Ugo Buttà: differenze tra le versioni

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Destinato al servizio in Colonia prestò servizio per molto tempo in [[Somalia]] e in [[Eritrea]], partecipando alla guerra d'Etiopia]] (1935-1936) al comando di reparti eritrei con il grado di [[tenente colonnello]]<ref group=N>Con anzianità dal 16 novembre 1927.</ref>, venendo decorato con la [[Ordine militare di Savoia|Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia]] il 12 novembre 1936.<ref name=Quirinale>{{cita web|url=https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/1667|titolo=Ugo Buttà|accesso=18 maggio 2019}}</ref>
 
Promosso [[colonnello]] per merito di [[guerra]] con anzianità dal 22 gennaio 1936, comando il [[29º Reggimento fanteria "Pisa"]]<ref name="aw"/> di stanza ad [[Asti]] e poi prestò servizio presso il comando del [[Regio corpo truppe coloniali delld'Eritrea]] sino al 15 settembre [[1939]], quando divenne [[Capo di stato maggiore]] della [[47ª Divisione fanteria "Bari"]], una unità di nuova formazione, con Quartier generale a [[Bari]].
 
Con l'entrata in [[seconda guerra mondiale|guerra]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], avvenuta il 10 giugno [[1940]], prestò servizio in tale incarico sino al dicembre seguente per passare, con la promozione a [[generale di brigata]] avvenuta il 1 gennaio [[1941]], al comando Superiore FFAA dell'[[Albania]] per speciale incarico.
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In seguito passò dapprima al comando della [[213ª Divisione costiera]],<ref name=P0p130>{{Cita|Pettibone 2010|p. 130}}.</ref> poi a prestare servizio presso il comando della [[Tripolitania]] Orientale sino al 22 novembre e poi ancora presso il comando Superiore FFAA dell'[[Africa Settentrionale Italiana]] sino al 31 marzo [[1942]].
 
Dal 1º aprile dello stesso anno fu destinato a prestare servizio presso il comando del I Corpo d'armata a [[Torino]] per incarichi speciali per poi passare in servizio presso il [[Ministero dell'Africa Italiana]] a Roma.
 
Dal 25 aprile [[1943]] assunse il comando della [[155ª Divisione fanteria ''"Emilia''"]]<ref name=P0p126>{{Cita|Pettibone 2010|p. 126}}.</ref> dislocata in [[Montenegro]], nei pressi di Cattaro]].<ref group=N>Il comandante della fanteria divisionale era il generale di brigata Livio Negro.</ref>
 
Il 1º luglio successivo fu promosso al rango di [[generale di divisione]]. Dopo l'annuncio dell'[[Armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre]], i reparti della divisione si concentrarono intorno alle Bocche di Cattaro, dove insieme alla [[Regia Marina]] organizzarono la difesa della locale Piazza Marittima, rifiutando di arrendersi ai [[Germania|tedeschi]]. Per consolidare le proprie posizioni, a partire dal 14 settembre i reparti della ''"Emilia''" conquistarono uno dopo l'altro i presidi tedeschi rimasti isolati nel dispositivo italiano, tranne quelli di Cattaro e Cruda che resistettero.
 
Nei giorni successivi, attaccati da terra e dal cielo dai reparti tedeschi, che nel frattempo avevano ricevuto rinforzi, ed impossibilitati ad organizzare una resistenza efficace, i resti della 155ª Divisione fanteria ''Emilia'' si imbarcarono il 16 settembre sulle unità della Regia Marina, dirette a Bari dove giungeranno e verranno presto riutilizzate nel [[Corpo Italiano Liberazione]].