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Verso il 1845 omaggiò [[Carlo Alberto di Savoia]] con lo smalto ''Il riposo di Diana'', ispirato da un'opera di [[Pelagio Palagi]].
 
Oltre all'attività artistica Bagatti Valsecchi svolse incarichi politici e sociali, come l'incarico di consigliere comunale della sua città natale dal [[1842]] al [[1856]].<ref name=Trecc />
 
Pietro Bagatti Valsecchi morì a Milano il 27 novembre 1864.<ref name=Trecc />
 
Tra le sue opere più importanti si possono menzionare: ''Ritratto di Pelagio Palagi'', [[1838]] (Museo municipale di [[Torino]]); ''Maria Stuarda che sale al patibolo'', miniatura su avorio tratta da un'opera di [[Francesco Hayez]] (collezione Bagatti Valsecchi, Milano); ''La toletta di Giunone'', miniatura su avorio (collezione Bagatti Valsecchi, Milano); venti miniature donate alla [[Biblioteca Ambrosiana]] di Milano dai figli [[Fausto Bagatti Valsecchi|Fausto]] e [[Giuseppe Bagatti Valsecchi|Giuseppe]], includenti alcune porcellane quali ''L'apoteosi di Napoleone'', ''Eva coi figli'', ''Lo studio di Raffaello'', ''La Maddalena nel deserto''; ''Ritratto di Giuditta Pasta'', smalto donato da Pietro Bagatti Valsecchi alla Società del Giardino di Milano; sei vetrate, tratte dall'opera di [[Carlo Bellosio]], raffiguranti la ''Vita di sant'Alberto''; ''Lucia Mondella che in abito da sposa attende alla finestra l'arrivo di Renzo'', grande vetrata tratta dall'opera di [[Eliseo Sala]] ([[1856]], Biblioteca Ambrosiana, Milano); ''Santa Tecla nell'arena dei leoni'', grande vetrata ispirata da [[Mauro Conconi]], presente sulla facciata del [[duomo di Milano]] dal 10 gennaio [[1861]]; una serie di vetrate e di dipinti a vetrate conservati nella villa Bagatti Valsecchi a [[Varedo]] (provincia di Milano).