Ceramica greca: differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:Apollo Artemis Brygos Louvre G151.jpg|thumb|[[Apollo]] ed [[Artemide]], tondo di [[kylix|coppa]] [[attica]] a figure rosse [[470 a.C.]], [[musée du Louvre]]|305x305px]]
 
L'arte della '''[[ceramica]]''' e della pittura vascolare raggiunse nell''''[[antica Grecia]]''' un alto livello di qualità artistica ed è anche una testimonianza privilegiata della vita e cultura degli antichi Greci.
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== Decorazione figurata ==
Nella storia della ceramografia greca i soggetti mitologici sono i più frequenti, solo nel tardo periodo arcaico e nel periodo classico si trova un numero maggiore di soggetti riferentisi alla quotidianità. La contemporaneità e la ritrattistica sono temi accolti solo nel IV secolo a.C.
 
Il mito per il popolo greco si identificava con la propria storia e si riferiva alle imprese degli eroi dell'età del bronzo, veniva tramandato in modo informale e poteva essere modificato lasciando all'artista ampia libertà di formulazione. I poemi omerici cominciarono ad essere tramandati in forma scritta dal VI secolo a.C. e a partire dal V secolo a.C. le narrazioni tradizionali furono rappresentate sulla scena teatrale. La ceramica decorata era un mezzo di espressione comprensibile a chiunque; gli altri luoghi dedicati alla rappresentazione pittorica nell'antica Atene erano gli interni e le mura di alcuni edifici pubblici, soprattutto templi, costruzioni concepite come eterne, non soggette a mutamenti. I vasi restituiscono l'immagine che le persone comuni avevano del proprio mondo essendo stati il veicolo abituale attraverso il quale si usava commentare il presente, ad un livello inferiore rispetto a quello espresso da poeti, sacerdoti e uomini politici.
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=== Stile protogeometrico ===
{{vedi anche|Stile protogeometrico}}
[[ImmagineFile:Amphora protogeometric BM A1123.jpg|thumb|[[Anfora]] globulare ansata, [[950 a.C.|950]]-[[900 a.C.]], h 35 cm. [[British Museum]] A1123.]]
 
I vasi del periodo protogeometrico (v. [[1050 a.C.]]-[[900 a.C.]]) costituiscono una delle essenziali testimonianze relative all'inizio dei [[Medioevo ellenico|secoli oscuri]] della civiltà greca.
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=== Stile geometrico ===
{{vedi anche|Stile geometrico}}
[[ImmagineFile:Jug 740 BC Staatliche Antikensammlungen.jpg|thumb|upright=0.7|Brocca [[attica]], Tardo geometrico, [[740 a.C.]], [[Staatliche Antikensammlungen]] di [[Monaco di Baviera]]]]
 
L'evoluzione dello stile protogeometrico attico è lo stile geometrico, datato tra il [[X secolo a.C.|X]] e l'[[VIII secolo a.C.]] Le fasce ornamentali sempre più numerose e fitte scandiscono in questo periodo le parti del vaso annullando le superfici a vernice nera.
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==== Ceramica protocorinzia ====
{{vedi anche|Ceramica protocorinzia}}
[[ImmagineFile:Olpe sphinx Louvre Cp10475.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Olpe (vaso)|Olpe]] protocorinzia, v. [[640 a.C.|640]]-[[630 a.C.]], h 32,40 cm. Parigi, [[Museo del Louvre]] Cp 10475]]
 
Durante il tardo geometrico beni e artigiani di altri paesi cominciarono ad affluire in Grecia portando un nuovo repertorio di forme che le fabbriche di Corinto assorbirono prontamente. Furono assunti a modello i bronzi e gli avori orientali che recavano incise o lavorate a bassorilievo figurazioni più complesse e ricche di particolari rispetto alle silhouette stilizzate diffuse in ambito greco. La complessità dei nuovi motivi portò i vasai corinzi a elaborare la tecnica a silhouette fino alla creazione di una nuova tecnica che viene chiamata [[Ceramica a figure nere|a figure nere]] e che si trova originariamente sui vasi denominati protocorinzi (stile orientalizzante corinzio) termine con il quale si identifica la produzione compresa tra la fine dell'VIII secolo a.C. e il 625 a.C. circa per distinguerla dalle più recenti serie chiamate [[Ceramica corinzia|corinzie]] (625-550 a.C.).
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==== Ceramica protoattica ====
{{vedi anche|Ceramica protoattica}}
[[ImmagineFile:Polyphemus Eleusis 2630.jpg|thumb|[[Pittore di Polifemo]] (attr.), [[Ulisse]] e [[Polifemo]], dettaglio di [[anfora]] protoattica in stile bianco e nero (''Anfora di Eleusi''), c. [[660 a.C.]], h 142 cm, museo di [[Eleusi]]]]
 
