Massimo Scaligero: differenze tra le versioni

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{{citazione|L'uomo conosce e in qualche modo domina il mondo, mediante il [[pensiero]]. La contraddizione è che egli non conosce né domina il [[pensiero]]. Il [[pensiero]] permane un mistero a se stesso. La [[filosofia]], la [[psicologia]], traggono alimento da esso, ma, da quando esistono, non mostrano di aver afferrato il senso del suo movimento, il contenuto ultimo del processo logico, del quale si giovano per le loro strutture dialettiche. Ritengono che il [[pensiero]] sia la [[dialettica]], coincida con la [[dialettica]]: nasca e finisca come [[dialettica]]. Ai fini del Sapere, l'oggettività esteriore sorge come sistema di valori nella coscienza umana, ma questa ignora di istituire il fondamento di quella e di determinare l'oggettività come [[concetto]], prima della [[consapevolezza]] dialettica del concetto medesimo. Logicamente, l'uomo sa che cosa è un [[concetto]], ma ignora che cosa esso sia come [[forza]] e come nasca e quale il suo potere di compimento nel reale: che è più che il suo apparire dialettico e logico: il [[potere]] medesimo della [[vita]]".<ref>Massimo Scaligero'', Tecniche della concentrazione interiore'' (Roma, Edizioni Mediterranee, 1975)</ref>}}
 
L'esercizio detto della "[[concentrazione mentale|concentrazione]]" del pensiero assume per Scaligero una valenza fondante e si pone come ''conditio sine qua non'' dell'esperienza sovrasensibile. Scrisse numerosi di libri nei quali la tematica del « pensare » e del pensiero vivente » occupano una parte preponderante. Il pensiero veicolato dall’organo [[cervello|cerebrale]] nello stato di coscienza ordinaria, viene chiamato “pensiero riflesso”, o “lunare”: questo è la sede ed il veicolo della dialettica, di quell’attività raziocinante che allontanerebbe l'uomo dallo Spirito, rendendolo schiavo dei due dèmoni Arimane e Lucifero [''[[Wikipedia:Uso delle fonti|<sup>senza fonte</sup>]]''], le due potenze infere che si ritrovano nelle teorie esoteriche di Steiner{{sf}}. Ma alla base ed al di là di quest’attività raziocinante vi sarebbe il “pensiero vivente”, una dimensione solare in cui l’Essere si manifesta in Idee viventi, veicolo dello Spirituale, in una trama “eterica” che sta alla base di quella “fisica”. Per alcuni particolari aspetti, la visione di Scaligero si apparenta alle teorie dello Yoga e del Vedanta[''[[Wikipedia:Uso delle fonti|<sup>senza fonte</sup>]]''] . Ramana Maharshi, che il nostro ammirava[''[[Wikipedia:Uso delle fonti|<sup>senza fonte</sup>]]''], parla di un “mentale puro” (shuddha manas) come luce pura nel cervello; quando questo é contaminato da dei pensieri, esso si trasforma in mentale ordinario, impuro (malina manas). Anche la concezione della Luna come reggitrice dell'attività cerebrale, o “pensiero riflesso”, è in parte assimilabile a quella dello yoga: “Il mentale è comparabile alla Luna ed il Sé al Sole. Il mentale è utile in relazione alla luce che vi si riflette, cosa che permette di vedere gli oggetti. Quando il Sole si alza (la realizzazione del Sé) la Luna (il mentale) impallidisce e non serve più a nulla in pieno giorno” (Ramana Maharshi).
 
Il “Sé” trascendente degli orientali ([[Ātman|Atman]]) è identificato da Massimo Scaligero con l'"Io"[''[[Wikipedia:Uso delle fonti|<sup>senza fonte</sup>]]''], per via di un'esperienza ascetica condivisa con Rudolf Steiner sulla base della prassi indicata dal maestro austriaco : "Io" quale principio autocosciente, incarnato ma sovrasensibile, capace – se esperito – di far oltrepassare all’uomo i limiti della terrestrità e della natura ''(prakriti)'', rendendolo un “Iniziato” solare. Insieme all’idea dell’”Io” viene postulata la differenza fra Uomo orientale ed occidentale. Mentre nell’orientale l’esperienza dello spirito sarebbe più immediata e svincolata dal pensiero, nell’uomo occidentale la funzione dell’organo cerebrale e del “pensiero riflesso” sarebbero il punto di partenza di una rinnovata esperienza sovrasensibile. Come in Rudolf Steiner, riconoscimento della realtà di reincarnazione e karma (cfr. in particolare ''Reincarnazione e Karma'' e ''Lotta di Classe e Karma''), dell'arcangelo Michele come principe del pensiero e del Cristo come salvatore[''[[Wikipedia:Uso delle fonti|<sup>senza fonte</sup>]]''], si realizzano, nell'opera di Scaligero, per via di una sintesi esoterica originale, lontana dalle vie dell'esoterismo tradizionale. Proprio l’aver abbracciato le idee di Rudolf Steiner e dell’antroposofia fu il motivo dell’incomprensione e del progressivo distacco da Julius Evola. Quest’ultimo, infatti, così come René Guénon<ref>René Guénon, ''Il Teosofismo, storia di una pseudoreligione'', 1921</ref>, considerava l’antroposofia come una dottrina spuria<ref>Julius Evola, ''Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo'', 1932</ref>, sprovvista della necessaria regolarità tradizionale e per questo inefficace dal punto di vista dell’operatività iniziatica.