== Contesto storico ==
'''Nel 1918 con la fine della Prima Guerra Mondiale l’Italia include nei suoi confini parte della Dalmazia, inglobandone la popolazione in gran parte slovena e croata. L’annessione è ritenuta fin da subito insufficiente, e negli Anni Venti matura il sentimento nazionalista di rivincita sulla vittoria mutilata, affiancato alla crescita delle ambizioni imperialiste sul mare Adriatico (considerato dalla propaganda fascista un “golfo veneziano”). In questo periodo il regime fascista si attiva nel tentativo di indebolire la Jugoslavia stringendo alleanze con paesi confinanti ad essa ostili (Ungheria e Bulgaria) e con movimenti estremisti e terroristici interni al paese ( Ustasciaustascia croati) e facendo leva sui conflitti preesistenti tra le componenti serba e croata. L’azione dello Stato italiano sul territorio ad esso sottoposto fu di discriminazione nei confronti delle presenze croate e slovene e di tendenza alla snazionalizzazione, provvedendo ad esempio a sostituire i nomi dei luoghi scritti nelle lingue locali con parole italiane. ''' ▼
''<u>Con l'espandersi dei confini orientali, fino a prima della Seconda guerra mondiale, l'Italia aveva annesso molti territori storicamente non abitati da gente di nazionalità e lingua italiana. Lo stato italiano attuò fin dall'inizio una politica di violenza efferata, tesa alla cancellazione e all'annientamento delle popolazioni "slave" in territorio italiano. Già dal 1866, ossia dalla fine della Terza Guerra d'Indipendenza, l'Italia ebbe all'interno dei propri confini la Benecija, zona appartenente alle regioni di Veneto e Friuli, abitata da alcune migliaia di persone, la grande maggioranza di origine slovena. Per quanto già da subito tali popolazioni subirono da parte del Regno d'Italia una politica orientata alla completa snazionalizzazione, il problema si ripresentò con maggiore drammaticità dopo il 1918, quando cinquecentomila sloveni e croati divennero nuovi sudditi del Regno d'Italia</u>.'' Negli anni di massima tensione interna alla Jugoslavia (1927-29), dovuta al problema dei rapporti tra serbi e croati, la politica estera fascista comincia a mostrare una certa aggressività nei confronti dell’area danubiano-balcanica: l’Italia, infatti, ambisce al controllo dell’Albania e del mare Adriatico (considerato dalla propaganda fascista un “golfo veneziano”) e, in più, nutre velleità irredentiste sui territori jugoslavi abitati da minoranze italiane (parti della Dalmazia), che rappresentano la “vittoria mutilata” della prima guerra mondiale.
'''Negli anni Trenta il regime fascista provvede a stabilire un rapporto privilegiato con gli ustascia e il loro leader Ante Pavelic, arrivando ad accoglierli in basi di addestramento in Italia. '''▼
L’Italia di Mussolini, dunque, comincia a prendere in considerazione l’invasione e si attiva nel tentativo di indebolire la Jugoslavia stringendo alleanze con paesi confinanti ad essa ostili (Ungheria e Bulgaria) e con movimenti estremisti e terroristici interni al paese (Ustascia).
'''Il 6 aprile 1941 le forze nazifasciste sulla base di una comunacomune decisione aggrediscono la Jugoslavia, in reazione al colpo di stato anti-tedesco avvenuto il 27 marzo a Belgrado, dopo che il reggente Paolo Karađorđević aveva aderito al Patto Tripartito. La Jugoslavia viene divisa in tre zone, con la zona 1 direttamente annessa al Regno d’Italia, e quando le truppe italiane arrivano a Lubiana, l’esercito jugoslavo, già sbandato a causa dell’attacco tedesco, non oppone la minima resistenza. A questo punto l’Italia tratta direttamente con la Croazia, sottopostadiventata alstato predominioindipendente tedescogovernato dagli ustascia, la delimitazione dei confini e ottiene ufficialmente l’annessione della Dalmazia da Zara a Spalato, istituendo il Governatorato di Dalmazia. '''▼
''<u>La repressione fascista contro sloveni e croati degli anni Venti e Trenta divenne una vera e propria persecuzione razziale di massa con la Seconda Guerra mondiale</u>'' e l'aggressione nazifascista alla Jugoslavia. Questa avvenne, senza alcuna dichiarazione di guerra, il 6 aprile 1941, per mano dell'esercito tedesco e dell'esercito italiano, la II Armata del generale Ambrosio. come reazione al colpo di stato anti-tedesco avvenuto il 27 marzo a Belgrado, dopo che il reggente Paolo Karađorđević aveva aderito al Patto Tripartito.
