Michael Jordan: differenze tra le versioni

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La sua biografia sul sito della [[NBA|National Basketball Association]] dichiara: "Per acclamazione, Michael Jordan è il più grande giocatore di pallacanestro di tutti i tempi".<ref name="nbah">{{cita web|url=http://www.nba.com/history/legends/michael-jordan/index.html|titolo=Legends profile: Michael Jordan|data=4 marzo 2013|accesso=18 novembre 2015|lingua=en}}</ref>
 
Jordan giocò tre anni sotto la guida di coach [[Dean Smith]] per lall'[[Università della Carolina del Nord a Chapel Hill]], dove trascinòguidò la sua squadra alla vittoria del campionato nazionale [[National Collegiate Athletic Association|NCAA]] nel 1982. Venne poi scelto per terzo al [[Draft NBA 1984]] dai [[Chicago Bulls]] e diventò in breve tempo una delle stelle della lega, contribuendo a diffondere la NBA a livello mondiale negli anni ottanta e novanta.<ref name="lazenby">{{cita|Lazenby}}.</ref><ref name=larrymagic>{{Cita|Bird, Johnson, MacMullan}}.</ref> Le sue qualità atletiche e tecniche gli valsero, a partire già dalle prime stagioni disputate tra i professionisti, i soprannomi di ''Air Jordan''<ref name=nbah/> e ''His Airness''.<ref name=nytimes>{{cita web|url=https://www.nytimes.com/2014/06/01/books/review/michael-jordan-the-life-by-roland-lazenby.html|titolo=His Airness|data=29 maggio 2014|accesso=21 novembre 2015|lingua=en}}</ref> Si affermò inoltre come uno dei migliori difensori della lega. Nel 1991 vinse il suo primo titolo NBA con i Bulls, per poi ripetersi con altri due successi nel 1992 e nel 1993, aggiudicandosi un "[[three-peat]]". Nonostante Jordan si ritirò improvvisamente dal basket nel 1993 per intraprendere una carriera nel baseball, decise dima tornaretornò ai Bulls nel marzo 1995 e li condusse alla vittoria di altri tre titoli nel 1996, 1997 e 1998, completando un altro "three-peat". Jordan si ritirò una seconda volta nel gennaio 1999, per poi tornare come membro dei [[Washington Wizards]] dal 2001 al 2003, per poi ritirarsi definitivamente.
 
I riconoscimenti ottenuti da Jordan a livello individuale includono sei [[Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award|MVP delle finali]],<ref name=":8">{{Cita web|url=http://www.nba.com/history/awards/finals-mvp|titolo=NBA Finals MVP Award Winners|lingua=en|accesso=11 giugno 2019}}</ref> dieci [[Lista dei top scorer stagionali della NBA|titoli di miglior marcatore]] (entrambi record),<ref name="stats" /> cinque [[NBA Most Valuable Player Award|MVP della regular season]],<ref name="stats" /> dieci selezioni [[All-NBA Team|All-NBA]] First Team<ref name="stats" /> e nove nell'[[NBA All-Defensive Team|All-Defensive]] First Team,<ref name="stats" /> quattordici partecipazioni all'[[NBA All-Star Game]],<ref name="stats" /> tre [[NBA All-Star Game Most Valuable Player Award|MVP dell'All-Star Game]]<ref name="stats" /> e un [[NBA Defensive Player of the Year Award]].<ref name="stats" /> Detiene i record NBA per la media punti più alta nella storia della regular season (30,12 punti a partita) e nella storia dei playoffs (33,45 punti a partita). Jordan è stato introdotto due volte nella [[Naismith Memorial Basketball Hall of Fame]], essendo stato scelto nel 2009<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/2009/03/sport/basket/basket-varie/jordan-hall-of-fame-12-set/jordan-hall-of-fame-12-set.html|titolo=Jordan nella Hall of Fame ''Nessuno come me''|accesso=11 giugno 2019}}</ref> per la sua carriera individuale e nel 2010 come membro del "[[Nazionale di pallacanestro degli Stati Uniti d'America#1992: il Dream Team|Dream Team]]".<ref>{{Cita web|url=https://sport.sky.it/sport-usa/2010/08/14/nba_dream_team_hall_of_fame.html|titolo=Nba, è tornato il Dream Team: ora è nella Hall of Fame|autore=Sky Sport|data=14 agosto 2010|accesso=11 giugno 2019}}</ref> È diventato membro della [[FIBA Hall of Fame]] nel 2015.<ref>{{Cita web|url=https://bleacherreport.com/articles/2525244-michael-jordan-leads-class-of-2015-fiba-hall-of-fame-inductees|titolo=Michael Jordan Leads Class of 2015 FIBA Hall of Fame Inductees|data=17 luglio 2015|lingua=en|accesso=11 giugno 2019}}</ref>
 
