Arte sovietica: differenze tra le versioni

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{{Citazione|L'arte appartiene al popolo. Deve avere le sue radici più profonde nel folto delle masse lavoratrici, deve essere compresa da queste masse e amata da loro. Dovrebbe esprimere i sentimenti, i pensieri e la volontà di queste masse, allevarli. Dovrebbe risvegliare gli artisti in loro e svilupparli.<ref>{{Cita libro|autore=Lenin|titolo=Sull'arte e sulla letteratura}}</ref>}}
 
I compiti principali dell'arte sovietica erano quindi quelli di servire il popolo, sostenere la causa comune della lotta per il socialismo e il comunismo, portare la verità alle persone e dare vita alla loro creatività,<ref name="S293">{{Cita|Sarab’janov|pp. 293-298}}.</ref> nonché diffondere gli ideali di multi-nazionalità.
 
Già nei primi mesi dopo la salita al potere, il governo bolscevico adottò una serie di risoluzioni importanti per lo sviluppo della cultura:
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* Il 26 novembre 1918 fu emanata la legge "Sul riconoscimento delle opere scientifiche, letterarie, musicali e artistiche come proprietà statale".
 
All'inizio, il governo bolscevico nazionalizzò i musei artistici, le collezioni private e le gallerie (come la [[Galleria Tret'jakov|Tret'jakov]] di Mosca o l'[[Ermitage]] e il [[Museo russo]] di [[Pietrogrado]]). Il [[Cremlino di Mosca]] venne nazionalizzato, le sue cattedrali trasformate in musei e furono prese misure per proteggere i monumenti di [[Zvenigorod]], [[Dmitrov]], [[Kolomna]], [[Serpuchov]], [[Možajsk]], [[Novgorod]], [[Pskov]] e di altre città,<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 294}}.</ref> mentre i palazzi reali e alcune case padronali furono trasformate in musei. Nel 1919 vi erano 87 musei in [[RSFS Russa|Russia]] e nel 1921 il numero salì a 210. Per lo studio e la catalogazione delle opere d'arte, venne istituito il Fondo del Museo di Stato. Dopo la registrazione, la sistematizzazione e lo studio, fu avviata una fase di acquisizione dei musei nella quale le opere vennero distribuite uniformemente tra i vari musei del Paese. Allo stesso tempo, furono aumentate le costruzioni di edifici museali.<ref name="S293" />
 
Nel 1918, Lenin emise il decreto "Sui monumenti della repubblica", annunciando un piano per influenzare le masse tramite le sculture. In breve tempo, i migliori scultori sovietici realizzarono numerosi monumenti dedicati ai leader della rivoluzione e alle figure più importanti della cultura socialista e russa. Sfortunatamente, la maggior parte di queste opere non è riuscita ad arrivare ai giorni nostri a causa dell'economicità e della scarsa qualità dei materiali utilizzati.<ref name="S293" />
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=== Manifesti politici ===
[[File:Где_работа,_идите_туда._Первое_мая_—_праздник_труда.jpg|miniatura|Manifesto del Primo Maggio di I. Maljutin, 1920 (Okna ROSTA).]]
Gli stili artistici nati per essere esposti nelle vie, nei primi anni dopo la rivoluzione, ebbero un ruolo cruciale nel "plasmare la coscienza sociale ed estetica del popolo rivoluzionario". Pertanto, insieme alla scultura monumentale, i manifesti politici ricevettero uno sviluppo maggiore, essendo considerati come la forma d'arte più mobile ed efficace.<ref name="S298">{{Cita|Sarab’janov|pp. 298-302}}.</ref>
 
Durante la [[Guerra civile russa|guerra civile]], i manifesti erano caratterizzati da una rappresentazione chiara e nitida che permetteva una reazione immediata ad eventi in rapida evoluzione, facilitando l'[[Agit-Prop|agitazione]]. Il linguaggio plastico era dato da qualità come il laconismo, uno stile unico per ogni immagine, la forma e l'azione chiara.<ref name="S298" /> I manifesti venivano stampati in grandi formati e collocati ovunque, anche nei luoghi di lavoro.
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=== Decorazione delle città nelle feste ===
La decorazione delle città durante le festività civili divenne un altro fenomeno dell'arte sovietica, ripetuto annualmente in occasione dell'anniversario della Rivoluzione d'ottobre, della [[Festa del lavoro]], della [[Festa della donna|donna]] e altre feste sovietiche.<ref name="S302">{{Cita|Sarab’janov|pp. 302-303}}.</ref>
 
Nacque quindi una nuova forma d'arte, grazie alla quale la pittura acquisì un nuovo spazio e nuove funzioni. Per le festività venivano creati quadri monumentali caratterizzati da un forte pathos, e gli artisti creavano delle bozze per la progettazione di piazze e strade.<ref name="S302" />
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[[File:Petrograd_Madonna_(Petrov-Vodkin).jpg|miniatura|215x215px|''Madonna di Pietrogrado'', K. Petrov-Vodkin.]]
[[File:Rylov_Blue_Expanse.jpg|miniatura|''Nella distesa blu'', A. Rylov.]]
Nei primi anni del regime, molti degli artisti si erano già formati prima della rivoluzione e "il contatto con una nuova vita veniva associato a delle notevoli difficoltà".<ref name="S303">{{Cita|Sarab’janov|pp. 303-304}}.</ref> Un esempio di tale scontro può essere ritrovato nelle opere di [[Nikolaj Ivanovič Fešin|Nikolaj Fešin]] create tra il 1917 e il 1923 prima della sua partenza per gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].<ref>{{Cita libro|autore=Pëtr Maksimilianovič Dul’skij|titolo=Библиотека иллюстрированных монографий отдела изобразительных искусств Казанского народного комиссариата по просвещению|anno=1921|editore=Казанское отделение государственного издательства|capitolo=Н. Фешин}}</ref>
 
Gli studi sull'arte sovietica dividono i maestri della pittura sovietica di questo periodo in due gruppi:
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Durante la [[prima guerra mondiale]], molti architetti rimasero senza lavoro e poterono impegnarsi soltanto nella progettazione, mentre alcuni riuscirono a collaborare con gli scultori nella creazione di monumenti, come [[Lev Vladimirovič Rudnev|Lev Rudnev]] che realizzò un'opera "Alle vittime della repressione" per il Marsovo pole di Pietrogrado.
 
[[Vladimir Tatlin]] concepì nel 1920 il celebre [[Monumento alla Terza Internazionale]]: ideato come sede in stile [[Costruttivismo (arte)|costruttivista]] per il [[Comintern]] a Pietrogrado, divenne un simbolo della nuova direzione artistica sovietica ed un'espressione di coraggio e determinazione della ricerca.<ref name="S305">{{Cita|Sarab’janov|p. 305}}.</ref> Secondo alcuni, la torre avrebbe dovuto rappresentare le aspirazioni della nascente Unione Sovietica<ref name="C716">{{Cita libro|autore=Francis D. K. Ching|titolo=Global History of Architecture|anno=2011|p=716}}</ref> e una sfida alla [[Torre Eiffel]] come simbolo della modernità.<ref>{{Cita libro|autore=William H. McNeill|autore2=Jerry H. Bentley|titolo=Berkshire Encyclopedia of World History|anno=2005|isbn=978-1-933782-65-2}}</ref> Il critico sovietico Viktor Šklovskij lo definì come un monumento "fatto di acciaio, vetro e rivoluzione".<ref name="C716" />
 
=== Porcellane ===
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==== AChRR ====
[[File:Brodski_lenin.jpg|miniatura|297x297px|''V. I. Lenin a Smolny nel 1917'', I. I. Brodskij, 1930]]
Fondata nel 1922, l'[[Associazione degli artisti della Russia rivoluzionaria]] ({{russo|Ассоциация художников революционной России, АХРР|Associacija chudožnikov revoljucionnoj Rossii, AChRR}}) era composta da ex artisti itineranti i cui stili ebbero una grande influenza sull'approccio artistico in generale del gruppo, basato su un linguaggio quotidiano e realistico vicino al popolo. Oltre ai dipinti dettati principalmente da ideali rivoluzionari, l'AChRR organizzò anche mostre tematiche come "Vita e vite dei lavoratori" o "Vita e vite dell'Armata Rossa".<ref name="S307">{{Cita|Sarab’janov|pp. 305-307}}.</ref>
 
I principali maestri e artisti del gruppo sono stati: [[Isaak Izrailevič Brodskij|Isaac Brodskij]], [[Georgij Georgievič Rjažskij|Georgij Rjažskij]], il ritrattista [[Sergej Vasil’evič Maljutin|Sergej Maljutin]], [[Abram Efimovič Archipov|Abram Archipov]], [[Vasilij Nikolaevič Jakovlev|Vasilij Jakovlev]] e [[Mitrofan Borisovič Grekov|Mitofan Grekov]].<ref name="S307" />
 
==== OST ====
La ''Obščestvo chudožnikov-stankovistov'' ({{russo|Общество художников-станковистов}}) venne fondata nel 1925 e incluse artisti meno conservatori dal punto di vista della pittura che sostenevano la rinascita e lo sviluppo dei quadri realizzati su un cavalletto, non facendosi guidare dal realismo ma bensì dall'esperienza degli espressionisti. Le tematiche degli artisti della OST riguardavano l'industrializzazione, la vita quotidiana e lo sport.<ref>{{Cita|Sarab’janov|pp. 307-310}}.</ref>
 
Tra i pittori della OST vi erano: [[Petr Vladimirovič Vil’jams|Petr Vil'jams]], [[Aleksandr Aleksandrovič Dejneka|Aleksandr Dejneka]], [[Aleksandr Arkad’evič Labas|Aleksandr Labas]], [[Sergej Alekseevič Lučiškin|Sergej Lučiškin]], [[Юрий Иванович Пименов|Jurij Pimenov]], [[Aleksandr Grigor’evič Tyšler|Aleksandr Tyšler]] e [[David Petrovič Šterenberg|David Šterenberg]].
 
