Carrè (Italia): differenze tra le versioni
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Non è noto quando e perché il castello di Carrè sia andato in rovina, ma è certo che ciò accadde piuttosto tardi, presumibilmente nel secolo XVII; esso passò indenne il periodo delle ritorsioni padovane successive al passaggio di Vicenza in mano degli Scaligeri, nel secondo decennio del Trecento, e fu risparmiato anche dalle distruzioni messe in opera da [[Bartolomeo d'Alviano]] durante la [[guerra della Lega di Cambrai]] nel 1514<ref>Il che è indirettamente confermato da un privilegio del 25 marzo 1552 con il quale il doge Francesco Donato ordinava "''Ut in posterum ipsa villa de Carrade cum castro et universo territorio Comitatus Carrade nuncupatur''"</ref>. Alla fine del Cinquecento [[Filippo Pigafetta]] annotava che "l'Astico... bagna le radici de' monti... et prima di Carrè nella cima del quale s'alza il castello degli Conti Capra (cognominati etiandio Carradii per quella giurisditione) ... ". Visitando il luogo nei primi anni dell'Ottocento, il [[Gaetano Maccà|Maccà]]<ref>Gaetano Maccà, ''Storia del territorio vicentino'', XI, parte II, p. 141</ref> affermava che "ivi adunque esistono alcuni avanzi delle sue mura, e sono di pietre del monte di Carrè. Osservai un pezzo lungo di esse mura, il quale è grosso piedi sei, e onice cinque"<ref>A. Canova e G. Mantese, ‘'I castelli medievali ...'’, p. 218</ref>.
Nel 1337, durante la dominazione [[scaligeri|scaligera]], il territorio di Carrè fu sottoposto, sotto l'aspetto amministrativo, al [[Storia del territorio vicentino#I Vicariati civili|Vicariato civile]] di [[Thiene]] e tale rimase sino alla fine del XVIII secolo<ref>{{Cita| Canova, 1979|p. 25}}.</ref>.
=== Età moderna ===
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