Cesare Picchiarini: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Nasce a Roma nel 1871. Apprende l’arte del vetraio nella bottega del padre in via Pozzo delle Cornacchie. Solerte sperimentatore e attento ai gusti del tempo inizia a cimentarsi nella produzione di vetrate policrome e artistiche<ref>{{Cita pubblicazione|autore=cfr. A. Foresta|data=1911|titolo=La vetrata classica e la sua ultima contraffazione. Conversando col maestro vetraio Cesare Picchiarini|rivista=La Casa|volume=4|numero=1, 11|pp=pp. 227-228}}</ref>. Alla morte del padre eredita la bottega. Il suo laboratorio si apre alla collaborazione di artisti, architetti e decoratori quali [http://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-cesare-giuliani_(Dizionario-Biografico)/ Giulio Cesare Giuliani], [[Duilio Cambellotti]], [[Vittorio Grassi]], [[Umberto Bottazzi]]. Il gruppo
rinomanza vasta e cordiale}}</ref> - su cartoni degli artisti del gruppo, ottenendo un notevole successo di critica<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giuseppe Sprovieri|anno=luglio 1912|titolo=La mostra della vetrata a Roma|rivista=Emporium|volume=36|numero=211|pp=71-75}}</ref>, anche all'estero<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ricciotto Canudo|anno=1912|titolo=Italie|rivista=L'art et les artistes|volume=4|numero=15, 9|pp=282}}</ref>. In questi anni al "Laboratorio Picchiarini"<ref>{{Cita pubblicazione|autore=F. Cosmelli - A. Ponente - A. Tosti|anno=1991|titolo=Il laboratorio Picchiarini|rivista=|editore=Carte segrete|città=Roma|volume=Tra vetri e diamanti. La vetrata artistica a Roma 1912-1925|numero=|p=143-144}}</ref> sono commissionate dal principe [[Giovanni Torlonia (politico)|Giovanni Torlonia]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=cfr. Maurizio Berri|titolo=Vittorio Grassi|rivista=Strenna dei romanisti|volume=2005|numero=|pp=82-83}}</ref> le vetrate della [[Museo Casina delle Civette|Casina delle civette]] a Roma<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=2007|titolo=La Casina delle civette. Il museo della vetrata|rivista=Bollettino dei musei comunali di Roma|volume=XXI|numero=}}</ref> - un centinaio, di cui quarantaquattro figurate<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Armando Besio|titolo=Il Principe che amava le civette|rivista=La Repubblica|volume=|numero=3 novembre 1997}}</ref> -, eseguite su cartoni dello stesso Picchiarini, di [[Duilio Cambellotti|Duilio Cambelotti]], di [[Paolo Paschetto]] e di [[Vincenzo Fasolo]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Alberta Campitelli|data=1991|titolo=Architettura ed arti decorative nella Casina delle civette di Villa Torlonia|rivista=|editore=Carte segrete|città=Roma|volume=Tra vetri e diamanti. La vetrata artistica a Roma, 1912-1925|numero=|pp=39-51}}</ref>. Nel dicembre 1921, con il gruppo romano, realizza la Seconda mostra della vetrata artistica<ref>{{Cita pubblicazione|autore=P. Scarpa|data=1922|titolo=La seconda mostra della vetrata|rivista=Italia|città=Roma|volume=VI|numero=2|p=29-31}}</ref> <ref>{{Cita pubblicazione|autore=cfr. Cristina Torzilli|anno=2000|titolo=Paolo Antonio Paschetto: le vetrate|rivista=Bollettino della Società di studi valdesi|volume=|numero=186|pp=36-62}}</ref> nella Sala Adunanze di San Salvatore in Lauro, con diciotto opere esposte.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Roberto Papini|data=1921|titolo=Vetrate|rivista=Architettura e arti decorative|volume=1|numero=2|p=463-476}}</ref> Dal [[1924]] al [[1928]] insegna alla Scuola della Vetrata Artistica, da lui fondata e attiva fino al 1961. Nel 1929 cede laboratorio, attività e archivio a [
== Note ==
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