==== ''Četyre iskusstva'' e OMCh ====
La ''Četyre iskusstva'' ({{russo|Четыре искусства||Quattro arti}}) venne fondata da artisti che avevano precedentemente fatto parte della ''[[Mir iskusstva]]'' e della ''Golubaja roza'', che si occupavano della cultura e del linguaggio della pittura. Tra i membri più importanti dell'associazione vi erano: [[Pavel Varfolomeevič Kuznecov|Pavel Kuznecov]], [[Kuz’ma Sergeevič Petrov-Vodkin|Kuz'ma Petrov-Vodkin]], [[Martiros Sergeevič Sar’jan|Martiros Sar'jan]] e [[Vladimir Andreevič Favorskij|Vladimir Favorskij]]. La società era caratterizzata da un'impronta filosofica unita ad un'adeguata espressione plastica.<ref name="S310">{{Cita|Sarab’janov|pp. 310-314}}.</ref>
 
La ''Obščestvo moskovskih hudožnikov'' ({{russo|Общество московских художников}}) comprende ex membri delle associazioni ''Moskovskie živopiscy'', ''Makovec'' e ''Bytie'', nonché membri della ''[[Bubnovogo valeta]]''. Tra gli artisti più attivi del gruppo vi erano: [[Pëtr Končalovskij]], [[Il'ja Maškov]], [[Aristarch Vasilievič Lentulov|Aristarch Lentulov]], [[Aleksandr Vasil’evič Kuprin|Aleksandr Kuprin]], [[Robert Rafailovič Fal’k|Robert Fal'k]], [[Vasilij Vasil’evič Roždestvenskij|Vasilij Roždestvenskij]], [[Aleksandr Aleksandrovič Osmërkin|Aleksandr Osmërkin]], [[Sergej Vasil'evič Gerasimov|Sergej Geracimov]], [[Nikolaj Mihajlovič Černyšëv|Nikolaj Černyšëv]], [[Igor Grabar|Igor' Grabar']]. Gli artisti hanno creato dipinti "tematici", usando tecniche della ''[[Bubnovogo valeta]]'' e di altre tendenze avanguardiste alle quali appartenevano i vari membri.<ref name="S310" />
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Lo stato sovietico promosse lo sviluppo dell'arte nazionale nelle varie repubbliche dell'URSS, inviandovi i maestri russi per formare nuovi gruppi artistici: Lansere andò nella [[RSS Georgiana]], [[Pavel Petrovič Ben’kov|Pavel Ben'kov]] nella [[RSS Uzbeka]], [[Semën Afanas’evič Čujkov|Semën Čujkov]] nella [[RSS Kirghiza]] mentre [[Nikolaj Gavrilovič Chludov|Nikolaj Chludov]] nella [[RSS Kazaka]]. In questi territori venne incoraggiata la rinascita di varie forme d'arte decorativa e le regioni islamiche furono esentate dal divieto religioso riguardo l'arte realistica.
 
In Asia centrale e nella [[RSS Azera]], la pittura su cavalletto venne reinventata da zero.<ref>{{Cita|Sarab’janov|pp. 314-315}}.</ref>
 
=== Grafica ===
[[File:Alexey_Kravchenko_01.jpg|sinistra|miniatura|Xilografia di A. Kravčenko per l'edizione del 1922 di ''Mastro pulce'' di [[E. T. A. Hoffmann]].]]
Se precedentemente i grafici erano dei commentatori della realtà, illustrata per il pubblico, negli anni venti si dedicarono all'illustrazione per la letteratura classica (soprattutto opere brevi), impiegando la tecnica della riproduzione fotomeccanica di una penna o il disegno a matita.<ref name="S315">{{Cita|Sarab’janov|pp. 315-317}}.</ref>
 
In un primo momento, lo stile si basò sulla grafica illustrativa tradizionale, come quella della ''[[Mir iskusstva]]''. Una delle opere più rappresentative di quegli anni è l'illustrazione realizzata da [[Mstislav Valerianovič Dobužinskij|Msitslav Dobužinskij]] per un'edizione de ''[[Le notti bianche]]'' di [[Fëdor Dostoevskij]]. A questo tipo di arte si dedicarono [[Vladimir Vasil’evič Lebedev|Vladimir Lebedev]] (grafico di libri per l'infanzia), [[Vladimir Michajlovič Konaševič|Vladimir Konaševič]], [[Nikolaj Andreevič Tyrsa|Nikolaj Tyrsa]] e molti grafici di Leningrado.<ref name="S315" />
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=== Scultura ===
[[File:Stone_as_a_weapon_of_the_proletariat.jpg|sinistra|miniatura|''Roccia - L'arma del proletariato'', copia esposta al Parco Dekabr’skogo vosstanija, Mosca.]]
Andreev ha anche realizzato una serie di ritratti scultorei del leader, tra cui ''Lenin il Leader'' ({{russo|Ленин — вождь|Lenin - vožd’}}) (1931-1932). Un altro importante scultore di questo periodo è [[Ivan Dmitrievič Šadr|Ivan Šadr]], autore nel 1922 delle statue ''Il lavoro'',<!--Рабочий, Rabočij--> ''Il seminatore'', <!--Сеятель, Sejatel’-->''Il contadino''<!--Крестьянин, Krest’janin--> e ''Soldato dell'Armata rossa''.<!--Красноармеец, Krasnoarmeec--> La particolarità del suo stile è una generalizzazione dell'immagine sulla base di un genere specifico, una modellizzazione potente dei volumi, un movimento espresso e un pathos romantico. L'opera più famosa di Šadr è ''Roccia - l'arma del proletariato. 1905'' ({{russo|Булыжник — оружие пролетариата|Bulyžnik — oružie proletariata. 1905 god}}) del 1927, una statua in bronzo e gesso conservata attualmente nella Galleria Tret'jakov. Nello stesso anno, vicino alla centrale idroelettrica ''Zemo-Avčal’skaja GES'' nella [[RSS Georgiana]], venne installato un monumento dedicato a Lenin. La scultrice [[Vera Muchina]] iniziò la propria formazione artistica proprio negli anni venti.<ref name="S319">{{Cita|Sarab’janov|pp. 317-319}}.</ref>
 
La scultrice [[Sarra Dimitrievna Lebedeva|Sarra Lebedeva]] divenne celebre per i suoi ritratti, dove nella sua comprensione della forma considerò le tradizioni e l'esperienza dell'impressionismo. L'arte di [[Aleksandr Terent’evič Matveev|Aleksandr Matveev]] è caratterizzata da una comprensione chiara e classica delle basi costruttive della plasticità, l'armonia delle masse scultoree e il rapporto dei volumi nello spazio. Tra le opere principali vi è ''Ottobre'' ({{russo|Октябрь|Oktjabr}}) del 1927,<ref>{{Cita web|url=http://russianmuseum.spb.ru/pinacoteka/work.php?ElementID=242|titolo=Октябрь|lingua=ru|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130502181640/http://russianmuseum.spb.ru/pinacoteka/work.php?ElementID=242|urlmorto=sì}}</ref> una composizione di tre figure maschili nude che unisce le tradizioni classiche con l'idea di "Uomo della rivoluzione" (da notare infatti la presenza della falce, del martello e della [[budënovka]]).<ref name="S319" />
 
=== Architettura ===
In questo periodo, rispetto al decennio precedente, l'Unione Sovietica conobbe una certa stabilità ed un'economia ben consolidata, dando il via alla progettazione e alla costruzione su larga scala di nuovi edifici come case popolari, fabbriche, centrali elettriche e nuove città.<ref name="S321">{{Cita|Sarab’janov|pp. 319-321}}.</ref> Si sviluppò quindi un nuovo stile dell'architettura sovietica promosso da artisti spinti dall'innovazione, parallelamente al mantenimento delle tradizioni. Di conseguenza, nacquero due correnti artistiche note come [[Costruttivismo (arte)|costruttivismo]] e razionalismo.<ref name="S321" />
 
