Tango: differenze tra le versioni
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I ballerini di tango praticano differenti stili, facenti capo a grandi interpreti delle sue fasi storiche, o ai quartieri di [[Buenos Aires]] o cittadine nella sua vicinanza, dove si sono contraddistinti. Alcuni stili di ballo sono: Apilado, Milonguero, fantasia, salòn, show, Avellaneda, Villa Urquiza, nuevo.
Tra i ballerini più famosi vanno citati Miguel Balmaceda, Antonio Todaro, Pepito Avellaneda, José Benito Ovidio Bianquet detto "El Cachafaz", [[Juan Cayrlos Copes]], El Tete, [[Adriano Mauriello]] (ballerino, maestro e coreografo di rilievo internazionale nonché fondatore e presidente della prima accademia del tango argentino in Italia [[“A.N.I.T.A tango”]] riconosciuta dall’ [[Academia Nacional de Tango di Buenos Aires]]), rinomato per la sua [[eleganza]], qualità che lo ha portato sul palco del Estadio Luna Park (BA) con il suo spettacolo [[
[[File:tangoblu.jpg|left|thumb|Coppia di ballerini nel 1933]]
Alle origini del tango argentino troviamo il "[[Canyengue]]", intorno al [[1880]]. Tipici i movimenti rapidi e corti (arraballero). Soppiantato negli anni quaranta. Lo stile milonguero è caratterizzato da un abbraccio stretto e movimenti contenuti e adatti agli spazi ristretti. Uno stile sobrio, semplice e passionale. I ballerini spesso si appoggiano l'uno all'altro e l'asse individuale viene sostituito da un asse condiviso attorno al quale si muove la coppia.
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Dopo il successo degli spettacoli delle prime compagnie Argentine a Parigi agli inizi del '900, il mondo dei balli standard non poteva più ignorare questo nuovo ballo che interpretava un modo nuovo, meno simmetrico e più complesso di intendere la coppia. Tale mondo, fortemente codificato attraverso specialistiche riviste prevalentemente anglosassoni, con la pretesa di dettare regole precise e internazionali tali da potere essere applicate da qualsiasi ballerino non professionista nelle sale di tutto il mondo, non poteva ignorare il tango ma nemmeno poteva accettarne la forma libera e l'intima sensualità.
Analogamente a come era già avvenuto per il valzer, dove il veloce, aderente, inizialmente (nel '700) considerato indecente, stile viennese (il vorticoso un, due, tre) aveva dato origine al lento, quasi distaccato, stile inglese (diciotto passi), lo stesso accadde anche per il tango. Nacque quindi il "Tango standard" o, più correttamente, il "Tango British", quasi una caricatura di quello originale. Possessivo, conflittuale, a volte aggressivo, caratterizzato da movimenti rigidi, scattosi, casquet, rose tra le labbra
Per tutto il '900, il tango british, ballato nelle più o meno popolari sale/feste da ballo e nelle gare di internazionali di ballo standard, si sostituirà, nel mondo anglosassone/europeo, con il semplice nome "tango", al posto di quello originario e meno conosciuto. Quello originario, invece, a lungo agnostico a gare e regole, fuor di patria si è mostrato prevalentemente attraverso spettacoli teatrali e, specialmente di recente, alcuni film. Per questo motivo, il ballo originario dovrà essere chiamato "tango argentino" per distinguerlo dall'altro.
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