M.12 (dirigibile): differenze tra le versioni

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La propulsione era affidata a due motori [[Maybach-Motorenbau|Maybach]]-[[Itala (azienda)|Itala]] D.2 a [[motore in linea|6 cilindri in linea]] [[raffreddamento a liquido|raffreddati ad acqua]], eroganti la potenza di 220&nbsp;[[Cavallo vapore|CV]] ciascuno,<ref name=P2p59>{{Cita|Pesce 1982|p.59}}.</ref> posizionati in coppia al centro della navicella ed azionanti [[Elica|eliche quadripala]] lignee.<ref name=C6p3/> I propulsori consentivano all'aeronave di raggiungere una velocità massima di circa 65&nbsp;km/h.<ref name=P2p56/>
 
L'armamento si componeva di un [[cannone|cannoncino]] Vicker-Terni cal. 37/40&nbsp;mm, tre [[Mitragliatrice|mitragliatrici]] e tre [[Pistola mitragliatrice|pistole mitragliatrici]].<ref name=C6p2/>
 
== Impiego operativo ==
L<nowiki>'</nowiki>''M.12'' venne mobilitato il 23 maggio, e il giorno successivo si trasferì sul campo d'aviazione di [[Casarsa della Delizia]] con a bordo lo stesso equipaggio del volo di collaudo.<ref name=C6p3/> Dopo aver subito l'ispezione finale l'aeronave entrò in servizio operativo il 28 maggio al comando del maggiore Agostoni.<ref name=C6p3/> Il nuovo comandante eseguì numerose ascensioni di addestramento, ma promosso tenente colonnello dovette cedere il comando al capitano Carlo Gavotti il 12 luglio.<ref name=C6p3/> Pochi giorni dopo il dirigibile si trasferì a Tauriano di [[Spilimbergo]], sostituendo il similare ''[[M.9 (dirigibile)|M.9]]'' ivi dislocato.<ref name=C6p3/> Nella notte tra il 22 e il 23 luglio decollò, con a bordo 760&nbsp;kg di [[Bomba aeronautica|bombe]], per la sua prima missione bellica che aveva come obiettivo le posizioni [[Impero austro-ungarico|austro-ungariche]] sul massiccio dell'[[Hermada]], in particolare i concentramenti di truppe segnalati ad ovest di [[Duttogliano]] e [[Scoppo]].<ref name=C6p3/> Il decollo alla ore 24.00, e giunto su [[Palmanova]] scaricò la [[zavorra]] portandosi da una quota sotto i 2&nbsp;000 a 3&nbsp;200&nbsp;m, oltrepassando l'[[Isonzo]] alla confluenza col [[Torre (fiume)|Torre]]. Col favore del [[vento]] procedette ad una velocità di 90&nbsp;km/h, compiendo il tragitto di 15&nbsp;km che separavano l'Isonzo dall'Hermada con l'intenzione di passare in mezzo ai [[Proiettore di luce|proiettori posizionati]] uno sull'Hermada e uno sul Monte Terstlji.<ref name=C6p3/> Procedendo a 3&nbsp;600&nbsp;m<ref name=C6p3/> giunse in vista dell'obiettivo protetto da una [[foschia]] che impediva da terra di scorgerlo, quando i due proiettori, cui se ne aggiunse un terzo posto sempre sull'Hermada si misero alla ricerca di [[Aereo|aerei]] nemici.<ref name=C6p4>{{Cita|Cocconcelli 2016|p.4}}.</ref> Alle ore 1:40 lanciò regolarmente il suo carico di bombe sulle postazioni di rovescio della posizione sull'Hermada, e con le prime esplosioni i due proiettori furono subito spenti.<ref name=C6p4/> Al termine delle esplosioni ne fu riacceso uno solo che cominciò a ricercare l'aeronave inquadrandola saltuariamente.<ref name=C6p4/> Gli austro-ungarici eseguirono un tiro di [[artiglieria]] con caratteristiche di interdizione a zona con [[Granata (arma)|granate]] regolate per esplodere ad alta quota contro il dirigibile che si era portato a 4&nbsp;320&nbsp;m.<ref name=C6p4/> A [[velocità]] ridottissima, e con un [[freddo]] molto intenso, l'<nowiki>'</nowiki>''M.12'' cercò di oltrepassare l'Isonzo, ma pochi chilometri prima dell'obiettivo a bordo dell'aeronave ci si accorse che la pressione all'interno dell'involucro stava diminuendo progressivamente in speciale modo nei compartimenti estremi di [[prua]] e [[poppa]].<ref name=C6p4/> Il comandante ordino subito di scendere di quota, ma poco dopo ci si accorse che i piani di coda si erano incastrati in posizione a salire, nonostante l'assiometro del fixator segnasse che erano nella massima posizione a scendere.<ref name=C6p4/> Quando anche i timoni andarono in avaria il dirigibile incominciò a girare in tondo, e allora furono spenti i propulsori lasciandosi trasportare dalla corrente aerea.<ref name=C6p5>{{Cita|Cocconcelli 2016|p.5}}.</ref> Il dirigibile fu portato rapidamente sul mare, passando 4&nbsp;km ad [[est]] di di Punta Sdobba, e nonostante tutti i tentativi fatti, scendendo a 2,5&nbsp;m al [[secondo]], la navicella toccò la superficie del mare all'altezza di Bocca di Primiero, circa 4 miglia ad est della [[Laguna di Grado|laguna]] di [[Grado (Italia)|Grado]].<ref name=C6p5/> I membri dell'equipaggio riuscirono a segnalare la loro posizione tramite l'uso di una lampadina tascabile, e dopo essere stati inquadrati da un proiettore, da terra arrivò la segnalazione che i mezzi di soccorso stavano arrivando.<ref name=C6p6>{{Cita|Cocconcelli 2016|p.6}}.</ref> Circa mezz'ora dopo alcuni [[Motoscafo armato silurante|MAS]] arrivarono sul posto, traendo in salvo alla 4:00 il comandante Gavotti, e i sergenti motoristi Eugenio Costa e Silvio Alessi, mentre persero la vita il capitano Remo La Valle e il tenente del genio Silvio Soli<ref group=N>Entrambi vennero decorati con la [[Medaglia d'argento al valor militare]] alla memoria, così come Gavotti, mentre Costa ed Alessi ricevettero quella di bronzo.</ref> i cui corpi vennero successivamente recuperati.<ref name=C6p7>{{Cita|Cocconcelli 2016|p.7}}.</ref>
 
I resti del dirigibile furono successivamente recuperati da un [[rimorchiatore]] e da un [[barcone]] da carico, con la navicella che venne poi depositata sul Belvedere di Grado.<ref name=C6p7/> Durante la sua carriera compì in totale 12 voli, dei quali uno di [[guerra]], per un totale di 22 [[Ora|ore]] e 45 [[Minuto|minuti]] di volo.<ref name=C6p7/>