Il principale esponente dei razionalisti era [[Nikolaj Aleksandrovič Ladovskij|Nikolaj Ladovskij]]. Questa corrente dell'architettura si è concentrata sul problema dell'immagine artistica, con ricerche basate sull'uso diffuso dei materiali e delle strutture più recenti. Gli razionalisti attribuivano grande importanza all'applicazione delle leggi oggettive della costruzione compositiva della forma architettonica.<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 319}}.</ref> Credevano nell'osservanza delle leggi oggettive della morfogenesi, così come consideravano le caratteristiche psicofisiologiche della percezione umana.<ref name="S321" />
 
La scuola costruttivista si formò poco dopo e sottolineava l'importanza delle basi funzionali e costruttive della costruzione, contrastando le tendenze "riparatiste" relative alle precedenti tradizioni architettoniche e ponendosi contro il "formalismo di sinistra", ovvero la ricerca di alcuni contemporanei. Il costruttivismo come fenomeno indipendente si diffuse per la prima volta all'inizio del 1923, quando i [[fratelli Vesnin]] avviarono il progetto per il Palazzo del Lavoro a Mosca.
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Come risultato delle comuni aspirazioni dei razionalisti e dei costruttivisti, nacque e si sviluppò una nuova direzione dell'architettura sovietica nel suo insieme. I lavori di questa corrente entrarono in competizione con vari progetti per la costruzione della filiale di Mosca della ''Leningradskaja Pravda'' (fratelli Vesnin) e della società per azioni ''Arcos'' ([[Ivan Aleksandrovič Fomin|Ivan Fomin]]), del padiglione sovietico all'[[Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne]] del 1925 ([[Konstantin Stepanovič Mel'nikov|Konstantin Mel'nikov]]), la sede dei telegrafi di Mosca ([[Ivan Ivanovič Rerberg|Ivan Rerberg]])e molti altri.<ref name="S321" />
[[File:Rusakovs_club_melnikov.JPG|sinistra|miniatura|Casa della cultura "Rusakov".]]
Negli anni successivi, le ricerche creative nell'architettura sovietica furono determinate "superando la polemica rettitudine delle posizioni teoriche e pratiche dei costruttivisti e dei razionalisti".<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 320}}.</ref> In entrambe le correnti, vi era però la sintesi, tramite cui furono costruiti complessi residenziali sviluppati attivamente nella seconda metà degli anni venti. Tuttavia, la massiccia costruzione di abitazioni per lavoratori (case popolari a sezione quadrata di 3-5 piani), così come la tipica progettazione di alloggi per i "lavoratori in una società socialista" provocarono varie dispute teoriche. Una singola casa con un atrio e una tipica stufa russa era considerata per soddisfare i compiti per la costruzione di una società, ma furono comunque costruiti enormi complessi residenziali. Furono eretti numeri circoli operai e agricoli oltre a numerose case comuni, con un nuovo tipo di edificio pubblico che lentamente iniziava a prendere forma. Konstantin Mel'nikov diede un contributo molto importante all'urbanistica, e seguendo i suoi progetti sono stati realizzati a Mosca 5 diversi club (Rusakov, Gor'kij, Frunze, Kaučuk e Burevestnik); Mel'nikov considerò i club dei lavoratori come una tipologia di edificio che con il suo aspetto avrebbe dovuto riflettere nuove forme di vita e di lavoro, unendo i compiti funzionali e spaziali.<ref name="S321" />
 
A Mosca, il Palazzo della Cultura industriale di Lichačev dei fratelli Vesnin rappresenta un classico esempio di architettura costruttivista: grandi piani non decorati, ampie superfici vetrate, composizione libera e dinamica di diversi volumi. I Vesnin progettarono anche la centrale idroelettrica sul [[Dnepr]], considerato come il miglior esempio di costruzione industriale degli anni venti e dei anni trenta.<ref name="S321" />
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=== Arti applicate ===
Il governo sovietico mostrò un interesse vivo per l'arte popolare di tutte le repubbliche: i mestieri artigianali furono incoraggiati e i maestri di [[Palech]] iniziarono a lavorare con la cartapesta, combinando forme tradizionali con nuovi intrecci d'ispirazione folcloristica e fiabesca.<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 322}}.</ref>
 
== Anni trenta ==
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Si svolsero numerosi eventi importanti finalizzati allo sviluppo dell'arte nello stile richiesto dallo stato, mentre aumentarono le commissioni governative, i viaggi di lavoro creativi, l'organizzazione di mostre tematiche e per gli anniversari. Gli artisti sovietici crearono numerose in occasione di ogni [[Esposizione delle conquiste dell'economia nazionale]], segnando così una tappa importante per la rinascita dell'arte monumentale. In questi lavori, apparve evidente che la devozione dell'arte sovietica alla monumentalità non era casuale, ma rifletteva "le immense prospettive per lo sviluppo della società socialista".<ref name="S322" />
 
Nel 1934, al primo Congresso di tutta l'Unione degli scrittori sovietici, [[Maksim Gor'kij]] formulò i principi di base del realismo socialista come nuovo stile della letteratura e dell'arte sovietica,<ref name="S322">{{Cita|Sarab’janov|pp. 322-323}}.</ref> che erano:
 
* Nazionalità: i lavoratori delle città e dei villaggi locali, gli operai e i contadini, i rappresentanti dell'''[[intelligencija]]'' tecnica e militare, i bolscevichi e i non partigiani divennero gli eroi delle opere realiste socialiste<ref name="S322" />
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=== Pittura ===
Anche la pittura sovietica sperimentò il suddetto desiderio di forme e immagini significative monumentali, e nei dipinti penetrò una certa "generalizzazione eroica".<ref name="S323">{{Cita|Sarab’janov|pp. 323-327}}.</ref>
 
Uno dei rappresentanti più significativi dell'arte pittorica di questo periodo fu [[Boris Vladimirovič Ioganson|Boris Ioganson]], che nel suo lavoro si rivolse alle tradizioni della pittura russa del XIX secolo raccogliendo l'eredità di [[Il'ja Efimovič Repin|Repin]] e [[Surikov]]. Con la sua interpretazione, introdusse nelle sue opere "un nuovo contenuto rivoluzionario, in consonanza con il periodo".<ref name="S323" /> Due dei suoi dipinti più famosi sono ''L'interrogazione dei comunisti'' (1933) ({{russo|Допрос коммунистов|Dopros kommunistov}}) e ''Alla vecchia fabbrica degli Urali'' (1937) ({{russo|На старом уральском заводе|Na starom ural’skom zavode}}). Il primo venne esposto per la prima volta all'esposizione dedicata ai 15 anni dell'Armata Rossa, mentre il secondo fu realizzato per la mostra "Industria del socialismo".<ref name="S323" /> Intanto, Petrov-Vodkin continuò a lavorare, creando opere come ''Festa per la nuova casa'' ({{russo|Новоселье|Novosel'e}}) e ''Ritratto di Tatuli'' ({{russo|Портрет Татули|Portret Tatuli}}), entrambi del 1937.
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==== Pittura monumentale ====
Negli anni trenta la pittura monumentale divenne un genere molto importante in tutta la cultura artistica sovietica.<ref name="S327">{{Cita|Sarab’janov|p. 327}}.</ref> e fu strettamente collegata allo sviluppo dell'architettura e ne è strettamente connesso.
 
Le tradizioni pre-rivoluzionarie furono continuate in questo periodo da Evgenij Lansere, e la sua opera del 1933 presente nella sala del ristorante della [[stazione Kazanskij]] dimostra la sua brama per una forma barocca versatile, creando una rappresentazione che sfonda il piano del soffitto e che espande lo spazio all'esterno.<ref name="S327" />
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=== Scultura ===
[[File:Paris-expo-1937-pavillon_de_l'URSS-13.jpg|miniatura|Padiglione sovietico all'Esposizione di Parigi del 1937.]]
La principale tendenza nello sviluppo della scultura di questo periodo è anche un onere per la monumentalità. Il più espressivo di loro è il lavoro di [[Vera Muchina]], che in questo periodo realizzò un ritratto del marito [[Aleksej Andreevič Zamkov|Aleksej Zamkov]] (1934-1935) e dell'architetto [[Sergej Andreevič Zamkov|Sergej Zamkov]] (1934-1935), citato dai critici sovietici come un esempio della "immagine collettiva di un giovane degli anni trenta".<ref name="S328">{{Cita|Sarab’janov|pp. 328-331}}.</ref>
Per l'[[Expo 1937]] di [[Parigi]], il cui padiglione sovietico fu creato da Boris Iofan, Muchina vinse il concorso per creare la statua, considerata da Iofan come la corona del padiglione: il gruppo scultoreo scelto fu il famoso ''[[L'operaio e la kolchoziana]]'' ({{russo|Рабочий и колхозница|Rabočij i kolhoznica}}). L'opera, attualmente collocata a Mosca all'[[Esposizione delle conquiste dell'economia nazionale]], trae ispirazione dalle opere classiche, come il [[Gruppo dei Tirannicidi]] di [[Crizio]] e [[Nesiote]], la [[Nike di Samotracia]] e ''La Marsigliese'' (il gruppo scultoreo realizzato da [[François Rude]] per l'[[Arco di Trionfo (Parigi)|Arco di Trionfo]])<ref>{{Cita libro|autore=Dawn Ades|titolo=Art and power: Europe under the dictators 1930-45: the XXIII Council of Europe exhibition|url=https://www.worldcat.org/oclc/34243112|data=1995|editore=Hayward Gallery|ISBN=1-85332-148-6}}</ref>, e unisce lo stile del [[realismo socialista]] all'[[Art déco]]. L'opera fece vincere a Muchina un [[Premio Stalin]] nel 1941,<ref>{{Cita libro|autore=Igor' N. Golomštok|titolo=Totalitarian art: in the Soviet Union, the Third Reich, Fascist Italy and the People's Republic of China|url=https://www.worldcat.org/oclc/185426415|data=1990|editore=Collins-Harvill|ISBN=0-00-272806-0}}</ref> e dal 1947 entrò nella cultura popolare sovietica diventando il simbolo della casa di produzione cinematografica [[Mos'film]].
 
