Loreto: differenze tra le versioni

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[[Papa Sisto V]] diede un forte impulso allo sviluppo urbanistico di Loreto. Col suo proclama del [[1586]] elevò il borgo a città e così Loreto vide notevolmente aumentare la sua popolazione e crebbe il numero di pellegrini, tanto che si dovette pensare a un nuovo acquedotto atto a condurre l'acqua delle vigne di [[Recanati]] alla piazza del Santuario, completato il 2 dicembre [[1606]].
 
=== Le vicende Napoleonichenapoleoniche ===
[[File:Loreto 1725.jpg|thumb|upright=1.3|Veduta di Loreto nel 1725]]
Spariti i Turchi arrivò la minaccia napoleonica. [[Napoleone Bonaparte]] stava svolgendo la sua [[Campagna d'Italia (1796-1797)|Campagnacampagna d'Italia]] e, vittorioso, costrinse il 23 giugno [[1796]] [[papa Pio VI]] a firmare l'[[Armistizioarmistizio di Bologna]], in cui permetteva l'occupazione di [[Ancona]] (assieme alla stessa [[Bologna]] e [[Ferrara]]) da parte dell'esercito francese. Mentre le principali città delle [[Marche]] settentrionali spingevano per la proclamazione della [[Repubblica Anconitana]] al fine di non tornare sotto lo [[Stato Pontificio]], Loreto, da sempre papalina, trepidava per il saccheggio al tesoro del Santuario.
 
Il 9 febbraio [[1797]], alle sette di sera, Napoleone - diretto a [[Tolentino]] - giunse a Loreto fermandosi a Porta Romana. Qualche notabile lo accolse offrendogli anche le chiavi della città, ma su un bastione vicino era appostato un uomo che armato di fucile aprì il fuoco. La carica fece cilecca e l'attentatore fu preso e fucilato in Piazza dei Galli. Il giorno seguente i soldati francesi portarono via tutto quanto trovarono. Nonostante il tesoro fosse già stato stipato in tante grosse botti da vino e trasportato a [[Roma]], dove fu nascosto a [[Castel Sant'Angelo]] per ordine di [[papa Pio VI]], sembra che i francesi requisirono 94 chili d'oro e 17 quintali d'argento, quadri e cristalli di Boemia dagli armadi. Napoleone entrò anche nella Santa Casa e pose il suo sigillo sulla statua della Madonna ordinando di spedirla a [[Parigi]] insieme al tesoro. Durante il periodo di esilio il culto della ''Vergine Lauretana'' nella Santa Casa di Loreto fu affidato al simulacro in legno di pioppo (identico all'originale), oggi conservato a [[Cannara]] ([[Perugia]]) e che attualmente rimane l'unico esemplare del periodo napoleonico, dopo l'incendio della statua originale del [[1921]], ad essere stato venerato nella Santa Casa<ref>''«La statua della Vergine Lauretana di Cannara. Storia, Tradizione e Culto. Il Restauro»'', a cura di Ottaviano Turrioni, Spello 2005.</ref>. Con il [[Trattatotrattato di Tolentino]] la statua originale finì a Roma per poi tornare, con un viaggio da "[[Madonna pellegrina]]" di otto giorni, a Loreto, dove giunse il 9 dicembre [[1801]].
 
Le razzie di cui fu fatta oggetto la città sono rievocate da [[Agostino Rivarola]] in una lettera del marzo 1797. In questo scritto, monsignor Rivarola in particolare chiama in causa le responsabilità di Ludovico Sensi, prelato schieratosi con l'invasore e da questi nominato Governatoregovernatore generale. Stando alla testimonianza, Sensi dopo aver preso parte al ladrocinio si sarebbe persino recato «in Chiesa coi muratori» per «demolire la Santa Casa», ma tale fu lo sdegno della popolazione di fronte a questo proposito che lo «scelerato» fu costretto a desistere<ref>Luca Sansone (a cura di), Lettere e carte politiche di monsignor Rivarola governatore di San Severino e Macerata, p.21</ref>.
 
=== Novecento ===