [[savana]] in seguito ai cambiamenti climatici che interessarono l'[[Africa]] centro-orientale attorno ai 10 milioni di anni fa: l'andatura eretta consentiva agli australopitechi di ergersi al di sopra dell'erba alta ed osservare agevolmente i dintorni, individuando fonti di cibo o di pericolo<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Lovejoy, C.O. |titolo=Evolution of Human walking |rivista=Scientific American. |volume=259 |numero=5 |pp=82–89 |anno=1988}}</ref>. Alcuni studiosi hanno però osservato che per gli ominidi primitivi sarebbe stato molto difficile, se non impossibile, sostenere un cambiamento così veloce nel tempo (in termini evolutivi) sia a livello morfologico (acquisizione di un'andatura bipede, con annessi cambiamenti a livello osteo-muscolare) che a livello comportamentale (migrazione dalla foresta pluviale alla savana semiarida). Si pensa perciò che l'andatura bipede fosse già in fase di acquisizione quando la savana lambì le aree dove vivevano i progenitori degli australopitechi<ref>Richmond BG, Begun DR, Strait DS. (2001). Origin of human bipedalism: The knuckle-walking hypothesis revisited. Am J Phys Anthropol. Suppl 33:70-105. PMID 11786992</ref>: osservando due specie di scimmie antropomorfe attuali, come l'[[orango]] e lo [[scimpanzé]], si nota infatti che il primo tende letteralmente a camminare orizzontalmente fra i rami, muovendosi su di essi con le sole zampe posteriori e mantenendosi alle liane ed ai rami verticali con le braccia, mentre il secondo si arrampica verticalmente abbracciando il ramo e puntellandosi con le zampe posteriori. Si può quindi pensare che nei primi australopitechi la forte muscolatura delle gambe fosse evoluta come adattamento al movimento orizzontale sui rami della volta arborea (attività che non richiede certo un'intelligenza elevata) e che in un secondo momento essa sia tornata assai utile per muoversi al suolo nelle sterminate pianure africane<ref>Thorpe SK, Holder RL, Crompton RH. (2007). Origin of human bipedalism as an adaptation for locomotion on flexible branches. Science. 316(5829): 1328-31. PMID 17540902</ref>.
 
Alcuni studiosi hanno però osservato che per gli ominidi primitivi sarebbe stato molto difficile, se non impossibile, sostenere un cambiamento così veloce nel tempo (in termini evolutivi) sia a livello morfologico (acquisizione di un'andatura bipede, con annessi cambiamenti a livello osteo-muscolare) che a livello comportamentale (migrazione dalla foresta pluviale alla savana semiarida). Si pensa perciò che l'andatura bipede fosse già in fase di acquisizione quando la savana lambì le aree dove vivevano i progenitori degli australopitechi<ref>Richmond BG, Begun DR, Strait DS. (2001). Origin of human bipedalism: The knuckle-walking hypothesis revisited. Am J Phys Anthropol. Suppl 33:70-105. PMID 11786992</ref>: osservando due specie di scimmie antropomorfe attuali, come l'[[orango]] e lo [[scimpanzé]], si nota infatti che il primo tende letteralmente a camminare orizzontalmente fra i rami, muovendosi su di essi con le sole zampe posteriori e mantenendosi alle liane ed ai rami verticali con le braccia, mentre il secondo si arrampica verticalmente abbracciando il ramo e puntellandosi con le zampe posteriori. Si può quindi pensare che nei primi australopitechi la forte muscolatura delle gambe fosse evoluta come adattamento al movimento orizzontale sui rami della volta arborea (attività che non richiede certo un'intelligenza elevata) e che in un secondo momento essa sia tornata assai utile per muoversi al suolo nelle sterminate pianure africane<ref>Thorpe SK, Holder RL, Crompton RH. (2007). Origin of human bipedalism as an adaptation for locomotion on flexible branches. Science. 316(5829): 1328-31. PMID 17540902</ref>.
 
==Nella cultura di massa==