Firenze: differenze tra le versioni
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Accadde però che le [[Consorteria|consorterie]], non accettando di essere sopraffatte e di aver perso notorietà, ricorsero ad un mezzo ingegnoso che serviva per trascinare le masse al servizio della propria setta o del proprio partito: il pretesto della difesa e del trionfo di un grande ideale ; e questa volta del guelfismo.
A ciò si aggiunsero inoltre i timori nati a causa dell’ipotetico arrivo in Italia del grande imperatore [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo IV]] , figlio di quell’[[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VII]] che si era illuso di ripristinare fra noi l’antica potenza imperiale ed aveva assediato
I “popolani grassi”, essendosi uniti con famiglie che un tempo erano assai potenti come i “Grandi”, costituirono tutta la forza della Parte Guelfa e si accordarono tra loro per proporre delle leggi miranti ad escludere dagli uffici pubblici tutti coloro che, per sentenza dei Capitani della Parte stessa, erano stati indicati come ghibellini o semplicemente come sospetti ad esserlo.
Tale nome di [[Guelfi e ghibellini|“ghibellino”]] era considerato assai odioso in
A fronte di una popolazione stimata di {{formatnum:80000}} persone prima della [[peste nera]] del [[1348]] (immediatamente dopo [[Venezia]], e subito prima di [[Milano]] e [[Bologna]], era la maggiore città italiana dell'epoca per popolazione), {{formatnum:25000}} persone lavoravano nell'industria della lana. Nel [[1345]] Firenze fu teatro di uno sciopero da parte dei ''[[Rivolta dei Ciompi|Ciompi]]'', che nel [[1378]] organizzarono una breve rivolta contro il dominio oligarchico della città. Dopo la repressione, la città cadde sotto il dominio della famiglia [[Albizi]] ([[1382]]-[[1434]]), acerrimi nemici ma anche precursori dei [[Medici]].
Fu sotto il dominio, anzi la [[Signore (titolo nobiliare)|Signoria]], di quest'ultima famiglia che
Il primo signore rilevante di questa famiglia fu [[Cosimo de' Medici|Cosimo detto il Vecchio]].Verso gli anni 30 del ‘400 a Firenze, lui, [[Lorenzo il Vecchio|Lorenzo]] suo fratello e [[Averardo di Bicci de' Medici|Averardo]] suo cugino erano tre uomini molto ricchi e affluenti. Questo triumvirato, circondato da una clientela importante, da una rete di informatori, da artisti e letterati, non era visto di buon occhio dai capi della fazione dominante della città. Nonostante ciò nessuno di loro fu contrastato, perché l’Italia stava vivendo un momento di crisi: [[Venezia]], alleata di Firenze, è vittoriosa contro i Genovesi; l’[[Sigismondo di Lussemburgo|imperatore Sigismondo]] scende in Italia, passa per [[Milano]] e [[Siena]] per negoziare con il papa; la lega contro Milano, Genova e gli imperiali si disgrega;
Ammirando la serietà di Cosimo, il cardinale Cossa, antipapa con il nome di [[Antipapa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]], lo volle avere con sé durante il [[Concilio di Costanza]] nel 1414; ma essendo stato deposto ed incarcerato il Cossa, lui e altri seguaci del papa, dovettero darsi alla fuga.Il nuovo gonfaloniere Guadagni richiama Cosimo a Firenze e nel 1433 lo pone in stato di arresto presso il palazzo della signoria. Prendendo in considerazione tutte le cospirazioni in cui i Medici sono stati coinvolti dal 1378 al 1431, anno della sventurata [[Assedio di Lucca|guerra di Lucca]], la signoria ne proclama l’esilio prima per cinque anni poi per dieci; Cosimo si dovrà recare a [[Padova]], Averardo andrà a [[Napoli]], Lorenzo a [[Venezia]]. Il 5 Ottobre del 1434, però, Cosimo fu invitato dalla Signoria a rientrare a Firenze. Fu accolto con trionfo e gli [[Albizzi|Albizi]] furono condannati all’esilio. Le continue lotte fra gli Stati italiani causarono la nascita di una [[Balìa|balía]], comitato straordinario.Quando le lotte si placarono per un nuovo pericolo, l’arrivo dei Turchi, il malcontento popolare si manifestò per le riunioni molto frequenti delle balie. Così a Firenze fu creata una riforma che consisteva nel far rimanere sospese per 7 anni le cariche pubbliche dello Stato e nel far scegliere i titolari dei pubblici uffici da una commissione formata da accoppiatori e da membri della Signoria. In questo modo la potenza di Cosimo crebbe sempre di più e riuscì a controllare tutti gli ingranaggi dello Stato. Fino alla sua morte conservò Firenze neutrale nei confronti delle guerre.Dopo la morte di Cosimo, gli succedette il figlio [[Piero I de' Medici|Piero]], il quale nonostante fosse afflitto da una grave deformazione riuscì a scongiurare un [[Luca Pitti|attacco di Luca Pitti]] alla signoria. Ebbe due figli maschi: [[Lorenzo de' Medici|Lorenzo]] e [[Giuliano de' Medici|Giuliano]]. Il maggiore prese il posto del padre fino al 1492 <ref>{{Cita libro|titolo=Ivan Cloulas, lorenzo il magnifico, Salerno editrice s.r.l, Roma, 1986 (edizione speciale per il giornale biblioteca statale), cap III}}</ref>.
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