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Le forze intermolecolari determineranno quindi quali saranno le proprietà fisiche di una sostanza, soprattutto nei passaggi di stato che coinvolgono i liquidi(solido-liquido e liquido-gas).<ref name=":5">{{Cita libro|titolo=Fondamenti di Chimica e Chimica Organica per Ingegneria Biomedica|autore=Elisabetta Brenna|autore2=Paola D'Arrigo|autore3=Giuseppina Raffaini|anno=2015|editore=Mc Graw-Hill Education|p=233|capitolo=5.2.4|ISBN=978-1-3085-7836-1}}</ref>
Un'elevata forza fra le molecole di una soluzione (ad esempio un legame ad idrogeno, come nel caso dell'acqua) fa innalzare il punto di ebollizione di quest'ultima, perché riuscire a portare le molecole in fase vapore risulta più costoso in termini energetici (presumibilmente fornendo energia sotto forma di calore) per rompere questi legami. Stesso discorso si può fare per il punto di fusione.<ref>{{Cita web|url=https://www.gmpe.it/chimica/legami-intermolecolari|titolo=Legami intermolecolari|accesso=21/04/19 alle 19:20}}</ref>
 
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== Forze di van der Waals ==
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=== Forza di dispersione di London ===
{{Vedi anche|Forza di London}}
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Il legame idrogeno ha un'influenza estremamente importante sul comportamento di molti sistemi biologici.Molecole come le [[Proteine|proteine]] e il [[DNA]] richiedono una rete di legami idrogeno per mantenere le loro strutture e le loro funzioni.<ref name=":5" />
Nel DNA infatti i legami idrogeno fra le basi azotate di due filamenti sono responsabili della struttura a doppia elica. Anche se l’energia necessaria per rompere il singolo legame idrogeno è piccola, in condizioni fisiologiche la struttura a doppia elica è stabilizzata proprio dal numero elevatissimo di legami idrogeno presenti.<ref name=":6" />
 
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== Interazione ione-dipolo ==
 
 
 
L'interazione fra ioni e dipoli, generalmente compresa fra 40-600 kJ/mol, avviene all'interno di [[Soluzione (chimica)|soluzioni]] di [[Soluto|soluti]] ionici in particolari [[Solvente|solventi]] polari, in quanto le molecole del solvente tendono a comportarsi come dipoli elettrici, mentre il soluto viene dissociato in ioni positivi e ioni negativi.<ref>{{Cita libro|titolo=Elementi di chimica – Roberto Spinicci - Firenze University Press|p=227|ISBN=978-88-6453-064-2}}</ref>
 
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Il legame ad alogeno è una delle proprietà degli [[Alogenuri alchilici|alogenuri alchilici]], dei quali determina la [[Reattività|reattività]]. Infatti l'atomo [[Elettronegatività|elettronegativo]] dell' alogeno crea un legame C-X (dove C rappresenta l'atomo di Carbonio e X quello di un alogeno) polare, rendendo di conseguenza elettron-povero l'atomo di Carbonio. La polarità di questo legame inoltre determinerà la chimica stessa degli alogenuri alchilici.<ref>{{Cita libro|titolo=Fondamenti di Chimica e Chimica Organica per Ingegneria Biomedica|autore=Elisabetta Brenna|autore2=Paola D'Arrigo|autore3=Giuseppina Raffaini|anno=2015|editore=Mc Graw-Hill Education|p=528|capitolo=7.4|ISBN=978-1-3085-7836-1}}</ref>
Un esempio di questa interazione si può ben notare quindi nella [[Reazione chimica|reazione]] di alogenuri alchilici con un nucleofilo:
 
 
{{chem|C|H|3}}{{chem|C|+|H|2}}-Cl<sup>(-)</sup> + :Nu<sup>-</sup>
 
 
Dove il Carbonio (il secondo nella formula qui rappresentata) viene caricato come uno ione positivo (elettrofilo, o elettron-povero) da una interazione intramolecolare non covalente dovuta alla presenza dell' alogeno (in questo caso il [[Cloro]]),e reagisce per questo con un nucleofilo (in questo caso rappresentato genericamente) elettron-ricco.<ref>{{Cita libro|titolo=Fondamenti di Chimica e Chimica Organica per Ingegneria Biomedica|autore=Elisabetta Brenna|autore2=Paola D'Arrigo|autore3=Giuseppina Raffaini|anno=2015|editore=Mc Graw-Hill Education|p=248-249|capitolo=3.5|ISBN=978-1-3085-7836-1}}</ref>
 
== Note ==
<references responsive="0" />