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Oltre che all'illustrazione, le tecniche dell'incisione e xilografiche si diffusero anche sulla stampa, sperimentata da Vasilij Kasijan (autore di ritratti degli eroi della rivoluzione e di una serie dedicata a temi contemporanei) e dal noto artista teatrale [[Ignatij Ignat'evič Nivinskij]], un esperto di incisione creatore di fogli sulla diga ZAGES e Lenin che approfondì anche nuove tecniche di stampa.
 
Anche se l'incisione si sviluppò con discreto successo, negli anni trenta fu ampiamente utilizzata per le illustrazioni dei libri, prima di esser stata sostituita dalla [[litografia]], dal disegno a carboncino o in acquerello nero. Tra i maestri di queste tecniche vi erano [[Sergej Vasil'evič Gerasimov|Sergej Gerasimov]], [[Dementij Alekseevič Šmarinov|Dementij Šmarinov]], [[Evgenij Adol’fovič Kibrik|Evgenij Kibrik]], e i [[Kukryniksy]]. Šmarinov realizzò un ciclo di illustrazioni per ''[[Delitto e castigo]]'' (1935-56), Pietro il Grande di [[Aleksej N. Tolstoj|Aleksej Tolstoj]] (1940) e ''[[Un eroe del nostro tempo (Lermontov)|Un eroe del nostro tempo]]'' (1940), prediligendo situazioni drammatiche e caratterizzazioni psicologiche. Kibrik divenne famoso per le litografie di ''Colas Breugnon'' (1936) di [[Romain Rolland]], mentre il ciclo di illustrazioni di Gerasimov realizzato in acquerello nero per ''L'affare degli Artamonov'' di Gor'kij (1938-39) venne considerato come il migliore dell'artista.<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 332}}.</ref>
 
I Kukryniksy iniziarono la propria attività con le caricature e impiegarono la loro esperienza per realizzare le illustrazioni. Nel loro ciclo per ''[[I signori Golovlëv]]'' di [[Michail Evgrafovič Saltykov-Ščedrin|Saltykov-Ščedrin]] utilizzarono un linguaggio grottesco-metaforico, mentre enfatizzarono i momenti satirici in ''Vita di Klim Samgin'' e le loro illustrazioni per il libro ''Angoscia'' di [[Anton Pavlovič Čechov|Čechov]] (1941) risultarono essere piuttosto liriche.
 
In quel periodo, la politica ideologica dello stato portò alla pubblicazione di numerose opere nazionali, di cui molte ampiamente illustrate, come il ''Canto della schiera di Igor''', ''Davide di Sassun'', ''[[Il cavaliere dalla pelle di leopardo]]'', ''Džangar'' e ''[[Manas (poema)|Manas]]''. [[Ervand Semënovič Kočar|Ervand Kočar]] realizzò i disegni ad inchiostro per ''Davide di Sassun'' mentre [[Sergej Solomonovič Kobuladze|Sergej Kobuladze]] curò quelle per ''Il cavaliere dalla pelle di leopardo''; nelle loro opere, si concentrano sulle tradizioni medievali, modernizzandole, adattandole alla comprensione moderna del libro.<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 333}}.</ref>
 
=== Architettura ===
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Anche la [[metropolitana di Mosca]] è stata creata da artigiani che sono stati influenzati da queste due diverse tendenze. Ivan Fomin disegnò la [[Krasnye Vorota]] (1935) e [[Teatral'naja]] (1938, chiamata precedentemente Stazione Sverdlov), concentrandosi sullo stile classico, rigoroso e preciso. Aleksej Duškin progettò la [[Kropotkinskaja]] (1935, precedentemente "Dvorec Sovetov") e [[Majakovskaja (metropolitana di Mosca)|Majakovskaja]] (1938), sforzandosi di superare il materialismo e facilitare la costruzione, incentivare la leggerezza e la razionalità, impiegando uno stile architettonico moderno e nuovi materiali.
 
Entro la fine del decennio, le tendenze classiche vinceranno quelle costruttive. L'architettura diventa un'ombra dei toni pomposi cerimoniali, inaugurando l'era del pieno regime di Stalin. Le stesse tendenze si manifestarono attraverso molti stili in altre arti, in particolare nell'arte applicata e decorativa.<ref name="S334">{{Cita|Sarab’janov|p. 334}}.</ref>
 
== Seconda guerra mondiale ==
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=== Manifesti e grafica ===
I manifesti di propaganda ebbero un ruolo molto importanti dell'arte sovietica durante la seconda guerra mondiale,<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 336}}.</ref> e furono coinvolti gli artisti che si erano formati durante gli anni della [[Guerra civile russa|guerra civile]] (D. Moore, V. Denis, M. Čeremnych) e quelli della generazione successiva, come I. Toidze (''Rodina-mat’ zovët!''<!--Родина-мать зовёт!. La madre patria chiama!-->), A. Kokorekin (''Za Rodinu!'',<!--За Родину! Per la patria!--> 1942), V. Ivanonv (''P’ëm vodu iz rodnogo Dnepra, budem pit’ iz Pruta, Nemana i Buga!'',<!--Пьём воду из родного Днепра, будем пить из Прута, Немана и Буга!--> 1943)<ref>{{Cita web|url=|titolo=We drink water from the native Dnepr, we will drink from the Prut, the Neman and the Bug!|sito=Plakaty|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060222143024/http://eng.plakaty.ru/posters?id=688|urlmorto=sì}}</ref> e V. Koreckij (''Voin Krasnoj Armii, spasi!'',<!--Воин Красной Армии, спаси! Soldato dell'Armata rossa, salvaci!--> 1942).<ref>{{Cita web|url=http://eng.plakaty.ru/posters?id=43|titolo=Red Army Soldier, save!|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060221123324/http://eng.plakaty.ru/posters?id=43}}</ref>
 
Le ''Okna TASS'', alle quali collaborarono i Kukryniksy e molti altri, divennero un elemento importante nella propaganda di stato.
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Durante il suo soggiorno a Leningrado, Aleksej Pachomov creò una sorta di suite grafica denominata ''Leningrado ai tempi del blocco'' ({{russo|Ленинград в дни блокады|Leningrad v dni blokady}}). Iniziata nel 1941, i primi sei fogli furono mostrati all'esposizione delle opere militari degli artisti di Leningrado nel 1942, mente gli altri furono realizzati dopo la guerra. Di conseguenza, la serie era formata da tre dozzine di grandi litografie le cui tematiche, oltre alla vita dei cittadini nei giorni del blocco, includevano la fase della liberazione, il restauro della città e le gioie della vita. Di questi, si può ricordare ''Sulla Neva per l'acqua'' ({{russo|На Неву за водой|Na Nevu za vodoj}}) e ''Saluto in onore della rottura del blocco'' ({{russo|Салют в честь прорыва блокады|Saljut v čest’ proryva blokady}}).
 
