Mantova: differenze tra le versioni
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La definizione più calzante fatta a riguardo di questa città è quella di un inglese contemporaneo, [[Aldous Huxley]] ([[1894]]-[[1963]]), narratore e saggista. L'ha chiamata la ''città più romantica del mondo''. Ad affascinare Huxley sono stati principalmente i monumenti, i canneti lungo il [[Mincio]], i fiori di loto, la nebbia, la surreale patina del tempo che avvolge ogni strada e piazza, la storia, la semplicità dei suoi cittadini.
In questa chiave Mantova è stata cantata anche dal più discusso dei poeti francesi, [[Charles Baudelaire]], il quale vi scoprì ''un mondo addormentato in una calda luce''.
[[Immagine:Mantova Skyline.jpg|thumb|left|460px|Mantova, ponte e castello di San Giorgio]] ▼
Colpiti dal suo languore decadente furono poi anche [[Charles Dickens]] - che ''cantò'' gli ''irreali laghi di canne e di giunchi'') - e [[Giovanni Comisso]] (per il quale forte è la suggestione dei ''tozzi salici spogli biancheggianti tra la palude e il cielo'').
Mantova nel suo tessuto urbano ha incantato scrittori e poeti di ogni tempo e luogo. <br/>
Per restare soltanto ai più recenti: [[Michele Saponaro]], che vi ha colto ''un senso religioso sospeso tra i solchi e il cielo''; [[Alfredo Panzini]] che la trovò ''piena di un'apparente provinciale lietezza''; il poeta [[Guido Piovene]] - ammirato dalla sua bellezza ''orchestrata nel sogno''; per [[Corrado Alvaro]] questa città è un ''paradiso di malinconia''; mentre [[Orio Vergani]] la vide «''fasciata da una solitudine come destin''».
== Geografia ==
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