Visso: differenze tra le versioni
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Dopo il [[1797]], con l'avvento di [[Napoleone Bonaparte]], Visso fece parte della breve [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]] (dipartimento del Clitunno) e poi dei domìni francesi italiani (Trasimeno); in questo periodo venne costruito il Cimitero fuori dalle mura, mentre furono annesse le frazioni nursine di Saccovescio, Castelvecchio, Sant'Eutizio, Campi, Ancarano, Croce, Orvano, Fematre, Riofreddo, Chiusita, Mevale e Rasenna. Con la [[Restaurazione]] Visso tornò sotto lo [[stato pontificio]] (restituendo alcune frazioni a Norcia) e nel [[1822]] ottenne il rango di "Città" con il motto "ANTIQUUM ET FIDELE VISSUM"; tale titolo può essere visto come un riconoscimento dell'importanza raggiunta per l'economia della montagna, oltre che di fedeltà verso il Papa. Marginalmente coinvolta nel [[Risorgimento|processo risorgimentale]], se si esclude un passaggio di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] e la parabola del poeta-pastore [[Giuseppe Rosi]], al plebiscito del 1860 Visso votò per l'annessione alla monarchia dei Savoia, e alla proclamazione del [[Regno d'Italia]] venne accorpata alla [[provincia di Macerata]]. È interessante notare che solo nel [[1985]] il paese passò dall'[[arcidiocesi di Spoleto-Norcia|arcidiocesi di Spoleto]] a quella di [[Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche|Camerino]].
Nel [[1913]]<ref>Legge del 22 giugno 1913 contenuta nella Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, numero 660</ref> le frazioni di [[Castelsantangelo sul Nera]] e [[Ussita]] vennero elevate a comuni distaccandosi da Visso, che poi ebbe una breve parentesi amministrativa ([[1927]]-[[1929]]) nella [[provincia di Perugia]]<ref>[[s:R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1 - Riordinamento delle circoscrizioni provinciali|R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1, art. 2]]</ref><ref>[[s:R.D.L. 24 gennaio 1929, n. 106 - Modifiche alla circoscrizione di alcune Provincie|Regio Decreto Legge 24 gennaio 1929, n. 106, art. 1]]</ref>. Durante la [[seconda guerra mondiale]], Visso vide operare nel suo territorio i partigiani [[Pietro Capuzi]] e [[Carla Voltolina]]; nel dopoguerra, a Capuzi è stata dedicata una Piazza (oltre che una lapide sulla sua casa in Via Leopardi), mentre la
Negli anni del boom, sull'onda dell'apertura degli impianti invernali di Frontignano di Ussita e di Monte Prata a Castelsantangelo, Visso è diventata una meta turistica ambita dagli appassionati della montagna; nonostante lo sviluppo e l'espansione dell'abitato fuori dalle mura, come molti altri borghi montani dell'Appennino subì un forte calo demografico .
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