Giovanni Quaini: differenze tra le versioni

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== Testimonianze dei salvati ==
[[File:Quaini TesseraPartigiano.jpg|sinistra|miniatura|Fotocopia della tessera da partigiano rilasciata a Mons. Giovanni Quaini]]
All'indomani della fine della guerra, le tre figure di spicco della resistenza partigiana locale (il sindaco Giovanni Spinelli, il parroco mons. Giovanni Quaini, il presidente del CLN, il conte Ezio Premoli e il [[tenente]] Claudio Necchi, comandante delle [[Brigate Garibaldi|Brigate Garibaldine]] 172-173-174-175 nella zona del Sud Milano) redaggono un'accurata relazione delle attività della Resistenza locale da consegnarsi al [[Corpo volontari della libertà|Corpo Volontari della Libertà]] di [[Milano]] ed all'[[Archivio storico|'Archivio storico]] di Milano. Copia di tale relazione è conservata anche nell'archivio parrocchiale della Parrocchia di Spino d'Adda<ref>Le copie di tale relazione si trovano oggi, oltre che nell'Archivio della Parrocchia di Spino d'Adda, anche nel Fondo Odoardo Fontanella della Fondazione ISEC a Sesto San Giovanni (busta n. 2, fascicolo 23)[https://www.fondazioneisec.it/patrimonio/archivio/politico-sociali/fontanella-odoardo]. Una pubblicazione di tale materiale può essere trovata nella Rivista "Ricerche" dell'Istituto Cremonese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea (fasciolo numero 5, pubblicato nell'anno 1995).</ref>. Tale minuziosa relazione è correlata da diversi allegati, tra cui i biglietti autografi di alcune persone che grazie all'intervento pronto e coraggioso di don Quaini ebbero salva la vita<ref>Una prima pubblicazione di queste lettere si trova già in S. Tosi, ''Monsignor Giovanni Quaini'', Lodi 1984, pag. 47-48.</ref>. Le riportiamo qui di seguito
 
* Edmondo Ascoli, ebreo. "Il sottoscritto Edmondo Ascoli fu Leopoldo, nato a Ferrara il 6 gennaio 1876, di razza ebraica, abitante a Milano in via Compagnoni 1 e sfollato a Gradella di Pandino dichiara: essendo ricercato dalla polizia fascista per l'applicazione dei provvedimenti razziali, fui suggerito di chiedere aiuto al Parroco di Spino d'Adda, Mons. Giovanni Quaini. Questi mi occultò in casa sua e mi tenne dal 2 dicembre 1943 al 14 luglio 1944, nonostante fosse venuto in paese quale Commissario e poi Podestà il famoso fascista Severgnini Vito, che mi conosceva personalmente. Questo, per la verità. In fede. Milano, 4 luglio 1945. Edmondo Ascoli"