Atri: differenze tra le versioni
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{{C|Nella sezione "Preistoria" si affrontano argomenti delicatissimi e molto controversi con assoluta certezza e senza il supporto delle dovute fonti. Nel capitolo si ripete spesso "alcuni studiosi" e "altri studiosi" ma poi non vi è la minima fonte; eccetto un antico studioso del [[1700]], d'Abruzzo, e un'unica fonte primaria tardiva dell'[[VIII secolo]]. Manca quindi del tutto il confronto moderno (oltre che delle altre fondamentali fonti primarie). Il capitolo necessita di essere seriamente rivisto e modificato nelle sue parti più controverse.|Abruzzo|gennaio 2018}}
=== Preistoria ===
[[File:Atri - Adriano statua.jpg|thumb|Busto dell'imperatore [[Adriano]], di origini atriane]]
[[File:Atri 2011 by-RaBoe 181.jpg|thumb|upright=0.7|''Vico Prepositi'', uno dei caratteristici vicoli di Atri.]]
[[File:Atri - Via Ferrante.JPG|thumb|upright|Via Ferrante]]
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=== Età romana ===
Atri ebbe una florida attività commerciale con gli [[Etruschi]], Umbri e con la Grecia verso la quale esportava vino e olio; i più interessanti monili etruschi o forse italici (v. anche [[Museo archeologico nazionale di Campli]] o [[Museo Paludi di Celano]]) qui rinvenuti sono conservati al [[British Museum]] di [[Londra]]. Faceva parte, con [[Ascoli Piceno]] ed [[Ancona]], del popolo dei Piceni che formarono la lega italica assieme ai vestini, interamnensi, marrucini, frentani, peligni, marsi, cerecini, sanniti, ecc., tutte genti italiche, confederate contro Roma. Il suo importante [[Antico porto di Atri|porto]] le permise di vantare una temuta flotta e di avere contatti commerciali floridi con la [[Grecia antica|Grecia]], nonostante le navi venissero spesso attaccate dai pirati Illirici (v.anche Roma si interessò per proteggere Atri dai pirati). Divenuta [[colonia latina]] nel [[289 a.C.]], Hatria continuò comunque a battere la sua moneta. Si distinse in battaglia accumulando premi e privilegi.
[[File:Atri - Duomo, portale.jpg|thumb|left|Portale romanico del Duomo]]
Nel [[Impero Romano|periodo imperiale]] la città continuò ad essere un centro importante, diede origine alla famiglia dell'imperatore Adriano, che la riteneva sua seconda patria ed in essa ricoprì la carica di quinquennale a vita e di ''curator muneris'' pubblici. Dalla stessa famiglia, italica, trasferitasi in Spagna nacque anche l'imperatore Traiano, suo consanguineo.
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=== Gli Acquaviva e il ducato ===
{{Vedi anche|Ducato di Atri}}
[[File:Ottavio Acquaviva d'Aragona.jpg|thumb|Il Cardinale Ottavio Acquaviva D'Aragona]]
Nel [[1393]], Atri fu venduta per 35.000 ducati al conte di San Flaviano Antonio Acquaviva, che fu il primo di 19 duchi, i quali dal [[1455]] ottennero per matrimonio la [[contea di Conversano]], e Atri divenne capitale del [[Ducato di Atri|ducato]].
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Atri banner.JPG|thumb|center|1100px|Veduta di Atri da ovest, in primo piano le torri del palazzo ducale, del Duomo e della chiesa di Sant'Agostino]]
Il centro storico conserva l'antico aspetto medievale, in alcuni punti ricalcato sul modello della città romana. Il Corso Elio Adriano, per esempio, collega i due più importanti punti della città, Piazza del Duomo e Piazza Duchi Acquaviva (detta ''Piazza del Comune'', già Piazza [[Guglielmo Marconi]]), che nell'epoca romana erano precisamente le Terme ed il Foro.
Caratteristico soprattutto il rione di Capo d'Atri, quello di Santa Maria e quello di San Giovanni (nei pressi di Porta San Domenico), con delle minuscole vie che a volte permettono il passaggio di una sola persona per volta.