Oltre alle serie, furono realizzati diversi disegni individuali e varie incisioni: gli acquerelli di ''Berlino. Sole'' ({{russo|Берлин. Солнце|Berlin. Solnce}}) di Dejneka e ''Nel giorno della firma della dichiarazione'' ({{russo|В день подписания декларации|V den’ podpisanija deklaracii}}) (1945).<ref>{{Cita|Sarab’janov|pp. 338-340}}.</ref>
 
=== Pittura ===
Gli artisti sovietici fecero una sorta di cronaca della Grande Guerra Patriottica, rappresentando la minaccia fascista, la dura vita quotidiana della guerra, il dolore per i morti, l'odio per il nemico e in seguito la gioia della vittoria e il senso di coinvolgimento di tutti nella causa comune. "La rivelazione fantasiosa dell'esperienza del popolo sovietico in un periodo terribile si trasformò in una tradizione tematica dell'arte sovietica".<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 340}}.</ref>
[[File:1967_CPA_3589.jpg|miniatura|''Aleksandr Nevskij'' (1942) di Pavel Korin su un francobollo sovietico del 1967.]]
Particolarmente preziosi sono i dipinti realizzati direttamente negli anni della guerra con le impressioni autentiche degli artisti: uno dei primi lavori di questo genere è ''La periferia di Mosca. Novembre 1941'' ({{russo|Окраина Москвы. Ноябрь 1941 года|Okraina Moskvy. Noâbr’ 1941 goda}} (1941) di Dejneka: non vi è un tema particolare, ma l'artista fornisce una prova generalizzata dello stato insolito della città e dell'era stessa. Arkadij Plastov nel primo periodo della guerra creò il famoso dipinto ''Il fascista'' ({{russo|Фашист пролетел|Fašist proletel}}) (1942).<ref>{{Cita web|url=http://www.virtualrm.spb.ru/ru/node/27480|titolo=Пластов А.А. Фашист пролетел. 1947|sito=Русский музей|lingua=ru}}</ref>
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Konstantin Juon dipinse ''Parata sulla Piazza Rossa del 7 novembre 1941'' ({{russo|Парад на Красной площади 7 ноября 1941 года|Parad na Krasnoj ploščadi 7 nojabrja 1941 goda}}) (1942), ritraendo un'immagine storicamente autentica del corteo delle truppe dirette al fronte. Pavel Korin nel 1942 realizzò ''Aleksandr Nevskij'' (Александр Невский), la parte centrale di un trittico le cui parti laterali (''Storia antica'' e ''Ballata del Nord'') furono completate in seguito. Nell'opera viene espressa tramite l'immagine del principe Nevskij un nuovo inizio eroico e una grande energia. A volte l'interesse per le figure storiche era basato sulle tradizioni di Vasnecov e Surikov, due pittori del XIX secolo), come si può notare nel quadro ''Mattino nel campo di Kulikvo'' ({{russo|Утро на Куликовом поле|Utro na Kulikovom pole}}) (1943-1947) di Aleksandr Bubnov.
 
Anche il paesaggio acquisì un valore patriottico, interpretato da Nikolaj Romadin nella serie ''Volga - Fiume russo'' ({{russo|Волга — русская река|Volga — russkaja reka}}) (1944). Tra le varie forme di manifestazioni artistiche di questo periodo, vi era anche il ritratto: gli artisti dipinsero eroi di guerra, lavoratori della retrovia, scienziati, personaggi della cultura e a volte anche loro stessi, in modo da poter trasmettere i pensieri e le sensazioni complesse di un testimone dell'epoca (''Autoritratto'' di Končalovskij, 1943; ''Autoritratto'' di Sarjan, 1942).<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 343}}.</ref>
 
=== Scultura ===
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Il genere più comune della scultura militare era il ritratto eroico, e [[Vera Muchina]] è stata l'artista più attiva nonché autrice di una galleria di ritratti di eroi della guerra. Realizzò la serie dei combattenti (tra cui ''B. Jusupov'', 1942; ''I. L. Chižnjak'', 1942) e una delle sue opere più forti è il ritratto ''Partigiana'' ({{russo|Партизанка|Partizanka}}) (1942). Nikolaj Tomskij creò un diverso tipo di ritratto militare-eroico, e la sua galleria di eroi dell'Unione Sovietica combina l'eroismo classico con le caratteristiche dell'epoca (M. G. Gareev, P. A. Pokryšev, A. S. Smirnov, I. D. Černjachovskij - 1945-48).
 
Il georgiano [[Jakov Ivanovič Nikoladze|Jakov Nikoladze]] reinterpretò il ritratto militare: il suo ''Ritratto di K. N. Leselidze'' esprime l'individualità del modello, del rango e del suo specifico umore. Anche [[Evgenij Vučetič]] lavorò molto sul genere dei ritratti. "Come se deliberatamente anticipasse il tipo di eroe, il comandante vittorioso, e poi lo individualizzasse. Nell'esprimere la grandezza dell'eroe, gli effetti della composizione del busto e il suo stile decorativo sono le qualità principali delle opere di Vučetič."<ref>{{Cita|Sarab’janov|pp. 343-344}}.</ref> Notevole è anche il suo busto di Černjachovskij. Ivan Peršudčev occupò un ruolo speciale nello sviluppo del ritratto durante il periodo bellico, essendo stato uno dei pochi scultori ad aver lavorato direttamente al fronte (su un laboratorio mobile posto su un camion), e realizzò ritratti particolarmente dettagliati e autentici.
 
Sebbene in questi anni difficili non siano stati costruiti molti monumenti monumentali, continuarono ad esser realizzati altri progetti. Nel 1941 si tenne un concorso per un monumento al generale Ivan Panfilov (successivamente installato a Frunze, l'odierna [[Bişkek]]), vinto da Apollo Manuilov, A. Mogilevskij e Olga Manujlova hanno vinto. Uno dei monumenti più notevoli è il monumento realizzato da Vučečič al generale M. G. Efremov (posto a [[Vjaz'ma (città)|Vjaz'ma]] nel 1946) formato da un gruppo di 5 figure. Tra il 1943 e il 1945, sul ponte della strada Leningradskij di Mosca, fu eretto l'insieme scultoreo ''Il trionfo della vittoria'' ({{russo|Торжество Победы}}) di Tomskij, rappresentante un giovane uomo e una ragazza assieme a due combattenti.
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=== Arti decorative ===
L'artigianato e l'industria artistica furono subordinate alle necessità belliche e il tema militare venne trattato nella forma di favolose battaglie nelle opere di Palech e Mstera. Molte figure storiche furono riproposte come piccole statuette di plastica, come ''Susanin'' di Sergej Evangulov. Verso la fine della guerra, si diffusero molte decorazioni dedicate alla vittoria e aumentò l'interesse per gli emblemi.<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 345}}.</ref>
 
=== Architettura ===
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Nella pittura di questi anni, il genere "storico-rivoluzionario" divenne uno dei più trattati.
 
Nel 1950, un gruppo di autori ([[Boris Vladimirovič Ioganson|Boris Ioganson]] e [[Vasilij Vasil’evič Sokolov|Vasilij Sokolov]], [[Dmitrij Kapitonovič Tegin|Dmitrij Tegin]], [[Natalija Petrovna Fajdyš-Krandievskaja|Natal'ja Fajdyš-Krandievskaja]], Nikita Chebakov) realizzò la tela di grandi dimensioni ''Discorso di V. I. Lenin al III Congresso del Komsomol'' ({{russo|Ленин на III съезде комсомола|Lenin na III c<nowiki>''</nowiki>ezde komsomola}})<ref>{{Cita web|url=http://history.sgu.ru/?wid=1186|titolo=Ленин на III съезде комсомола|lingua=ru}}</ref> ritraendo il leader sovietico durante l'evento del 1920 nel [[Teatro Lenkom]]. "Lo spettatore è partecipe all'evento, è nella scena; copre tutto lo spazio con i suoi occhi."<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 347}}.</ref> Il quadro divenne un punto di riferimento per molti artisti dell'epoca. Vladimir Serov, l'"erede" di Brodskij, interpretò il tema leninista in modo diverso: nel 1950 realizzò il dipinto ''I camminatori da Lenin'' ({{russo|Ходоки у Ленина}}), dove inserì la figura storica di Lenin in un contesto di genere realista usando un approccio fotografico.
 
[[Georgij Stepanovič Melichov|Georgij Melichov]] ambientò i suoi dipinti in epoche precedenti: il suo ''Giovane Taras Ševchenko con l'artista K. P. Brjullov'' ({{russo|Молодой Тарас Шевченко у художника К. П. Брюллова}}) (1947)<ref>{{cita web|url=http://namu.kiev.ua/assets/images/collection/1238426790big.jpg|titolo=Immagine della tela}}</ref> è un'opera dallo stile tradizionale creata con una certa attenzione ai dettagli storici e una cura nella scelta dei colori.
[[File:Kostecky_V._N._Homecoming.jpg|miniatura|''Il ritorno'', Vladimir Kosteckij.]]
I sentimenti patriottici nati con la seconda guerra mondiale suscitarono l'interesse per la storia nazionale in generale, rendendo il conflitto un genere storico al quale aderirono molti artisti.<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 348}}.</ref> Un esempio è la tela di [[Jurij Mihajlovič Neprincev|Jurij Neprincev]] ''Riposo dopo la battaglia'' ({{russo|Отдых после боя|Otdych posle boja}}) (1951)<ref>{{Cita web|url=http://www.museum.ru/alb/image.asp?12772|titolo=Отдых после боя|sito=www.museum.ru|lingua=ru}}</ref> o i lavori di Vasilij Terkin. [[Boris Mihajlovič Nemenskij|Boris Nemenskij]] continuò a sviluppare il tema iniziato durante la guerra e nel 1956 realizzò ''Le nostre sorelle'' ({{russo|Сестры наши|Sestry naši}}),<ref>{{Cita web|url=http://www.museum.ru/N36030|titolo=Выставка произведений Бориса Михайловича Неменского.|sito=www.museum.ru|lingua=ru}}</ref> un episodio della guerra. Una delle opere più significative del periodo postbellico riguardo la Seconda guerra mondiale è il dipinto del 1974 ''Il ritorno'' ({{russo|Возвращение|Vozvraščenie}}) di [[Vladimir Nikolaevič Kosteckij|Vladimir Kosteckij]]. Nello stesso anno, [[Aleksandr Ivanovič Laktionov|Aleksandr Laktionov]] realizzò ''Una lettera dal fronte'' ({{russo|Письмо с фронта|Pis'mo c fronta}}), divenuta popolare per il fatto che "parlava della sete particolare e commovente che vivevano le persone appena sopravvissute alla guerra vivevano".<ref name="S349">{{Cita|Sarab’janov|p. 349}}.</ref>
 
