Maximilien de Robespierre: differenze tra le versioni
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Va ricordato che la Rivoluzione, secondo la sensazione di molti suoi sostenitori, era attaccata sia dall’estero che internamente e che Robespierre non deteneva affatto un potere assoluto e dittatoriale, ma solo una maggiore autorità morale in quanto leader della fazione maggioritaria; è altresì difficile comprendere, data la sua propensione iniziale contro la pena capitale per principio, il perché di un cambiamento così netto da permettere ai tribunali di applicare processi sommari in gran numero, e quanto ne fosse davvero responsabile personalmente; senza dubbio non fu a conoscenza di ogni condanna, né la ordinò (come affermarono i suoi nemici), ma non vide o non volle vedere la degenerazione in atto nei principi rivoluzionari, o forse ritenne questa fase indispensabile per la rigenerazione di un sistema ritenuto completamente corrotto.<ref>[http://www.legaintroversi.it/2007/03/14/la-sindrome-di-robespierre/ Luigi Anepeta, ''La sindrome di Robespierre'', parte I]; cfr. anche [http://www.legaintroversi.it/2007/09/02/psicobiografia-di-maximilien-robespierre/2/ Psicobiografia di Maximilien Robespierre, parte II]</ref> Egli riteneva che, in ogni caso, senza un’educazione del popolo, la sola repressione sarebbe stata completamente inutile, perché, affermò “L’immoralità è la base del dispotismo, come la virtù è l’essenza della Repubblica. Il terrore senza la virtù è funesto”.<ref>Citato in Enzo Biagi, ''Quante storie'', Rizzoli, Milano, 1989. ISBN 88-17-85322-4; p. 194.</ref> Il suo voto personale contò sempre, comunque, solo 1/12 di quelli dell’intero Comitato, in caso i suoi l’avessero messo in minoranza, né Robespierre disponeva di un esercito personale con cui imporre un regime.<ref>Albert Mathiez, ''Perché siamo robespierristi?'', brani riportati sul sito ''Les amis de Robespierre''.</ref> Queste misure drastiche erano quindi considerate necessarie dall’intero Comitato e anche dalla Convenzione, più che decise dall’Incorruttibile. In particolare, fu l’atteggiamento di [[Jacques-René Hébert]] - cambiato dopo la morte di [[Jean-Paul Marat]], il 13 luglio 1793, e la crisi dell’estate - che divenne sempre più radicale. Anche lo stesso Marat era stato considerato il principale artefice dell’istituzione del Terrore e della strage dei Girondini, e questo fu il motivo del suo assassinio da parte di [[Charlotte Corday]], che intendeva vendicare i suoi compagni di lotta.<ref>{{Cita|Mathiez-Lefebvre|vol II 126-127|Mathiez2}}</ref>
Tra le persone ghigliottinate durante questo periodo, con sentenze pronunciate in gran parte dai comitati rivoluzionari creati da [[Georges Jacques Danton]], vi furono nobili come la regina [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena]] (alcuni oggetti della regina, tra cui un libro di preghiere con annotazioni a mano, furono trovati nei cassetti di Robespierre<ref>[http://www.maat.it/livello2/robespierre-1.htm Robespierre: difensore del popolo e della religione]</ref>) e il chimico [[Antoine-Laurent de Lavoisier]], oltre che rivoluzionari come lo stesso Danton, leader dei Giacobini [[Modérantisme|Moderati]] e avvicinatosi agli [[Indulgenti]], considerato troppo moderato e favorevole ad una conciliazione con i [[Girondini]] e i monarchici costituzionali, seguito da [[Camille Desmoulins]] e, più tardi, [[Pierre-Gaspard Chaumette|Chaumette]] ed [[Jacques-René Hébert|Hébert]], tutti capi popolari, e il duca [[Luigi Filippo II di Borbone-Orléans|Filippo d’Orléans]], soprannominato ''Filippo Égalité'' (uguaglianza), nobile e cugino del re, che aveva appoggiato la rivoluzione, nonché padre del futuro re [[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo]]. Per questi eventi si disse che ''la Rivoluzione divora i suoi figli''.<ref>frase attribuita al girondino [[Pierre Victurnien Vergniaud]]: "La rivoluzione è come Saturno, divora spietatamente i suoi figli", citato ad esempio in: Matteo D'Ambrosio, ''Nuove verità crudeli: origini e primi sviluppi del futurismo a Napoli'', 1990, pag. 31</ref>
Inoltre, fu decapitata [[Olympe de Gouges]], fondatrice del Centre Socìal e Girondina, che si batteva attivamente per i [[diritti delle donne]] e aveva difeso Maria Antonietta, mentre il girondino [[Nicolas de Condorcet|Marchese di Condorcet]], matematico e filosofo, venne arrestato e si suicidò in carcere. Dopo la morte di Danton, Robespierre divenne il membro più importante del Comitato di Salute Pubblica.<ref>Norman Hampson, ''Storia sociale della Rivoluzione francese'', 1964.</ref><ref>Georges Lefebvre, La Révolution française, PUF, 1968, p.389.</ref>
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