Economie di scala: differenze tra le versioni

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Le economie interne ed esterne nei Principles: Piccola aggiunta su Marshall con due note
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Per quanto concerne l'economia di capacità personali, oltre quelle derivanti da un utilizzo più efficiente della manodopera, Marshall sottolinea il grande vantaggio derivante alla grande impresa dalla suddivisione del lavoro di amministrazione.
 
Quanto poi alla considerazione che l'esistenza di economie interne di scala porti inevitabilmente alla creazione di [[monopolio|monopoli]], Marshall osserva che “alcuni, purtra ammettendoi quali lo stesso Cournot”, hanno considerato “le economie interne […] apparentemente senza notare che talele tendenzaloro èpremesse inevitabileconducevano inevitabilmente alla conclusione che, sebbenequalsiasi siaimpresa piùfosse accentuatastata in alcunegrado industriedi acquistare il vantaggio della prima mossa avrebbe potuto conquistare il monopolio dell’intero settore di attività”.<ref>Marshall (1890, pp. 378, 380, nota 1); cfr. Cournot (1838, pp. 96 ss.).</ref> Marshall, pur ammettendo che intale altretendenza è inevitabile, osservaritiene tuttavia che vi sonosiano fattori che ne limitano l'operare, e segnatamente:
*la morte dell'imprenditore e la difficoltà che i successori alla guida dell'impresa ne condividano le capacità imprenditoriali;
*la difficoltà di raggiungere nuovi mercati per le proprie merci;
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Con riferimento alle dinamiche sottostanti alla crescita e alla caduta delle imprese Marshall osserva:
 
:"Qui possiamo trovare qualcosa da imparare dagli arboscelli delle foreste che crescono e si innalzano in mezzo all'ombra malefica dei più vecchi rivali. Molti soccombono nel cammino, pochi soltanto sopravvivono; ma questi pochi divengono ogni anno più forti, ottengono una quantità sempre maggiore di luce e di aria a grado a grado che crescono, e alla fine sovrastano le piante vicine, e pare che debbano crescere sempre, e diventare sempre più forti. Ma non accade così. Potrà avvenire che un albero mantenga il pieno vigore e cresca di più di un altro, ma presto o tardi l'età farà sentire su tutti i suoi effetti. Le piante maggiori, sebbene godano più luce e aria delle rivali, tuttavia perdono gradatamente vitalità; e l'una dopo l'altra cedono il posto ad altre le quali, pur avendo minor forza materiale, posseggono però il vigore della gioventù."<ref>Marshall (1972, p. 448).</ref>
 
===La critica di Sraffa===