Anche i temi del lavoro e della quotidianità in tempo di pace ricevettero un'attenzione speciale, dove la vita senza la guerra e il "lavoro gioioso", grazie al quale poter sentirsi particolarmente giovani e felici, venivano espressi in dipinti come ''Pane'' ({{russo|Хлеб|Chleb}}) di [[Tat’jana Nilovna Jablonskaja|Tatjana Jablonskaja]] (1949): "la pittura energica rivela lo stato poetico delle persone che lavorano nelle fattorie collettive".<ref name="S349" /> L'artista realizzò altri dipinti tra la fine degli anni quaranta e i primi anni cinquanta, come ''Primavera. Sulla via'' ({{russo|Весна. На бульваре|Vesna. Na bul'vare}}) del 1950 e ''Mattino'' ({{russo|Утро|Utro}}) del 1954. Aleksandr Dejneka sviluppò invece il tema dello sport come nella tela ''La staffetta'' ({{russo|Эстафета|Estafeta}}) del 1947).
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Ulteriori contributi allo sviluppo della pittura nel dopoguerra furono realizzati da artisti provenienti dai paesi baltici, in particolare dalla [[RSS Lettone]], come [[Eduards Kalniņš]] (''Nuovi marinai'', 1945) e [[Janič Osis]] (''Pescatori lettoni'', 1956). Nelle opere vengono descritte scene di pesca con sobrietà e severità (tratti caratteristici della pittura lettone).
 
Poiché sorse la necessità di rappresentare la felicità e la gioia in tempo di pace, lo stile paesaggistico in chiave lirica ricevette della direzione lirica ha ricevuto nuovi impulsi nel suo sviluppo. Così, Sergej Gerasimov dipinse dei paesaggi vicino a Mosca in tele di piccole dimensioni, modeste, convincenti e specifiche nel caratterizzare la natura della Russia centrale ma liriche e personali nell'esprimere lo stato d'animo del tempo (''Inverno'', 1959; ''Paesaggio con un fiume'', 1959; ''Primavera'', 1954 ). Allo stesso tempo, gli elementi della cultura epica invasero l'immagine lirica della natura, rivelando così l'idea del patriottismo in una chiave lirica. Della vecchia scuola, il lavoro del pittore paesaggista [[Vasilij Vasil’evič Meškov|Vasilij Meškov]] è rivelante, in particolare con le opere ''Il racconto degli Urali'' ({{Russo|Сказ об Урале|Ckaz ob Urale}}) (1949), ''Kama'' e ''Distese del Kama'' ({{Russo|Просторы Камы|Prostory Kamy}}) (1950). Nei suoi dipinti sono raprresente ampie distese e viene enfatizzata la maestosa severità della natura. La stessa monumentalità fu vista da Sarjan ("''La fattoria collettiva del villaggio di Karinj sulle montagne del Tumanjan'', 1952). Anche [[Nikolaj Michajlovič Romadin|Nikolaj Romadin]] è stato un rappresentante di questa direzione del paesaggio lirico-epico.<ref name="S352">{{Cita|Sarab’janov|p. 352}}.</ref>
 
[[Georgij Grigor’evič Nisskij|Gregorij Nisskij]] si approcciò al paesaggio in un modo diverso. Negli anni trenta e quaranta, aveva padroneggiato un nuovo dinamismo, un nuovo "tipo" di natura, un'energia trasformata e il lavoro dell'uomo moderno. I motivi principali dei suoi dipinti sono i binari delle ferrovie, le autostrade e linee di trasmissione ad alta tensione, gli aerei, le vedute della terra dal cielo, i porti, gli yacht e i bacini di riserva. Nella maggior parte dei suoi paesaggi, la base della composizione è il movimento, veloce e attivo, che si sviluppa in decisi ritmi monumentali; angoli inaspettati e acuti e bizzarri giri vengono usati assieme a grandi piani di colori (di solito secondo il principio del contrasto). Lo schema cromatico è sobrio, fresco, con del grigio acciaio da accenti di colore brillante. Tra le opere luminose di questo periodo vi è ''Paesaggio bielorusso'' ({{russo|Белорусский пейзаж|Belorusskij pejzaž}}) (1947), ma è da ricordare anche il quadro ''Regione di Mosca. Febbraio'' ({{russo|Подмосковье. Февраль|Podmoskov’e. Fevral’}}) del 1957.<ref>{{Cita web|url=http://www.tretyakovgallery.ru/ru/collection/_show/image/_id/2264|titolo=Подмосковье. Февраль|lingua=ru|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305014655/http://www.tretyakovgallery.ru/ru/collection/_show/image/_id/2264|urlmorto=sì}}</ref><ref name="S352" />
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Pavel Korin, durante questo periodo, continuò a lavorare come ritrattista per persone attive nell'ambito culturale e creativo come ''Konenkov'' (1947), ''Sar'jan'' (1956) o i ''Kukryniksy'' (1957). Le caratteristiche sono accurate e nitide, il dipinto rimane laconico e austero mentre viene selezionato uno speciale schema di colori e viene sottolineato un gesto o una postura.<ref name="S352" />
 
I successi degli artisti della cerchia di Plastov, Korin, Čujkov e Gerasimov suggeriscono che il ruolo principale nello sviluppo della pittura negli anni del dopoguerra fu quello dei maestri della generazione che si era formata negli anni precedenti.<ref name="S352" /> La vita quotidiana e domestica erano al centro dell'attenzione dell'artista ucraino Sergeij Grigoriev, di cui un certo numero di dipinti sono stati dedicati all'infanzia: ''Alla riunione'', ''Ammissione al Komsomol'' (1949), ''Il Portiere'' (1949), ''Discussione di due'' (1950). L'interesse del pubblico e della critica venne attirato dal dipinto ''Ritornato'' ({{russo|Вернулся|Vernulsja}}) (1954).<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 346}}.</ref>
 
=== Grafica ===
[[Boris Ivanovič Prorokov|Boris Prorokov]], un invalido di guerra, si mostrò come un artista satirico dedito alla denuncia. La sua serie ''Ecco qui, l'America'' ({{russo|Вот она, Америка|Vot ona, Amerika}}) (1947-1949) si basa sui temi delle poesie americane di Majakovskij, e denuncia e ironizza la politica statunitense. Le caratteristiche principali di questa serie sono l'ingrandimento della silhouette dei personaggi principali (''Žena Toma'', ''Tom'' e altre), il contrasto tra bianco e nero, un quadro generalizzato, il carattere monumentale e l'impronta emotiva dell'autore. La sua serie ''Per la pace'' ({{russo|За мир|Za mir}}) venne pubblicata nel 1950 e ogni foglio (tra cui ''Tank Trumena na dno!'' e ''Svoboda po-amerikanski'') si distingue per la sua espressività figurativa. Nel 1958, Prokov creò la serie ''Questo non dovrebbe succedere di nuovo'' ({{russo|Это не должно повториться|Eto ne dolžno povtorit’sja}}), dove in particolare il disegno di una giovane donna con un fucile che allatta un bambino (intitolato ''Madre'') si distingue per una speciale monumentalità.<ref name="S353">{{Cita|Sarab’janov|p. 353}}.</ref>
 