'''Nelle intenzioni dell’Asse lo stato croato doveva rimanere una sorta di satellite, pacifico nell’interesse della stabilità della zona 1 italiana (provincia di Lubiana), e gli italiani rimangono stanziati in Croazia anche dopo la costituzione di un governo ustascia, essendo scoppiato ( '''''mese''aprile '''1941) il conflitto tra questi ultimi e la componente serba della popolazione, duramente perseguitata in quelli che sono stati chiamati “massacri ustascia”. I militari italiani si trovano nella difficile situazione di alleati di un regime sanguinario che commette stragi ingiustificate di civili ''' XD ;)''', scegliendo spesso di proteggere i serbi, inche generepagavano danarosiper ('''''OK''?''')essere protetti, ospitandoli nelle caserme. '''▼
Quando le truppe italiane arrivano a Lubiana, l’esercito jugoslavo, già sbandato a causa dell’attacco tedesco, non oppone la minima resistenza.
'''Nel 1941 a causa di tali persecuzioni scoppia una rivolta antiustascia, ''condotta da nuclei di nazionalisti serbi (cetnici), dalla confusione ''' ''? '''''politica da essa creata si organizzano i gruppi dei partigiani comunisti '' ( unica forza attiva su tutto il territorio jugoslavo, che raccolgonoraccoglie membri di diverse componenti etniche, essendo un movimento di matrice internazionalista), guidati da Josip Broz detto Tito, e i gruppi dei partigiani nazionalisti. L’esercito italiano, stanziato anche nelle zone 2 e 3, interviene con lo scopo di mantenere l’ordine, intensificando il dialogo con i cetnici, più affidabili secondo il Regio Esercito, cosa che causa il risentimento degli ustascia, che però mantengono un contatto più stretto con i gerarchi fascisti '''''(?).'' ▼
A questo punto l’Italia tratta direttamente con la Croazia, sottoposta al predominio tedesco, la delimitazione dei confini e ottiene ufficialmente l’annessione della Dalmazia da Zara a Spalato, istituendo il Governatorato di Dalmazia.
L’importanza e i numeri delle forze di resistenza comunista crescono e si consolidano al punto da spingere gli ustascia ad allearsi di fatto con i cetnici, diventando entrambi truppe ausiliarie della II Armata, posta sotto il comando del generale Roatta; l’avanzata partigiana non si limita alla Croazia, ma per la sua essenza di forza pan-jugoslava si estende alla provincia di Lubiana.
Trionfa così una linea di compromesso che non tiene assolutamente conto delle istanze croate e che ha necessariamente come risultato la diffusione di un sentimento antitaliano, non solo nelle popolazioni slave soggette all’Italia, ma anche negli organi di amministrazione e di governo dello Stato indipendente croato, che, inoltre, si trova a dover accettare l’ingiustificata presenza di truppe delle forze armate italiane stazionanti, senza uno scopo preciso, sul suo territorio.
Per contrastare le rivolte in atto e mantenere l’ordine pubblico, Roatta emana la IIcircolare Armata3C, che (Regio!!!!!scrivere Esercito)cose!!!!!! istituisce un tribunale di guerra che adotta maggiormente come soluzione l’internamento: Perper tutta l’estate del 1941 gli scontri generano un gran numero di prigionieri, che iniziano a essere dislocati in vari campi di concentramento come quelli di Lovran, Bakar e Kraljevica; il sovraffollamento di questi ultimi fu la causa, nel maggio del 1942, dell’istituzionel’istituzione del campo di concentramento di Arbe per ordine del prefetto di Fiume Temistocle Testa. ▼
Il neonato Stato indipendente croato, era sotto la guida del poglavnik (duce) Ante Pavelić, capo degli ustascia. Gli ustascia portano avanti una politica fortemente nazionalista cosicché ebrei, rom e serbi sono colpiti da violente persecuzioni: la maggior parte delle uccisioni avviene tra la primavera e l’estate del 1941; ciò provoca due fenomeni paralleli, ossia le conversioni di massa al cattolicesimo e la fuga verso le montagne o Serbia, Dalmazia e Montenegro.
Il 22 giugno dello stesso anno scoppia una rivolta, destinata a trasformarsi in una vera e propria guerra civile tra la fine del ’41 e il ’42. La rivolta si diffonde in tutto il territorio e ne segue una violenta repressione da parte dell’esercito italiano che cerca anche l’appoggio di forze collaborazioniste: è il caso dell’esercito jugoslavo in Serbia guidato da Draza Mihailović e del movimento cetnico, un’organizzazione politico-militare nata per contrastare le forze comuniste. La guerra civile jugoslava vedrà appunto contrapposti il fronte collaborazionista e il movimento partigiano guidato dal generale comunista Josip Broz (detto Tito), a capo del neonato Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia.
▲Per contrastare le rivolte in atto e mantenere l’ordine pubblico, la II Armata (Regio Esercito) istituisce un tribunale di guerra che adotta maggiormente come soluzione l’internamento: Per tutta l’estate del 1941 gli scontri generano un gran numero di prigionieri, che iniziano a essere dislocati in vari campi di concentramento come quelli di Lovran, Bakar e Kraljevica; il sovraffollamento di questi ultimi fu la causa, nel maggio del 1942, dell’istituzione del campo di concentramento di Arbe per ordine del prefetto di Fiume Temistocle Testa.
Il campo, divenuto il più famoso di quelli italiani in Jugoslavia per il suo alto tasso di mortalità, aveva una capienza di circa 10.000 persone.