Nel 1999 è stato nominato come "più grande atleta nord-americano del XX secolo" dal canale televisivo sportivo [[ESPN]].<ref>{{Cita web|url=https://www.espn.com/sportscentury/athletes.html|titolo=ESPN.com: Top N. American athletes of the century|accesso=29 marzo 2019}}</ref> La fama acquisita sul campo lo ha reso un'icona dello sport,<ref name=phenomenon>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/hoop_phenomenon.html|titolo=Michael Jordan: Phenomenon|accesso=20 novembre 2015|lingua=en}}</ref> al punto da spingere la [[Nike (azienda)|Nike]] a dedicargli una linea di scarpe da pallacanestro chiamata ''[[Air Jordan]]'', introdotta a partire dal [[1984]].<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://seattletimes.com/html/businesstechnology/2004116738_airjordan10.html|titolo=23 years later, Air Jordans maintain mystique|data=10 gennaio 2008|accesso=12 ottobre 2014}}</ref>
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=== Il primo three-peat e il Dream Team ===
In tre anni, nel 1991 contro i Los Angeles Lakers di [[Magic Johnson]] e [[James Worthy]], nel 1992 contro i [[Portland Trail Blazers]] di [[Clyde Drexler]] e nel 1993 contro i [[Phoenix Suns]] di [[Charles Barkley]], [[Kevin Johnson]] e [[Dan Majerle]], i Chicago Bulls vincono tre titoli NBA in fila, realizzando il cosiddetto ''[[three-peat]]'',<ref>Gioco di parole traducibile più o meno come tri-petizione che fonde il numero ''three'' e il termine ''repeat''</ref> riuscito solo ad altre 2 squadre nella storia della NBA.<ref name=":53">{{Cita web|url=http://www.nba.com/history/top-moments/2002-lakers-complete-three-peat|titolo=Top Moments: Lakers complete fifth 'three-peat' in NBA history|autore=NBA com Staff|lingua=en|accesso=11 maggio 2019}}</ref>
 
==== Stagione 1990-19911992 ====
Nei play-off, e in particolare nelle finali, Jordan giocò una grande pallacanestro, facendo registrare diversi record uno dietro l'altro (su tutti quello di più alta media realizzativa di punti in una serie di finale di 41 punti, stabilito nel 1993 contro i Phoenix Suns),<ref name=":54" /> e vincendo anch'egli tre titoli consecutivi di MVP delle finali NBA (cosa, fino ad allora, mai riuscita ad altro giocatore nella storia della NBA);<ref>{{Cita web|url=http://www.nba.com/history/awards/finals-mvp|titolo=NBA Finals MVP Award Winners|lingua=en|accesso=11 giugno 2019}}</ref> solo in seguito (2000, 2001 e 2002) [[Shaquille O'Neal]] e [[Kobe Bryant]] ai Lakers seppero ripetere tale impresa, anch'essi con Phil Jackson in panchina.<ref name=":53" />
 
