Figlio dell'uomo: differenze tra le versioni

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L'interpretazione ebraico-messianica: Secondo i Vangeli tradotti dal dialetto Ebraico, Gesù non pronuncia mai che il suo sacrificio serva a redimere il peccato originario. Il suo sacrificio serve solamente a compiere il destino della sua venuta, far compiere le profezie e quindi far diffondere il Cristianesimo nel mondo. I suoi insegnamenti sono il solo mezzo per redimersi dal peccato originario (ovvero la cacciata dall'Eden e l'inizio della sofferenza terrena) non il sacrificio. La tradu...
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Nella letteratura apocalittica offerta dal profeta Daniele, l'espressione ebraica בר אנש Bar-'enash, traducibile come ''Colui che possiede le qualità di Adamo ''prima'' della cacciata dal [[Giardino dell'Eden]]'', era senza peccato, incorruttibile (senza divenire) e immortale (Lettera gli Ebrei 4,15).
 
Solamente quando il Gesù Cristo Dio, [[Messia]] e Re, offerse la sua vita in croce quale sacrificio espiatorio per il (solo) [[peccato originale]] del genere umano, si spoglia volutamente di questi attributi, per farsi il Servitore sofferente di Jahvè, in adempimento delle profezie (Fil 2,5-9), condividendo in tutto la condizione umana fuorché nel peccato.
 
Perciò, "Figlio dell'uomo" è uno dei nomi col quale il Messia stesso si chiamò, per far comprendere a tutti che doveva offrire il suo corpo in espiazione dei peccati dell'uomo (Is 53,10). "Figlio dell'uomo" è inteso come "qualunquestirpe dell'uomo" (Adam) o "genere umano": con la resurrezione dai morti vincere la morte una volta per sempre, per non morire mai più (Sal 16,8-10).
 
== L'interpretazione cattolica ==