Ciascuno a suo modo: differenze tra le versioni

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'''Ciascuno a suo modo''' è una [[commedia]] scritta da [[Luigi Pirandello]] nel [[1924]]. L'opera fa parte della cosiddetta ''trilogia del [[teatro nel teatro]]'', preceduta da ''[[Sei personaggi in cerca d'autore]]'' e seguita da ''[[Questa sera si recita a soggetto]]''.
 
La rappresentazione della commedia, così come indicata dall'autore, si svolge in due [[spazio scenico|spazi scenici]] differenti: il [[palcoscenico]] da un lato, e i luoghi generalmente utilizzati dal [[spettatore|pubblico]], come l'ingresso, il [[foyer]] e la sala, dall'altro.
 
Secondo il critico teatrale [[Eligio Possenti]] (1886-1966), la commedia mette in risalto la contraddizione interna di ogni essere umano tra le proprie azioni e le motivazioni «dell'altro che è dentro di noi e viene chissà di dove e determina 'non si sa come' i nostri atti».
 
Lo sdoppiamento tra i [[personaggio|personaggi]] e i loro atti è ottenuto tramite la contemporanea presenza, in sala e sul palcoscenico, dei protagonisti di un caso di cronaca. Ad ogni calare di [[sipario]] i protagonisti 'reali' delle vicenda (che viene rappresentata, da altri attori, sul palcoscenico) si accalorano, inveendo contro l'autore e la commedia. Il gioco teatrale si svela nel finale, quando, inaspettatamente, i personaggi della 'realtà' e quelli della 'finzione' si riuniscono per l'uscita finale.
 
Questa commedia, la meno fortunata della trilogia ''[[teatro nel teatro|metateatrale]]'', è una riflessione molto in anticipo sui tempi sul rapporto tra [[arte]] e realtà. Questo tema verrà approfondito da altri nei decenni successivi, reso attuale dallo sviluppo dei [[mass media|mezzi di comunicazione di massa]].
 
Nel meccanismo creato da Pirandello la rappresentazione viene influenzata da presunti fatti reali, ma succede anche l'opposto: la realtà viene modificata dalla finzione scenica, tanto da spingere i personaggi presenti in sala ad arrivare alle stesse conclusioni di quelli che recitano sulla scena. Secondo [[Giovanni Calendoli]] «''Ciascuno a suo modo'' propone il gioco dell'infinito rapporto che si stabilisce tra la realtà e la rappresentazione, illustrando l'implacabile suggestione che la rappresentazione artistica esercita sulla realtà, plasmandola a sua somiglianza»
 
 
== Bibliografia ==