==== Stagione 1990-1991 ====
[[File:Lipofsky Pippen.jpg|miniatura|252x252px|[[Scottie Pippen]], fattore determinante per i titoli vinti da Chicago]]
La stagione 1990-91 ricominciò con il roster dei Chicago Bulls sostanzialmente invariato, almeno nel quintetto base. La politica della franchigia fu di lasciare maturare la squadra, non snaturandola. A fine anno i [[Portland Trail Blazers]] stabilirono il miglior record della regular season con 63-19, davanti al 61-21 dei Bulls.<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/leagues/NBA_1991.html|titolo=1990-91 NBA Season Summary|lingua=en|accesso=11 maggio 2019}}</ref> I Bulls mostrarono un basket completo e senza punti deboli, avendo armonizzato la presenza di una superstar con le dinamiche di squadra, ciò che valse a Jordan il secondo titolo di MVP della Lega. Detroit, pur ancora massimamente competitiva, sembrava aver esaurito il suo impeto agonistico tanto che per la prima volta collezionò un record di vittorie in stagione inferiore a quello dei Bulls, accumulando nette sconfitte negli scontri diretti.<ref name=":26">{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/teams/CHI/1991_games.html|titolo=1990-91 Chicago Bulls Schedule and Results|lingua=en|accesso=25 aprile 2019}}</ref>
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I Bulls superarono nuovamente in scioltezza i primi due turni di playoffs (3-0 ai New York Knicks e nuovamente 4-1 ai Philadelphia 76ers di Charles Barkley)<ref name=":26" /> per ritrovarsi per il terzo anno consecutivo nelle Finals dell'Est, sempre contro i Detroit Pistons.<ref name=":26" /> Nuovamente affrontata in Finale di Conference, Jordan si prese la sua rivincita, trascinando Chicago a un netto 4-0. Alla fine di gara-4, con il risultato ormai guadagnato dai Bulls, i Pistons (con [[Isiah Thomas]] e [[Bill Laimbeer]] in testa) uscirono dal campo diversi secondi prima del termine della partita.<ref>{{cita web|url=http://www.si.com/nba/point-forward/2013/10/04/isiah-thomas-michael-jordan-pistons-bulls-1991-playoffs|titolo=Isiah Thomas regrets handshake snub against Bulls in 1991 playoffs|data=4 ottobre 2013|accesso=8 gennaio 2016|lingua=en}}</ref><ref name=":9">{{Cita web|url=https://bleacherreport.com/articles/158201-the-day-the-bad-boys-walked-out|titolo=The Day the "Bad Boys" Walked Out|autore=Greg Eno|lingua=en|accesso=6 aprile 2019}}</ref> Jordan evitò di subire passivamente questo atteggiamento dei Pistons e mentre questi uscivano dal campo si rivolse ai suoi compagni congratulandosi con loro.<ref name=":9" />
 
In finale trovarono i Los Angeles Lakers di Magic Johnson; in gara-1 i Bulls vennero sconfitti per 93-91, con Jordan che sbagliò il tiro del pareggio a pochi secondi dal termine, e i Lakers ribaltarono così il fattore campo.<ref name=":13">{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/boxscores/199106020CHI.html|titolo=Los Angeles Lakers at Chicago Bulls Box Score, June 2, 1991|lingua=en|accesso=19 aprile 2019}}</ref> La prestazione di Jordan fu comunque eccellente: mise a referto 36 punti, 8 rimbalzi e 12 assist, con 15 punti, 5 assist e 7/10 dal campo nel solo primo quarto.<ref name=":13" /> Nelle gare successive i Lakers non riuscirono più a tenere il passo dei Bulls, che si imposero per 4-1 vincendo il loro primo titolo.<ref>{{Cita|Porter|p. 124}}.</ref> Nella serie fu importante anche l'apporto di Scottie Pippen in marcatura su Johnson.<ref>{{Cita web|url=https://www.nba.com/bulls/history/pippen10_1991.html|titolo=Scottie Pippen's Greatest Moments: World champions for the first time in 1991|lingua=en|accesso=11 maggio 2019}}</ref>[[File:Air Jordan VII (Maillot N°9 de la Dream Team).JPG|thumb|Le ''Air Jordan VII'', indossate durante le [[Giochi olimpici|Olimpiadi]] di [[Giochi della XXV Olimpiade|Barcellona 1992]].]]Nel 1992 la finale fu contro Portland: il suo scontro diretto con Drexler venne deciso fin dalle prime battute: nella gara-1 delle finali andò a riposo nell'intervallo del primo tempo con 35 punti, con 6 canestri consecutivi da 3 punti.<ref name=":102">{{cita web|url=http://www.nba.com/encyclopedia/finals/Memory_Lane.html|titolo=A Stroll Down Memory Lane|lingua=en|accesso=11 gennaio 2016|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6E2BcCC0s?url=http://www.nba.com/encyclopedia/finals/Memory_Lane.html|dataarchivio=29 gennaio 2013|urlmorto=sì}}</ref> Secondo il telecronista [[Marv Albert]], lo stesso MJ fu sorpreso dalla propria prestazione.<ref name=":102" /> Dopo la vittoria dei Bulls in gara-6 Drexler disse: "All'inizio della serie pensavo che Michael avesse 2000 movimenti diversi. Mi sbagliavo. Ne ha 3000".<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/2011/news/features/fran_blinebury/08/15/1992-bulls/|titolo='92 Bulls repeat to prove their worth -- but it wasn't easy|data=31 agosto 2011|lingua=en|accesso=8 gennaio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160307220651/http://www.nba.com/2011/news/features/fran_blinebury/08/15/1992-bulls/|dataarchivio=7 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>
 
