Maxim Jacobsen: differenze tra le versioni
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Trasferitosi a Berlino, Jacobsen insegnò a un gran numero di studenti privati e diresse una sezione del [[Conservatorio Stern]]<ref>Lettera di Maxim Jacobsen alla casa editrice A. J. Benjamin Verlag datata 22 settembre 1931. Vedi Sächsisches Staatsarchiv Leipzig 21064, 682</ref>. Si sposò nell’estate del 1919.
All’inizio degli anni ‘30 aumentò la discriminazione degli ebrei, e Jacobsen, fu costretto ad emigrare dalla Germania. Andò in Italia dove ricevette da Mussolini il permesso speciale di aprire una scuola di musica a Milano, la "Scuola Superiore di Musica". Tra i tanti allievi, Jacobsen divenne anche l’insegnante di violino del Duce.
Quando la discriminazione razziale aumentò anche in Italia, Jacobsen dovette abbandonare la sua scuola e si trasferì a Bruxelles. Divenne l'insegnante di violino della regina Elisabetta del Belgio. La regina prendeva due ore di lezioni al giorno e anche i giovani principi divennero suoi allievi. Quando i tedeschi invasero il Belgio, lei gli consigliò di fuggire. Ancora una volta Jacobsen dovette rinunciare a tutto. Dotato di documenti, fuggì nel sud della Francia, dove fu internato. Il suo passaporto lettone non poté essere
In Portogallo lavorò nell’orchestra dell’emittente radiofonica Emissora Nacional. Trascorse diversi mesi all’anno a Londra in qualità di insegnante. In Portogallo sposò una farmacista vedova. Jacobsen tenne corsi di perfezionamento anche in Nuova Zelanda. Fino all’età di 86 anni Maxim Jacobsen fu in grado di provvedere a se stesso, anche se ebbe l’opportunità di ricevere una pensione. Come “caso in difficoltà” riscosse una piccola pensione dalla Germania.
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