Cimitero monumentale di Milano: differenze tra le versioni

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I [[Cinque giornate di Milano|fatti politici dell'anno seguente]], il 1848, portarono a un ulteriore stallo della questione ma non della lotta fra il progetto del Sidoli e quello dell'Aluisetti: nel 1855, infatti, con Milano nuovamente sotto l'amministrazione asburgica, la congregazione risollevò il tema del Monumentale e il periodico ''[[Giornale dell'ingegnere-architetto]]'' ripresentò, caldeggiandolo, il disegno del Sidoli, ma la morte dell'architetto venne ad intralciare ogni decisione. Venne quindi nominata una nuova commissione che selezionasse una nuova area sul quale erigere il nuovo cimitero secondo il progetto dell'Aluisetti che però morì da lì a poco. La nuova area era compresa fra Porta Tenaglia e Porta Comasina ed era stata appositamente acquistata dal Comune che, dopo la morte dell'Aluisetti, incaricò l'ing. Pestagalli di adattarne il progetto alla nuova area acquisita, che è quella su cui sorge il cimitero odierno. Cominciariono dunque i lavori di spianamento del terreno e costruzione del muro di cinta ma la sopraggiunta liberazione dall'Austria determinò che il nuovo Comune di Milano nella seduta del 20 maggio 1860 sospendesse ogni lavoro portando come giustificazione che lo spazio racchiuso nel muro di cinta fosse insufficiente. Probabilmente, come suggerisce il Beltrami, i motivi erano più legati alla volontà di allontanarsi da una faccenda durata vent'anni sotto la dominazione austriaca e dal progetto orientato a uno stile greco-romano che ormai aveva fatto il suo tempo.<ref>{{Cita|Beltrami|p. 68}}</ref>
 
Venne quindi indetto un nuovo concorso con termine il 30 settembre 1861, poi protratto al 31 dicembre e poi al febbraio 1863, al quale parteciparono ventuno progetti fra cui quello di [[Carlo Maciachini]] che, nella seduta del 10 luglio 1863 venne indicato come il migliore.
 
==L'apertura del Monumentale==