Il termine protoattico si riferisce alla ceramica ateniese prodotta durante il VII secolo a.C., tra il 700 e il 610 a.C. circa. Ad Atene lo stile geometrico si era distinto per un forte senso dell'ordine, ma le generazioni successive mostrarono una tendenza all'immaginazione grandiosa e alla sperimentazione. Nell'ultimo quarto dell'VIII secolo a.C. le figure sui vasi attici geometrici progressivamente si fecero più grandi e corpose assumendo posizioni stabili e proporzioni più corrette. Comparvero gli animali, reali e fantastici, ma la generale tendenza sperimentale del VII secolo a.C. venne applicata in Attica alle grandi scene mitologiche, sfuggendo alla pura decorazione vascolare di derivazione corinzia per una reale continuità di interesse nei riguardi delle scene narrative. La provincialità di Atene in questo periodo allo stesso tempo la metteva al riparo dal rischio della "massificazione" dovuta ad una grande richiesta nella produzione, come sarebbe accaduto a Corinto; raramente sono state trovate testimonianze protoattiche al di fuori dall'Attica o dell'isola di Egina.<ref>{{Cita|Hurwit 1985|pp. 164-173.}}</ref>
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[[File:Akhilleus Penthesileia Staatliche Antikensammlungen 2688 n2.jpg|thumb|Pittore di Pentesilea, ''Achille e Pentesilea'', 460 a.C. circa, Gliptoteca, Monaco]]
 
La ceramica a figure rosse fa la sua comparsa ad Atene verso il 530 a.C.; la data è stata fissata in base alla somiglianza stilistica tra le prime figure dipinte sui vasi a figure rosse e le figure del fregio del [[Tesoro dei Sifni]] a [[Delfi]], per la datazione delle quali esistono testimonianze certe. La nuova tecnica consiste in un'inversione di tendenza rispetto a quella delle figure nere, essa infatti prevede che il fondo del vaso sia dipinto di nero, mentre le figure risparmiate hanno il colore rossastro della terracotta e i dettagli sono dipinti e non più incisi. Si tratta in qualche modo di un ritorno alla tecnica a contorno del periodo orientalizzante. La maggiore fluidità della linea rispetto all'incisione permise un miglioramento del disegno, soprattutto per quanto riguarda i particolari delle vesti e per i dettagli anatomici delle figure; una conseguenza della maggiore facilità del dettaglio fu inoltre la perdita della simbologia affidata ai colori. Comparvero lo scorcio e la veduta di tre quarti.<ref name="Boardman80-103"/> La migliore versatilità della tecnica permise di riprendere le contemporanee conquiste della pittura monumentale e della statuaria.<ref name=DVC46>De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 46.</ref>
 
Il centro di maggior produzione rimase Atene, dove nel quartiere dei vasai, il [[Ceramico (Atene)|Ceramico]], tra VI e V secolo a.C. lavorarono circa 200 pittori e 500 ceramisti.<ref name=DVC46/> La prima attestazione della nuova tecnica è rinvenibile nei vasi del [[Pittore di Andocide]]; in alcuni casi nel primo periodo si trovano vasi, cosiddetti [[ceramica bilingue|bilingui]], sui quali coesistono scene a figure nere e rosse. [[Euphronios]] e [[Euthymides]] alla fine del VI secolo a.C. si dimostrarono debitori dello stile classico di Exekias. Altri ceramografi che si espressero nel nuovo stile durante il periodo arcaico furono [[Oltos]], [[Epiktetos]], il [[Pittore di Berlino]], il [[Pittore di Kleophrades]], [[Onesimos]], [[Duride (ceramografo)|Duride]], il [[Pittore di Brygos]].<ref name="Boardman80-103"/> Tra questi Euphronios fu tra i primi a sfruttare appieno le possibilità della nuova tecnica, come dimostra il [[cratere con la lotta tra Eracle e Anteo]] ([[Louvre]], 515 a.C. circa), proveniente da [[Cerveteri]]: i protagonisti appaiono tesi nello sforzo della battaglia, con una resa curata dell'anatomia che sottintende la contrapposizione tra bestialità e razionalità; la forma compositiva, con due figure simmetriche ai lati che esprimono spavento sollevando le braccia, denuncia una chiara derivazione da sculture di [[frontone|frontoni]].<ref name=DVC47>De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 47.</ref> Il rinnovamento attuato all'inizio del V secolo a.C. dai pittori su larga scala come [[Polignoto di Taso]] e [[Mikon di Atene]], attivi all'epoca di [[Cimone]], venne subito ripreso dai ceramisti. Il [[pittore di Kleophrades]], ampliò la tavolozza dei colori disponibili, come si vede in un'[[idria]] al [[Museo archeologico nazionale di Napoli]] (detta Hydria Vivenzio) con scene dell'[[Iliade]] e dell'[[Odissea]]: le figure, rese con la semplice linea di contorno, mostrano un disegno raffinato che suggerisce effetti plastici, accentuata è la gestualità dei personaggi che danno un senso drammatico alle scene.<ref name=DVC47/>
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Al di fuori della Grecia continentale furono molto floride la scuola cretese, luogo di origine della cosiddetta [[ceramica di Hadra]], prodotta in seguito anche ad [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]] e altrove.
 
In Italia è da notare la [[ceramica apula|scuola apula]] dalla quale si sviluppò la [[ceramica di Egnazia]]; si distinguono ancora in epoca ellenistica i [[vasi canosini]] in Apulia. In Sicilia si sviluppa, dalla fine del IV secolo, la [[ceramica di Centuripe]] con la produzione di vasi funerari o nuziali, Pyxis, Lebes e Lekanis con decorazione policroma su fondo rosato applicata dopo la cottura e con aggiunte plastiche in argilla e statuine fittili, teste, clipei <ref>{{Cita|Cook 1997|pp. 193-195}}</ref>. In Campania si producono i [[vasi caleni]] (da [[Cales]]), costituiti da forme piccole, a vernice nera con figure a rilievo o impresse.<ref name=Board122-127/>
 
== Note ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Ancient Greek pottery|preposizione=sulla}}
 
==Collegamenti esterni==