▲'''Nel 1918 con la fine della Prima Guerra Mondiale l’Italia include nei suoi confini parte della Dalmazia, inglobandone la popolazione in gran parte slovena e croata. L’annessione è ritenuta fin da subito insufficiente, e negli Anni Venti matura il sentimento nazionalista di rivincita sulla vittoria mutilata, affiancato alla crescita delle ambizioni imperialiste sul mare Adriatico (considerato dalla propaganda fascista un “golfo veneziano”). In questo periodo il regime fascista si attiva nel tentativo di indebolire la Jugoslavia stringendo alleanze con paesi confinanti ad essa ostili (Ungheria e Bulgaria) e con movimenti estremisti e terroristici interni al paese (Ustascia) e facendo leva sui conflitti preesistenti tra le componenti serba e croata. L’azione dello Stato italiano sul territorio ad esso sottoposto fu di discriminazione nei confronti delle presenze croate e slovene e di tendenza alla snazionalizzazione, provvedendo ad esempio a sostituire i nomi dei luoghi scritti nelle lingue locali con parole italiane.'''
▲'''Negli anni Trenta il regime fascista provvede a stabilire un rapporto privilegiato con gli ustascia e il loro leader Ante Pavelic, arrivando ad accoglierli in basi di addestramento in Italia.'''
▲'''Il 6 aprile 1941 le forze nazifasciste sulla base di una comuna decisione aggrediscono la Jugoslavia, in reazione al colpo di stato anti-tedesco avvenuto il 27 marzo a Belgrado, dopo che il reggente Paolo Karađorđević aveva aderito al Patto Tripartito. La Jugoslavia viene divisa in tre zone, con la zona 1 direttamente annessa al Regno d’Italia, e quando le truppe italiane arrivano a Lubiana, l’esercito jugoslavo, già sbandato a causa dell’attacco tedesco, non oppone la minima resistenza. A questo punto l’Italia tratta direttamente con la Croazia, sottoposta al predominio tedesco, la delimitazione dei confini e ottiene ufficialmente l’annessione della Dalmazia da Zara a Spalato, istituendo il Governatorato di Dalmazia.'''
▲'''Nelle intenzioni dell’Asse lo stato croato doveva rimanere una sorta di satellite, pacifico nell’interesse della stabilità della zona 1 italiana, e gli italiani rimangono stanziati in Croazia anche dopo la costituzione di un governo ustascia, essendo scoppiato ('''''mese'' '''1941) il conflitto tra questi ultimi e la componente serba della popolazione, duramente perseguitata in quelli che sono stati chiamati “massacri ustascia”. I militari italiani si trovano nella difficile situazione di alleati di un regime sanguinario che commette stragi ingiustificate di civili''' XD ;)''', scegliendo spesso di proteggere i serbi, in genere danarosi ('''''OK''?'''), ospitandoli nelle caserme.'''
▲'''Nel 1941 a causa di tali persecuzioni scoppia una rivolta antiustascia, condotta da nuclei di nazionalisti serbi (cetnici), dalla confusione''' ''?'''''politica da essa creata si organizzano i gruppi dei partigiani comunisti (che raccolgono membri di diverse componenti etniche, essendo un movimento di matrice internazionalista), guidati da Josip Broz detto Tito, e i gruppi dei partigiani nazionalisti. L’esercito italiano, stanziato anche nelle zone 2 e 3, interviene con lo scopo di mantenere l’ordine, intensificando il dialogo con i cetnici, più affidabili secondo il Regio Esercito, cosa che causa il risentimento degli ustascia, che però mantengono un contatto più stretto con i gerarchi fascisti'''''(?).''
'''L’importanza e i numeri delle forze di resistenza comunista crescono e si consolidano al punto da spingere gli ustascia ad allearsi di fatto con i cetnici, diventando entrambi truppe ausiliarie della II Armata, posta sotto il comando del generale Roatta; per contrastare le rivolte in atto e mantenere l’ordine pubblico, la II Armata istituisce un tribunale di guerra che adotta maggiormente come soluzione l’internamento: per tutta l’estate del 1941 gli scontri generano un gran numero di prigionieri, che iniziano a essere dislocati in vari campi di concentramento come quelli di Lovran, Bakar e Kraljevica; il sovraffollamento di questi ultimi causa, nel maggio del 1942, l’istituzione del campo di concentramento di Arbe per ordine del prefetto di Fiume Temistocle Testa.'''
'''Il campo, divenuto il più famoso di quelli italiani in Jugoslavia per il suo alto tasso di mortalità, aveva una capienza di circa 10.000 persone.'''
!!!!!!!manca ingerenza nazi in Croazia e rivalità tra alleati (Ro-Ber) in Adriatico!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
!!!! italiano non è top + ho balzato alcune cose dal testo originale, valutare se vanno integrate!!!!!!!!!!!
!!!!!occhio a cose in corsivo: info mancanti/dubbi lessicali!!!!!!!!!!!!!!!!!
== L'internamento repressivo degli slavi ==
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