Tempio malatestiano: differenze tra le versioni

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Nel [[1809]] le soppressioni napoleoniche sciolsero il convento francescano e in seguito alla sconsacrazione e distruzione dell'antica Santa Colomba, il tempio fu consacrato a [[cattedrale]] cittadina, assumendo la dedica della santa.
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], l'edificio subì molti danni (in particolare, nel [[1944]]), tanto da far esclamare, commosso, ad [[Ezra Pound]], nel suo Canto LXXII, "(a parlare è lo spirito di [[Ezzelino III da Romano]]):
{{quote|Rimini arsa e Forlì distrutta".,
chi vedrà più il sepolcro di [[Gemisto]]
che tanto savio fu, se pur fu greco?
Giù son gli archi e combusti i muri
del letto arcano della divina [[Isotta degli Atti|Ixotta]]..."
"Ma chi sei?" clamai
contra la furia della sua tempesta,
"Sei tu [[Sigismondo Pandolfo Malatesta|Sigismundo]]?"
Ma egli non m'ascoltò...}}
 
La zona [[abside|absidale]], insieme a buona parte della copertura, fu distrutta e ricostruita in forme semplificate con l'esterno in mattoni a vista e l'interno in semplice e disadorno intonaco bianco. Solo recentemente l'altare maggiore è stato arricchito da un celebre [[Crocifisso di Rimini|crocifisso]] di [[Giotto]], dipinto durante il suo soggiorno a Rimini tra il [[1308]] e il [[1312]]. La facciata e i fianchi furono danneggiati, con dislivelli, fuoripiombo e distacchi, tanto da dover procedere con un difficile intervento, smontando e rimontando sostanzialmente l'intero paramento murario, numerando i vari conci e blocchi lapidei.<ref>{{Cita libro | nome=A. | cognome=Turchini | titolo=Il tempio distrutto. Distruzione, restauro, anastilosi del Tempio Malatestiano | città=Cesena | anno=1998}}</ref>