Antai-ji: differenze tra le versioni
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[[File:Antaiji, inverno 1981.jpeg|thumb|Antaiji: ''kyuhondō'', inverno 1981]]
Sin dall'inizio un folto gruppo di monaci giovani e motivati collaborarono alla sua edificazione e conduzione. Furono anni intensissimi in cui fu formata una nuova generazione di praticanti vissuti in una realtà fatta soprattutto di [[zazen]], lavoro e studio.
Secondo l'uso iniziato da Uchiyama, per essere ammessi quali monaci residenti occorreva impegnarsi a rimanere nel monastero almeno dieci anni. Questo, assieme al fatto che la permanenza ad Antaiji non costituisce alcun riconoscimento spendibile nelle gerarchie del clero ufficiale del Sōtō Zen -in Giappone Antaiji è l'unico monastero di pratica a non fornire alcun certificato- hanno fortemente caratterizzato il tipo, la qualità dei monaci che vi hanno soggiornato, come pure la loro cultura e mentalità. Un altro elemento fortemente discriminante rispetto a tutte le altre realtà religiose buddiste giapponesi è l'organizzazione economico sociale della vita della comunità: proseguendo lo stile instaurato da Sawaki il monastero non ha mai allacciato rapporti con le popolazioni dei villaggi vicini per attirare ''danka'', parrocchiani che fanno riferimento al tempio per officiare funerali o cerimonie di commemorazione dei defunti, attività che costituiscono il reddito di tutti i monasteri/templi buddisti giapponesi. La sopravvivenza della comunità era assicurata dalla produzione autonoma della quasi totalità dei cibi, dalla vendita di alcune derrate prodotte appositamente per il mercato e dal ''takuhatsu'', la questua rituale, praticata nelle due epoche più redditizie: la metà di agosto durante la festività di [[Ullambana|obon]] e il periodo a cavallo del capodanno. Questo, assieme a uno stile di vita particolarmente sobrio ha permesso la sopravvivenza di una comunità che nei periodi più affollati raggiungeva le 35 persone, maschi e femmine. Probabilmente l'unica comunità buddista mista. L'originalità e la genialità di quell'Antaiji è stata quella di sostituire all'etichetta la vita di tutti i giorni, con all'interno lo zazen. Un modello che, in quella forma, non è esportabile né ripetibile, senza gli stessi attori.
Nel 1986 l'abate Watanabe, al termine dei dieci anni di "servizio" come abate, lasciò la direzione del monastero al successore da lui scelto Miyaura Shinyu. L'anno successivo, assieme a tre discepoli italiani e due giapponesi si recò in Italia.
==La terza epoca==
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