Magone Barca: differenze tra le versioni

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Imbarcatosi nella città [[liguri|ligure]] per accorrere in aiuto della patria minacciata da [[Publio Cornelio Scipione]] l'Africano, morì sulla nave in conseguenza delle ferite riportate in una battaglia, persa in [[Insubria]] contro i Romani.<ref>{{cita|Brizzi 2016|p. 144}}.</ref>
Secondo un'altra tradizione, riportata da [[Cornelio Nepote]], Magone riuscì a rientrare in patria ed a partecipare alla [[battaglia di Zama]]. Al termine della guerra continuò la collaborazione con Annibale e riuscì a rimanere a Cartagine anche dopo l'espulsione del fratello dalla città; allo scoppio della guerra tra [[Antioco III il Grande]] e Roma, cercò di forzare l'appoggio cartaginese al regno seleucide. In seguito a ciò', fu anche lui espulso da Cartagine e morì poco dopo in un naufragio o ucciso dai suoi schiavi <ref>{{cita|Cornelio Nepote|''De viris illustribus'', ''Annibale'', 7-8}}.</ref>. Questa versione, però, non riscuote molto credito tra gli storici; si ritiene che Cornelio Nepote si sia confuso con un altro personaggio omonimo, presente al tempo a Cartagine.
 
[[Francesco Petrarca]] descrive nel suo poema ''Africa'' (VI 839- 918) la morte di Magone attribuendogli un famoso lamento intorno alla labilità delle fortune umane.