Antonio Vivaldi: differenze tra le versioni

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La [[Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino]] possiede la più importante collezione di [[partitura|partiture autografe]] di Vivaldi. La storia della sua acquisizione è così straordinaria tanto da sembrare un romanzo. [[Immagine:Biblioteca_nazionale_torino.jpg|thumb|right|175px|La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino]]
Nel [[1926]] il rettore del ''Collegio Salesiano San Carlo'' di [[Borgo San Martino]], nei pressi di [[Casale Monferrato]], volle intraprendere alcuni lavori di manutenzione nel suo palazzo. Ebbe l'idea, per raccogliere i fondi necessari, di mettere in vendita gli antichi manoscritti musicali che possedeva la [[biblioteca]] del collegio. Al fine di conoscere il prezzo da proporre agli [[antiquario|antiquari]], sottopose gli spartiti al musicologo e direttore della Biblioteca Nazionale di Torino, [[Luigi Torri]] ([[1863]]-[[1932]]), che affidò questo lavoro ad [[Alberto Gentili]] ([[1873]]-[[1954]]), professore di [[storia della musica]] dell'università.
Risultò che, fra i volumi della raccolta, 14 comprendevano partiture di Antonio Vivaldi, musicista allora poco conosciuto al grande pubblico; c'erano anche opere di altri compositori, in particolare di [[Alessandro Stradella ]]. Interessati a non voler disperdere una raccoltà così eccezionale, gli esperti trovarono una soluzione per farla acquisire dalla Biblioteca di Torino, che non disponeva del bilancio necessario.
Una soluzione finì per essere trovata da Alberto Gentili: riuscì a persuadere un ricco agente di cambio, [[Roberto Foà]], ad acquisire la raccolta e di farne dono alla [[biblioteca]] in memoria del suo giovane figlio Mauro, morto prematuramente alcuni mesi prima e il cui fondo doveva perpetuare il suo nome.
 
== Bibliografia ==