Armida (Haydn): differenze tra le versioni
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La prima rappresentazione avvenne il 26 febbraio 1784 presso il teatro di ''Eszterháza'', il palazzo che il principe [[Nicola I Esterházy|Nicola Esterházy]] si era fatto costruire a [[Fertőd]], nell'attuale Ungheria, dove il compositore risiedeva come ''[[Kapellmeister]]'' del principe. Il libretto, la cui redazione o il cui assemblaggio sono spesso attribuiti a [[Nunziato Porta]], impresario teatrale al servizio anch'egli del principe,<ref>Si veda ad esempio Hunter, p. 198, o Sità, p. 98.</ref> costituisce in effetti la riproposizione quasi completa di quello anonimo già musicato da [[Antonio Tozzi]] nel 1775, sotto il titolo di ''Rinaldo'', con il finale ripreso invece dall<nowiki>'</nowiki>''Armida'' di [[Giovanni Bertati]] intonata da [[Johann Gottlieb Naumann]] nel 1773. Il testo utilizzato da Tozzi era a sua volta largamente basato su un precedente fortunato libretto, anch'esso intitolato ''Armida'', redatto nel 1770 da [[Jacopo Durandi]] per [[Pasquale Anfossi]], e ripreso poi da altri compositori di primo piano.<ref>{{de}}/{{en}} Silke Schloen, ''Vorwort''/''Preface'', in J. Haydn, ''[http://www.clariusaudi.com/attach/prefazioni/9790006520411_Innenansicht.pdf Armida. Dramma eroico]'' (riduzione per piano), Kassel ''et al'', Bärenreiter, 2004, p. IV/VI, ISMN M-006-52041-1.</ref> Durandi è stato spesso accreditato ''tout court'' come autore del libretto haydniano.<ref>Si veda ad esempio la voce su Haydn nella ''Grande enciclopedia della musica lirica'', a cura di Salvatore Caruselli, Longanesi & C. Periodici S.p.A., Roma, s.d., II, p. 594.</ref>
L'opera continuò a essere rappresentata presso gli [[Esterházy]] per ben cinquantaquattro repliche dal 1784 al 1788, rivelandosi così come il più fortunato dei melodrammi di Haydn. Durante la vita dell'autore fu anche eseguita a [[Bratislava|Presburgo (Bratislava)]], [[Budapest]], [[Torino]] e [[Vienna]]. Haydn stesso considerava ''Armida'' la sua opera migliore.<ref>{{en}} Paul Henry Lang, ''Haydn and the Opera'', «The Musical Quarterly», 18, aprile 1932, pp. 274–281.</ref> L'opera in seguito scomparve dal repertorio lirico internazionale fino a quando fu ripresa nel 1968 prima con una esecuzione in forma di concerto a [[Colonia (Germania)|Colonia]], e poi con una produzione scenica a [[Berna]].<ref>{{en}} Roland Graeme, ''[https://oq.oxfordjournals.org/cgi/reprint/18/1/110
Karl Geiringer fece osservare come Haydn abbia adottato i "principi e metodi" di [[Christoph Willibald Gluck]] in questa opera, e come l'[[ouverture]] da sola racchiuda la trama intera dell'opera in termini puramente strumentali.<ref>{{en}}{{cita libro|cognome=Geiringer|nome=Karl|titolo= "Haydn as an Opera Composer" (1939–1940)|collana= ''Proceedings of the Musical Association''|volume= '''66th Sess.'''| pp= 23–32}}</ref> Secondo John A. Rice, l'opera di Haydn contiene qua e là richiami al ''[[Giulio Sabino]]'' di [[Giuseppe Sarti|Sarti]], eseguito al teatro di Eszterháza nel 1783.<ref>{{en}} {{cita libro|autore=John A. Rice|titolo= "Armida"|collana=''Haydn (Oxford Composer Companions)''|curatore=Ed Wyn Jones|editore= Oxford University Press|città= Oxford|anno= 2002|ISBN=978-0199554522}}</ref>
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