La democrazia in America: differenze tra le versioni
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Nel [[2006]], [[Bernard-Henri Lévy]] ha pubblicato in USA, e poi in Francia, il controverso "[[American vertigo]]" che si presenta come un "[[remake]]" del libro di Tocqueville, 170 anni dopo.
== Democrazia e tirannia della maggioranza ==
Secondo Tocqueville le società moderne e democratiche sono caratterizzate da un certo dispotismo non tirannico: il problema della tirannia della maggioranza non è solo il fatto che i pochi devono sottostare al volere dei molti, ma anche il fatto che i molti tendono a dominare l’opinione pubblica, polarizzando la società verso un [[pensiero unico]] (o, usando le parole di [[Herbert Marcuse|Marcuse]], verso una "società a una dimensione", in cui l'uniformità ha talmente tanto permeato la mente al punto da auto censurare le opinioni impopolari). La tirannia della maggioranza non è dunque una tirannia materiale che ha come obiettivo i corpi, ma una tirannia più subdola che si esercita sul pensiero: la democrazia ha per sua natura dei perenni esclusi, cioè coloro che hanno posizioni estreme lontane sia dalla maggioranza, sia dalle minoranze.
Tocqueville propone alcuni "antidoti" per affrontare la tirannia della maggioranza. Il primo è lo ''spirito legistico'' nel suo ruolo di contrappeso alla democrazia<ref>{{Cita libro|autore=Alexis de Toqueville|titolo=La democrazia in America|editore=UTET|capitolo=Cap. 8, "Ciò che negli Stati Uniti modera la tirannia della maggioranza"}}</ref>: i giudici della [[Corte suprema degli Stati Uniti d'America|corte suprema]], eletti a vita, sarebbero dotati della massima integrità di giudizio in quanto non necessitano di mutare la loro opinione per inseguire consensi. Anche l'associazionismo sarebbe una buona contromisura alla tirannia della maggioranza, in quanto capace di aggregare persone attorno ad un'idea e attaccare così l'impero morale del ''mainstream''.
== Aristocrazia e industria ==
Tocqueville intuisce il rischio che dall’[[industria]] possa nascere una nuova [[Nobiltà|aristocrazia]], quella dei tycoon, ossia dei grandi proprietari industriali. L’aristocrazia industriale americana è però strutturalmente diversa da quella europea: non è un’aristocrazia nobiliare e titolata, ma è un’aristocrazia economica con un’alta mobilità sociale (cioè senza meccanismi di casta: si può diventare ricchi come si può perdere tutto e tornare in povertà, a prescindere dallo status sociale della famiglia di nascita).
Tocqueville considera inoltre i rapporti tra servo e padrone come rapporti di natura contrattuale tra lavoratore e datore di lavoro; inoltre vede nello strumento del contratto uno strumento di libertà che lo schiavo non ha, in quanto il lavoratore, terminata la sua prestazione, può tornare alla sua vita e alle sue libertà personali. Si tratta di una concezione del contratto diametralmente opposta a quella del suo contemporaneo [[Karl Marx]], in cui il lavoratore che sottoscrive il contratto è comunque in posizione di diseguaglianza e obbligato dalle circostanze (cioè dal dover lavorare per sopravvivere).
== Edizioni italiane ==
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