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=== Architetture religiose ===
==== Il duomo di Atri: la
{{Vedi anche|Duomo di Atri}}
[[File:Atri - Duomo 01.jpg|thumb|left|Piazza Duomo ad Atri]]
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Nella navata sinistra, vi è una serie di affreschi di vari artisti, tra cui Giacomo d'Atri, il [[Maestro di Offida]], Andrea de Litio, del Trecento-Quattrocento tra i quali spicca un affresco del trasporto della Santa Casa, del [[1460]], opera del più famoso dei pittori abruzzesi Andrea de Litio. Vi è anche un pregevole battistero [[Rinascimento|rinascimentale]] del [[1503]], opera del lombardo Paolo de Garviis di [[Bissone]]<ref>[http://sikart.ch/KuenstlerInnen.aspx?id=4032241 Paolo de Garovi] in sikart.ch</ref> e la Cappella Arlini ([[1618]]), con una tela di scuola napoletana dello stesso periodo.
Nella navata destra si possono ammirare una serie di affreschi che vanno dal Duecento al Quattrocento, opera di artisti locali come Luca d'Atri, Giovanni di Cristoforo e Giacomo d'Atri.
[[File:Atri - Duomo interno 01.jpg|thumb|Interno del Duomo, le tre navate]]
[[File:Atri - Interno duomo 1.jpg|thumb|Il Coro dei Canonici, affrescato da [[Andrea De Litio]], con le ''Storie di vita di Gesù e Maria'', presso il Duomo]]
Vi è anche una serie di cappelle rinascimentali: Cappella de' Corvi (1503, Paolo de Garviis); la Cappella di San Nicola dei Sarti (eretta da un mercante arabo dopo esser scampato ad un naufragio); la cappella degli Acquaviva, eretta nel 1503 dal Duca Andrea Matteo III Acquaviva, è impreziosita da una tela di scuola [[firenze|fiorentina]] del [[XVII secolo]], ora al Museo Capitolare. Nei pressi del coro, lato [[nord]], è presente il noto affresco del [[XIII secolo]] rappresentante la leggenda francese de "L'incontro dei vivi e dei morti".
Nella navata centrale, due [[acquasantiera|acquasantiere]], una delle quali (1400 o 1500) è retta da una scultura che rappresenta una donna in costumi locali. Sulle colonne vari affreschi del Trecento-Quattrocento, tra i quali una Trinità a tre volti (XIV secolo), una Madonna adorante il Bimbo (1460-70) di Andrea de Litio e del suo allievo Ugolino da Milano e una Madonna di Loreto (1450) di Andrea de Litio.
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==== Chiesa di San Liberatore ====
{{Vedi anche|Chiesa di San Liberatore (Atri)}}
[[File:Atri - Chiesa di San Liberatore.jpg|thumb|Cappella di San Liberatore]]
Questa cappella votiva, che si trova in piazza dei Duchi Acquaviva, nei pressi del palazzo ducale, doveva già esistere nel XV secolo e doveva essere la cappella degli Acquaviva, dove il Beato Rodolfo Acquaviva amava pregare.
Venne ristrutturata dopo la prima guerra mondiale in memoria dei Caduti atriani; oggi perciò rimane poco dell'antica chiesa.
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==== Altre chiese ====
* [[Chiesa (architettura)|Chiesa]] di San Giovanni Battista (conosciuta anche come chiesa di [[San Domenico]]): sorge nella parte nord, presso Porta San Domenico. Fu edificata insieme al convento dei Domenicani nel 1298-1317, l'edificio originario, edificato sopra una residenza regia dell'imperatore Federico II, conserva di originale il portale gotico e una bifora duecentesca, poi fu fortemente rimaneggiato nei secoli seguenti, soprattutto nel XVI secolo. In facciata, a coronamento piano, si apre un portale in pietra decorata, analogo a quello di Rainaldo d'Atri della [[duomo di Atri|Concattedrale di Santa Maria Assunta]] in Piazza Duomo. Il portale è sormontato da un lunettone, che viene arricchito al vertice da una formella con la raffigurazione dell'Agnus Dei, fiancheggiato da due leonesse; al di sopra dell'effigie, è insolitamente raffigurata la Rosa di Sion, simile al sigillo dei Templari. Alla parete posteriore della parete destra,l si poggia il tozzo campanile turrito a base quadrata; sulla destra si apre la Porta di San Domenico, che faceva parte della cinta muraria, dotata di doppio fornice, quello esterno ad arco ogivale. All'interno della chiesa, a navata unica, si aprono 8 cappelle con altari, ornate da stucchi barocchi con delle tele, da destra sono di San Liborio, Cappella Brigotti, del Santo Nome di Gesù e Cappella Forcella; da sinistra Cappella Tribuni, cappella De Paulo, quella di San Tommaso d'Aquino e quella dell'Annunciazione. L'organo sulla cantoria della controfacciata è del 1716, il soffitto a volta è ornato dalla ''Gloria di San Domenico'', opera di Giovan Battista Savelli del 1724; che secondo alcuni si ispira alla "Gloria di Sant'Ignazio di Loyola" di Andrea Pozzo, conservata a Roma. L'annesso convento domenicano nel XIX secolo fu trasformato in fabbrica di liquirizia, ma conserva il chiostro porticato.
