Concezio Chiaretti: differenze tra le versioni
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L'[[Armistizio dell'8 settembre 1943]] lo coglie a Leonessa, paese natìo della famiglia, nel quale è parroco.
Da sacerdote accoglie e sostiene chiunque abbia necessità, senza tenere conto dell'orientamento di ciascuno.
Contribuisce a fondare nel [[Leonessa|borgo laziale]] una delegazione del [[Comitato Liberazione Nazionale]]. Nel frattempo, agli inizi del 1944, comincia ad operare nell'area umbra e alto-laziale
Il parroco è giustiziato il 7 aprile, giorno della [[Pasqua]] '44, sul [[Monte Tilia]] insieme a 22 concittadini.
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== Memoria ==
Sebbene il suo nome sia inciso sulla lapide dei caduti della [[Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci" (Italia centrale)|Brigata "Gramsci"]] di [[Terni]] e del [[Gruppi di Combattimento|Gruppo combattimento "Cremona"]], un familiare del sacerdote leonessano ha recentemente sollevato dubbi sull'effettiva adesione del parroco alla formazione partigiana comunista. Dubbi che Giuseppe Chiaretti ha espresso in un articolo pubblicato dal quotidiano ''[[Avvenire]]'' il 9 dicembre 2014:
"[...] ''Eppure don Concezio non aveva aiutato solo i [[Partigiano|partigiani]] (aveva fondato il [[CLN]] locale), ma anche i [[Partito Fascista Repubblicano|fascisti]]. Una dichiarazione del 26 febbraio 1944, firmata da tre militi leonessani della [[Guardia Nazionale Repubblicana]] che indico solo con le iniziali (A.R., S.G., Z.V.), dal loro comandante (R.P.), da un elettricista testimone (A.L) e controfirmata da don Concezio Chiaretti, testimonia che i tre fascisti nei pressi di Villa Pulcini furono salvati dalla fucilazione da parte di un grosso manipolo (una quindicina) di partigiani che li avevano già svestiti, proprio per la mediazione di don Concezio, che quel giorno si trovava lì a cercare qualcosa da mangiare per suo fratello malato. Dopo l’8 settembre, infatti, il sacerdote si era dedicato alle opere d’assistenza: si ricordano suoi interessamenti per aiutare una famiglia ebrea che viveva a Leonessa e le visite nel carcere comunale ai giovani militari fuggiti in montagna per non essere trasferiti ai lavori forzati in Germania'' [...]"<ref>''[https://www.avvenire.it/agora/pagine/leonessa-la-strage-venerdi-santo Leonessa, la strage del venerdì santo]'' di Giuseppe Chiaretti, ''Avvenire'' 9 dicembre 2014</ref>.
[[Antifascista]], dunque, ma non al punto tale da abbracciare la causa della [[Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci" (Italia centrale)|Brigata]] né da esserne ricordato quale [[caduto]].
== Note ==
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