La grafica satirica del periodo postbellico è uno dei tipi più popolari e "marziali" dell'arte sovietica. Gli artisti della caricatura politica e della satira su temi internazionali lavoravano attivamente per la ''[[Pravda]]'' e altri giornali centrali. I [[Kukryniksy]] crearono una serie di opere satiriche significative come ''Taglio di capelli'' ({{russo|Уолл-стрижка|Uoll-strižka}})(1948), ''Al capezzale'' ({{russo|У постели больного|U posteli bol'nogo}}) (1948) e ''Donna Franko'' ({{russo|Донна Франко}}) (1949). L'accuratezza delle caratterizzazioni e l'abile selezione degli attributi sono i principali mezzi artistici dei vignettisti del collettivo. Leonid Sojfertis e Vitalij Gorjaev lavorarono con successo anche nel campo della satira politica con dinamismo, acutezza, e leggerezza.<ref name="S353" />
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=== Scultura ===
Negli anni del dopoguerra le caratteristiche monumentali si intensificano nella scultura: ciò venne facilitato dalla pubblicazione di un decreto governativo riguardo la costruzione di monumenti/busti di due eroi dell'URSS e di due eroi del lavoro socialista da esser installati nella loro terra d'origine.<ref name="S354">{{Cita|Sarab’janov|p. 354}}.</ref>
[[File:Kaliningrad_1200_10.jpg|miniatura|''Monumento alle 1200 guardie'', J. Mikenas.]]
Sulla base dei monumenti e dei busti creati in precedenza, [[Nikolaj Vasil’evič Tomskij|Nikolaj Tomskij]] realizzò i monumenti per i generali [[Iosif Rodionovič Apanasenko|Iosif Apanasenko]] ([[Belgrado]], 1949) e [[Ivan Danilovič Černjakovskij|Ivan Černjakovskij]] ([[Vilnius]], 1950 - trasferito a [[Voronež]]). In essi, lo scultore combina la somiglianza concreta e la modellazione generalizzata, l'armonia della scultura e del piedistallo architettonico, la chiarezza e l'espressività del piedistallo. Evgenij Vučëtič continuò a lavorare sui busti di eroi e a vari monumenti. Le prime opere che realizzò furono i ritratti degli eroi del lavoro (''Agricoltore collettivo uzbeko Nizarali Nijazov'', 1948), pur conservando l'esperienza nel ritratto militare, ricorrendo a una composizione spettacolare. Nel 1946, il lituano [[Juozas Mikėnas]] realizzò un espressivo ''Monumento alle 1200 guardie'' ({{russo|Памятник 1200 гвардейцам|Pamjatnik 1200 gvardejcam}}) situato a [[Kaliningrad]]: con due figure dinamiche protese in avanti, il monumento esprime lo spirito della vittoria.<ref name="S354" />
 
Oltre ai monumenti agli eroi e ai memoriali di guerra degli anni cinquanta, furono eretti monumenti dedicati ai personaggi storici e alle figure culturali più importanti. Nel 1953, secondo il progetto di [[Sergej Michajlovič Orlov|Sergeij Orlov]], fu eretto il Monumento a [[Jurij Dolgorukij di Kiev]], e nel 1958 viene inaugurato eretto un monumento a Majakovskij dello scultore [[Aleksandr Pavlovič Kibal’nikov|Aleksandr Kibal'nikov]]. [[Mihail Konstantinovič Anikušin|Michail Anikušin]] progettò un monumento ad [[Aleksandr Sergeevič Puškin|Puškin]] (1957), scolpito successivamente da [[Aleksandr Terent’evič Matveev|Aleksandr Matveev]] (1948-1960): anche se il lavoro rimase incompiuto, la profondità penetrante e le sensazioni complesse rendono questo lavoro una delle migliori opere sovietiche del dopoguerra.<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 355}}.</ref>
 
Negli anni quaranta e cinquanta, gli scultori della vecchia generazione continuarono a lavorare fruttuosamente, compresa Muchina. Il suo lavoro monumentale di maggior successo di questi anni è stato il monumento a Čajkovskij al Conservatorio, sul quale aveva lavorato dal 1945. Muchina partecipò anche al completamento del monumento a Gor'kij a Mosca iniziato da Šadr: mantenendo le scelte originarie, introdusse nel progetto il suo stile dettato dalla libertà plastica e dal potere delle forme scultoree armonizzate dal calcolo esatto del progetto.
 
Dopo una pausa di 23 anni, nel 1945, lo scultore [[Sergej Timofeevič Konënkov|Sergej Konënkov]] fece ritorno in patria e nel 1947 realizzò ''L'uomo liberato'' ({{russo|Освобожденный человек|Osvoboždennyj čelovek}}), con Sansone che, una volta spezzate le catene, alza le mani in un gesto trionfante. "Nell'immagine del gigante liberato, lo scultore ha incarnato la sua gioia e il suo orgoglio per il popolo che ha sconfitto il fascismo".<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 356}}.</ref> Nel 1949, creò il ''Ritratto del più vecchio contadino collettivo nel villaggio di Karakovich, I. V. Zuev'' ({{Russo|Портрет старейшего колхозника деревни Караковичи И. В. Зуева|Portret starejšego kolhoznika derevni Karakoviči I. V. Zueva}}), il suo compagno di villaggio e amico d'infanzia. Konënkov contribuì molto allo sviluppo del ritratto negli quaranta e cinquanta, introducendo la "diversità plastica acutamente tangibile, un grande senso del materiale, alta cultura e sensibilità nella percezione della personalità di un contemporaneo". Nel 1957, fu il primo tra gli scultori sovietici a ricevere il [[Premio Lenin]].
 
=== Arte sovietica nonconformista ===
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== Anni sessanta e settanta ==
All'inizio degli anni cinquanta e sessanta, emersero nuove tendenze nell'arte sovietica, che si svilupparono nel prossimo decennio. Nel 1957 si tenne a Mosca il primo congresso degli artisti di tutta l'Unione, che riassunse i risultati artistici e delineò l'ulteriore percorso di sviluppo. Venne ripresa l'attività espositiva e tra il 1962 e il 1963 venne organizzata una mostra retrospettiva di artisti moscoviti per i "30 anni della MOSSCh" (Mosca, 1962-1963).<ref name="S359">{{Cita|Sarab’janov|p. 359}}.</ref>
 
I primi anni sessanta furono caratterizzati da nuove tendenze ideologiche e creative. Il tema principale dell'arte in questo periodo cruciale fu il desiderio di liberarsi dai luoghi comuni nell'approccio alla modernità, di eliminare la necessità della grandezza e la pomposa rappresentazione della realtà e di mostrare invece il contatto diretto con la realtà. Gli artisti volevano vivere attivamente l'arte piuttosto che usarla per raccontare un evento, preferendo rappresentare il "normale" e il "quotidiano" nell'aspetto romantico in modo da poter creare un'immagine generalizzata e elevata della vita quotidiana. Allo spettatore facevano un appello diretto, giornalistico, "oratorio", chiamandolo a valutare i fenomeni e gli eventi della vita in maniera "responsabile e civile" assieme all'artista.<ref name="S359" />
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==== Stile severo ====
Tuttavia, gli artisti della nuova generazione, con lo stile severo, hanno coerentemente riflesso nei dipinti il significato dei cambiamenti avvenuti in quel periodo. Gli artisti più notevoli di questo stile furono i fratelli Aleksandr e Pëtr Smolin: il loro lavoro dimostrava il forte carattere romantico, fusosi con la tendenza generale dell'arte contemporanea e con la monumentalizzazione delle esperienze di vita. Nel loro quadro ''Esploratori polari'' ({{russo|Полярники|Poljarniki}}) (1961) viene espresso "il vero eroismo degli esploratori, la natura romantica della loro professione. [...] Gli esploratori polari sono raffigurati in uno stato di estrema fatica dopo un lungo e faticoso lavoro in una notte polare senza fine. Tuttavia, per quanto riguarda lo "scrutare" nella foto, il significato e la singolarità di queste persone che conducono una vita eroica nelle condizioni più difficili si fanno sentire sempre di più, e questo eroismo è la loro vita quotidiana professionale".<ref>{{Cita|Sarab’janov|pp. 360-361}}.</ref> La tela ''Sciopero'' ({{russo|Стачка|Stačka}}) (1964)<ref>{{Cita web|url=http://www.tretyakovgallery.ru/ru/collection/_show/image/_id/2397|titolo=Стачка|lingua=ru|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140201170322/http://www.tretyakovgallery.ru/ru/collection/_show/image/_id/2397|urlmorto=sì}}</ref> è dedicata a temi storici e rivoluzionari, dove "Nuova qui è un'ombra di leggendario, la descrizione di un evento che da tempo andato è una cosa del passato. L'immagine è caratterizzata dall'astrazione, dalla concretezza. Pertanto, le persone qui sono percepite come tutti i proletari prima del primo passo nella storia. Le tendenze poetiche e metaforiche, che presto diventarono una nuova scoperta figurativa per tutta l'arte sovietica, apparvero nel dipinto ''Sciopero'' e in alcune tele successive dei fratelli Smolin".<ref name="dfgou">{{Cita|Sarab’janov|p. 361}}.</ref>
 