* Chiesa di [[Sant'Andrea Apostolo]] (sconsacrata; oggi sede della Schola Cantorum "A.Pacini");
* Chiesa di [[San Gabriele dell'Addolorata]] (nel quartiere Croce Sant'Antonio, nei pressi dell'ospedale civile);
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=== Architetture civili ===
[[File:Atri 2011 by-RaBoe 029.jpg|thumb|Teatro comunale]]
[[File:Atri 2011 by-RaBoe 026.jpg|thumb|left|Palazzo Illuminati]]
[[File:Atri (PE) Il palazzo comunale - panoramio.jpg|thumb|270px|Palazzo ducale degli Acquaviva]]
* Sparse nel territorio del Comune, diverse fontane archeologiche sec. X a.C. (come la Canale e la Pila, sulla strada per il mare, la Sp 28 per Pineto).
* '''Palazzo Duchi Acquaviva''': noto anche come ''palazzo ducale'', fu costruito nel [[1395]] e fino al [[1760]] fu la residenza degli [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva d'Aragona]], duchi di Atri. Dal 1917 vi è ospitato il Municipio. Nota per il suo caratteristico torrione medievale, dà nome alla piazza antistante (''Piazza Acquaviva'', ex Piazza Marconi). Il palazzo sorse su edifici romani, a loro volta rielaborati per il Palazzo del Capitano Regio durante il governo di Federico II (XIII secolo). Riedificato dal Conte Antonio Acquaviva sul finire del Trecento, il palazzo venne ristrutturato nella metà del Cinquecento, e divenne sede municipale nell'Ottocento. La torretta caratteristica è frutto di una ricostruzione del primo Novecento, seguendo lo stile medievale. Il palazzo conserva all'interno conserva qualche copertura a sarcofago, una ''Natività'' affrescata del XVI secolo, la pittura è posta all'ingresso della gradinata per i sotterranei, dove pare si trovassero le carceri e la stanza della tortura. Gli stipiti in legno massello delle porte ducali, e quel che resta degli arredi, furono portate via dalle famiglie Sorricchio e Pretaroli, proprietari del palazzo nel XVIII-XIX secolo.<br/>La facciata in grosse e squadrate pietre di travertino, è massiccia e imponente, con finestre che spiccano dal risalto della trabeazione. Il portone di accentuate proporzioni è rialzato da una lieve gradinata, l'imponente struttura fu distrutta nel 1707 dagli austriaci di [[Carlo III di Borbone]], durante le battaglie contro gli Spagnoli per recuperare il Regno. Costoro spogliarono il palazzo degli arredi originari, insieme al Palazzo Ducale di [[Giulianova]], il duca Giovan Girolamo II, che era al comando della guarnigione della fortezza di [[Pescara]], fu privato del titolo di duca di Atri, perse il palazzo e i poteri, esiliato a Roma dove morì nel 1709. Andarono distrutti gli affreschi, trafugate le tele di [[Tiziano Vecellio]], di [[Paolo Veronese]], che finirono in Germania. All'ingresso del portone, si apre un cortile quadrangolare, ornato da un loggiato di ispirazione romanica, come mostrano i poderosi pilastri e la curvatura degli archi, tendenti a tutto sesto. L'effetto del gotico invece appare nei quattro archi acuti e nelle slanciate finestre del primo piano. Il salone ducale di rappresentanza, sede del Consiglio comunale di Atri, attualmente, era ornato dai ritratti dei duchi, spiccavano le opere di Tiziano, con le immagini delle vicende del ducato. La cappella di ducale di San Liberatore, posta accanto nella piazza, aveva le immagini di 10 papi, 10 cardinali, del Beato Rodolfo Martire e del cugino San Luigi Gonzaga. Gli affreschi di Giacomo Farelli che ornavano le sale, con i ritratti dei duchi degli Acquaviva, andarono distrutti nei primi anni del Novecento, per disinteresse del Regno d'Italia (il Ministero per i Beni Culturali), e della famiglia Pretaroli.<br/>Di interesse nella sala consiliare gli affreschi di F. De Felici (1883) con la ''Disfida di Barletta'', in un'altra sala ci sono affreschi sulla disputa degli Ebrei, Cristiani e Musulmani, con paesaggi idilliaci dei Balcani e del Bosforo. Si conserva inoltre il ritratto della duchessa Isabella Acquaviva-D'Aragona, morta nel 1755, e il tondo di Diana cacciatrice, in stile tardo barocco, affresco che avrebbe ispirato la bottega di [[Francesco Grue]], famiglia di illustri ceramisti della vicina [[Castelli (Italia)|Castelli]]. Il palazzo conserva, sulla destra dell'entrata principale, le stanze delle scuderie, con volte a crociera, una cisterna romana sotto il chiostro porticato, scoperta per la prima volta nel XVIII secolo da Nicola Sorricchio; tale cisterna alimentava le acque del giardino e dell'abbeveratoio delle scuderie.