Un altro artista importane è [[Pavel Fëdorovič Nikonov|Pavel Nikonov]]: nel suo lavoro, aderì ai problemi di uno stile austero, combinando allo stesso tempo "la percezione coraggiosa e severa della realtà con il carattere lirico, individuale e psicologico della narrazione". Uno dei primi dipinti popolari dell'artista è stato ''La nostra settimana'' ({{russo|Наши будни|Naši budni}}) (1960)<ref>{{Cita web|url=http://artclassic.edu.ru/catalog.asp?ob_no=16820&cat_ob_no=12527|titolo=Наши будни. 1960.|lingua=ru|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130601164652/http://artclassic.edu.ru/catalog.asp?ob_no=16820&cat_ob_no=12527|urlmorto=sì}}</ref>, dove viene rappresentato un giorno di lavoro, con dei lavoratori stanchi, e allo stesso tempo "il vero significato e la monumentalità del significato della normale grande costruzione quotidiana", con ritmi taglienti e acuti, contrasti di sagome e colori sobri. In ''Geologi'' (Геологи) (1962),<ref>{{Cita web|url=http://www.tretyakovgallery.ru/ru/collection/_show/image/_id/2247|titolo=Геологи|lingua=ru|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161003105848/http://www.tretyakovgallery.ru/ru/collection/_show/image/_id/2247|urlmorto=sì}}</ref> vi sono persone che sono appena scappate dalla morte ma che non si sono ancora riprese. L'artista ha cambiato lo stile visivi: la nitidezza ritmica, i contrasti delle figure sono scomparsi, il colore diventa ricco e armonioso, ma le immagini non perdono il loro significato eroico. Il suo ''Sede dell'Ottobre'' ({{russo|Штаб Октября|Štab Oktjabrja}}) (1965) è vicino nel carattere figurativo ed emotivo allo ''Sciopero'' degli Smolin.
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[[File:Stamp_of_Russia_2011_No_1514.jpg|miniatura|''Ginnasti dell'URSS'', D. Žilinskij.]]
Allo stile severo aderirono diversi artisti: il bielorusso [[Evsej Evseevič Моiseenko|Evsej Moiseenko]] raggiunse subito l'espressività attraverso la deformazione e un ritmo scioltoellato, mentre [[Dmitrij Dmitrievič Žilinskij|Dmitrij Žilinskij]] si ispirò al Rinascimento, ai classici della pittura russa, come Aleksandr Ivanov, mentre si basava sul suo insegnante Pavel Korin. Il suo ''Al mare. Una Famiglia'' ({{russo|У моря. Семья|U morja. Sem'ja}})(1964) combina la severità e l'equilibrio della composizione con l'intensità espressiva dei colori. Il dipinto di Žilinskij ''Giornata di domenica'' ({{russo|Воскресный день|Voskrecnyj den'}}) (1973) descrive una comunità di artisti e scienziati di spicco che vive nella cosiddetta "Casa Rossa". Il suo ''Sotto il vecchio melo'' ({{russo|Под старой яблоней|Pod staroj jablonej}}) del 1967 rappresenta un esempio di unità del concreto e del senza tempo, del quotidiano e del simbolico.<ref>{{Cita|Sarab’janov|pp. 360-363}}.</ref> Uno dei selle opere più famose di Žilinskij è ''Ginnasti dell'URSS'' ({{russo|Гимнасты СССР|Gimnasty SSSR}}) del 1964—1965.
 
==== Nonconformismo ====
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A Mosca sono state eseguite molte opere monumentali e decorative: i mosaici del Museo-panorama di Borodino, il cinema ''Oktjabr''', il Museo delle Forze armate dell'URSS (oggi Museo centrale delle Forze armate )e altre. Maestri come [[Nikolaj Ivanovič Andronov|Nikolaj Andronov]], [[Andrej Vladimirovič Vasnecov|Andrej Vasnecov]], I. I. Derviz, Jurij Korolëv, Boris Miljukov, [[Leondi Grigorevič Poliščuk|Leonid Poliščuk]], Igor' Pčelnikov, Boris Tal'berg, [[Boris Petrovič Černyšev|Boris Černyšev]], [[Viktor Pavlovič El'konin|Viktor El'konin]] e altri diedero un contribuito importante allo stile assieme ai maestri più giovani, come [[Oleg Pavlovič Filatčev|Oleg Filatčev]].
 
A Kiev lavoravano Vladimir Mel'ničenko e Ada Rybačuk, mentre a [[Vilnius]] Al'gimantas Stoškus realizzava le vetrate colorate e a [[Tbilisi]] furono attivi Bella Berdzenišvili e N. J. Ignatov.<ref>{{Cita|Sarab’janov|pp. 369-370}}.</ref>
 
=== Scultura ===
[[File:Dimitrii_michailowitsch_karbischew.jpg|miniatura|Monumento al generale Karbyšev.]]
Nel dopoguerra, la scultura si sviluppò dedicandosi al tema dell'eroismo dei soldati e delle vittime della seconda guerra mondiale. Il ruolo centrale era occupato dalle composizioni statuarie e dai memoriali, ovvero il complesso architettonico e scultoreo del monumento considerato più adatto all'espressione del tema dell'umanesimo e della vittoria sulla morte.<ref>{{Cita|Sarab’janov|p. 370}}.</ref>
 
Negli anni sessanta e settanta, per la nuova generazione di scultori, così come per i pittori, il compito principale era quello di liberarsi dai cliché, dagli stereotipi figurativi e dalle raffigurazioni grandiose. Le tematiche erano le situazioni drammatiche della vita, e lo sviluppo di nuove tendenze ideologiche venne accompagnato da una nuova ricerca di un linguaggio espressivo.<ref name="S373">{{Cita|Sarab’janov|pp. 371-373}}.</ref>
 
Questa generazione è rappresentata da Tat'jana Sokolova, che affermò le caratteristiche volumetriche e specifiche della scultura. Studiò l'eredità artistica dei precedenti maestri, in particolare quella di A. T. Matveev. Nelle opere della Sokolova, l'atmosfera speciale di romanticismo viene creata dalla capacità di discernere nel quotidiano il grande nel piccolo. Negli anni settanta, come altri scultori del tempo, iniziò a lavorare su una varietà di materiali impiegando varie soluzioni diverse e creando nuove possibilità scultoree. Da ricordare la sua composizione in rame ''Maternità'' ({{russo|Материнство|Maternistvo}})<ref>{{Cita web|url=http://maslovka.org/images/555/SOKOLOVA-3.jpg|titolo=Материнство}}</ref> del 1970 e ''Natura morta con un gatto'' ({{russo|Натюрморт с кошкой|Natjurmort s koščkoj}} (1973-1974), con la quale introdusse la natura morta in una scultura sia lirica che grottesca.<ref name="S373" />
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==== Complessi memoriali ====
[[File:Breszt-Erőd.jpg|miniatura|Monumento al complesso memoriale di Brėst.]]
Molti memoriali furono realizzati in molti paesi dove l'URSS aveva lasciato il segno: complessi commemorativi furono creati negli ex campi di concentramento nazisti ([[Auschwitz]], [[Buchenwald]], [[Campo di concentramento di Sachsenhausen|Sachsenhausen]], [[Majdanek]], [[Mauthausen-Gusen|Mauthausen]], [[Ravensbruck]]) e nei siti di battaglie (Stalingrado). Furono realizzati complessi nel territorio sovietico e nelle aree prossime al blocco orientale (Come il [[Memoriale sovietico (Treptower Park)|memoriale sovietico di Treptower Park]] e il [[Memoriale_sovietico_(Tiergarten)|memoriale sovietico di Tiergarten]], entrambi a Berlino. Oppure il monumento al generale Karbyšev a Mauthausen).<ref name="S371">{{Cita|Sarab’janov|pp. 370-371}}.</ref>
 
Il disegno del monumento è determinato in base al paesaggio circostante, e quest'ultimo diventa la parte principale del complesso che non ha bisogno di strutture aggiuntive. Ciò è avvenuto per le opere situate sul luogo di eventi storici come il monumento a [[Babij Jar]] (Kiev) e il Memoriale ''Nevskij pjatčok'' vicino Leningrado.<ref name="S371" />
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=== Grafica ===
Negli anni sessanta, la grafica tornò alla ribalta e le stampe vennero ampiamente distribuite.<ref name="S375">{{Cita|Sarab’janov|pp. 373-375}}.</ref>
 
Gurij Zacharov rappresentò una delle prove più vivide dei cambiamenti. In un primo momento, la sua percezione "urbana" della vita, caratteristica di tutta la sua generazione, è presente, ad esempio, nella [[linoleografia]] ''Mosca. Prospettiva Mira'' ({{russo|Москва. Проспект Мира|Moskva Prospekt Mira}}) (1960), dove sono combinate le caratteristiche del nuovo e del vecchio. ''Jauza'' (Яуза) (1962) mostra le stesse caratteristiche. Negli anni settanta, l'arte di Zacharov si stava evolvendo verso la percezione espressiva e personale, come è evidente nella sua ''Cena di Mosca'' (1966-1967),<!--Московском ужине--> e nel suo lavoro cominciò a comparire un'incisione più malleabile. Zacharov era alla ricerca di impressioni nitide sul paesaggio urbano, rivelando le dinamiche della vita moderna (''Ponte Konjušennyj'', 1970; ''Ponte cantante'', 1969).<ref name="S375" /><!--Конюшенный мост, Певческий мост-->
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=== Architettura ===
Il grande processo d'industrializzazione riguardò principalmente l'edilizia abitativa, poiché era necessario risolvere il problema del tipo di appartamento e condominio ideale per le masse, e venne avviata la costruzione di aree di grandi matrici.<ref name="S377">{{Cita|Sarab’janov|p. 377}}.</ref>
 
[[File:Pushkinsky_Cinema_00.jpg|miniatura|Cinema ''Puškinskij''.]]