* '''Palazzo di Valforte''': imponente edificio situato di fronte al Municipio, fu costruito nel [[XVIII secolo]] da un ramo cadetto della nobile famiglia Sorricchio, allora divenuta proprietaria delle tenute vinicole di Valforte (nei pressi di [[Città Sant'Angelo]]).
* '''Casa Paolini''': elegante edificio rinascimentale, posto quasi di fronte alla [[chiesa di San Francesco (Atri)|chiesa di San Francesco]]. Perfettamente conservato è il portale, del [[XVI secolo]].
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* '''Palazzo Bindi''': tutto in mattoni, sito tra Via San Domenico e Via Santa Chiara. È del XVIII secolo, ma l'aspetto attuale risale a rifacimenti dell'inizio del XX secolo.
* '''Palazzo Guidetti''': si trova accanto a Palazzo Bindi. Risale alla fine del Settecento e i soffitti delle stanze sono ornati da delicati affreschi neoclassici con le scene della [[Divina Commedia]].
* '''Il Teatro Comunale''' : Progettato nel [[1857]] dell'ingegnere teramano [[Nicola Mezucelli]]. La costruzione iniziò solo nel [[1872]] sotto la direzione dall'architetto Francesco Consorti. Nel 1879 la volta della platea venne decorata dal pittore napoletano Giustino di Giacomo con un affresco dal titolo “Armonia e melodia” raffigurante la musa [[Euterpe]] su un cavallo alato. L'opera, che nell'ambito dei lavori di restauro degli anni ottanta presentava forti lacune, fu oggetto nel 1987 di un restauro-ripristino da parte dell'artista Ireneo Janni. Il teatro, dal tipico impianto neoclassico, con tre ordini di palchi, costituisce un mirabile esempio di [[Teatro all'italiana]].
* '''Palazzo Cardinal Cicada''' sec. XVI (sorge sull'omonima via del centro storico)
=== Archeologia ===
=== Il teatro romano ===
[[File:Torre Cerrano - panoramio.jpg|thumb|Torre di Cerrano sulla costa adriatica, l'antico sito del porto romano]]
L'area archeologica è posta in via del Teatro, nei pressi di Palazzo Cicada, sec. III - II a.C. Nell'autunno 1993 sono iniziati gli scavi per riportare alla luce del manufatto, quando il dottor Giovanni Azzena, studente dell'Istituto "Cardinal Cicada", ipotizzò che l'area, per la sua conformazione, potesse celare delle vestigia italiche. Completati gli scavi, il teatro è stato in larga parte riportato alla luce, ha un diametro di 70 metri, può contenere 10.000 persone a sede, nella zona della cavea si trova, nelle cantine del palazzo Cicada, al suo interno, dove il paramento dell'originale struttura è visibile, lo stato di conservazione risulta ottimo. Al contrario i pavimenti non sono conservati, per un generalizzato abbassamento dei piani delle cantine del palazzo. Le volte parzialmente distrutte per permettere l'innalzamento dei soffitti moderni, erano costruite in calcestruzzo, con setti delimitati da nervature in laterizi tagliati, posti di coltello. Sono venuti alla luce parti dell'antico convento dei Gesuiti, sorto sulle rovine di questo teatro nel XVII secolo, e resti di varie abitazioni; inoltre molti mattoni del teatro presentano la scritta ''PH'', ossia Hatrianus Populus (popolo di Atri, oppure "Hatria").
==== L'[[antico porto di Atri]] ====
Sulla costa antistante Atri, nei pressi della cosiddetta [[Torre di Cerrano]] ([[Pineto]]), si ipotizza che vi siano nelle acque del mare Adriatico, su un fondale sabbioso tra 5 e 15 metri, le rovine sommerse dell'antico porto di Atri.
Ipotetici resti di un molo a forma di "L", opere murarie, lastroni in pietra d'Istria, colonne e vari manufatti. (vai alla voce Antico Porto di Atri).
Oggi, in quel tratto di litorale, si trova un'area marina protetta.
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