==== Stagione 1991-1992 ====
[[File:Air Jordan VII (Maillot N°9 de la Dream Team).JPG|thumb|Le ''Air Jordan VII'', indossate durante le [[Giochi olimpici|Olimpiadi]] di [[Giochi della XXV Olimpiade|Barcellona 1992]].]]Nel 1992 la finale fu contro Portland: il suo scontro diretto con Drexler venne deciso fin dalle prime battute: nella gara-1 delle finali andò a riposo nell'intervallo del primo tempo con 35 punti, con 6 canestri consecutivi da 3 punti.<ref name=":102">{{cita web|url=http://www.nba.com/encyclopedia/finals/Memory_Lane.html|titolo=A Stroll Down Memory Lane|lingua=en|accesso=11 gennaio 2016|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6E2BcCC0s?url=http://www.nba.com/encyclopedia/finals/Memory_Lane.html|dataarchivio=29 gennaio 2013|urlmorto=sì}}</ref> Secondo il telecronista [[Marv Albert]], lo stesso MJ fu sorpreso dalla propria prestazione.<ref name=":102" /> Dopo la vittoria dei Bulls in gara-6 Drexler disse: "All'inizio della serie pensavo che Michael avesse 2000 movimenti diversi. Mi sbagliavo. Ne ha 3000".<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/2011/news/features/fran_blinebury/08/15/1992-bulls/|titolo='92 Bulls repeat to prove their worth -- but it wasn't easy|data=31 agosto 2011|lingua=en|accesso=8 gennaio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160307220651/http://www.nba.com/2011/news/features/fran_blinebury/08/15/1992-bulls/|dataarchivio=7 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>
 
==== Olimpiadi 1992: il ''Dream Team'' e il secondo oro ====
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==== Stagione 1992-1993 ====
I Bulls raggiunsero nuovamente le finali NBA, nelle quali affrontarono i [[Phoenix Suns]], autori del miglior record stagionale, trascinati da [[Charles Barkley]]. Con i Bulls in vantaggio 3-2, si ritornò in Arizona per le sfide decisive: gara-6 fu molto combattuta e si arrivò all'ultimo possesso con i Bulls palla in mano e sotto di 2 punti. Jordan fu l'autore di tutti i 9 punti finora effettuati dai Bulls nel 4º quarto ma, contro abitudine, non si incaricò del tiro; raddoppiato dalla difesa dei Suns lascia gestire la palla a [[Scottie Pippen]], che vide sotto canestro smarcato [[Horace Grant]], il quale potrebbe comodamente appoggiare per il pareggio ma optò per il passaggio a [[John Paxson]], appostato dietro l'arco dei 3 punti, per il tiro che valse non solo il pareggio ma la vittoria della partita e della serie: fu il terzo titolo consecutivo.<ref>{{Cita web|url=http://www.nba.com/top-nba-finals-moments-john-paxson-jumper-game-6-1993-finals|titolo=Top NBA Finals moments: Paxson's 3-pointer seals three-peat for Bulls|autore=Scott Howard-Cooper|lingua=en|accesso=4 giugno 2019}}</ref> Jordan disse: "Vincere tre titoli di seguito era un mio obiettivo, perché né Thomas, né Magic, né Bird ce l'hanno fatta. Non sto dicendo di essere più forte di loro, ma il fatto che solo io ci sia riuscito vorrà dire qualcosa".<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/sport/cards/da-borg-stoner-tomba-pennetta-fenomeni-che-si-ritirano-top-carriera/flavia-pennetta_principale.shtml|titolo=Da Borg a Stoner, da Tomba alla Pennetta I fenomeni che si ritirano al top della carriera|autore=Marco Letizia, Gaia Piccardi e Flavio Vanetti|data=12 febbraio 2016|accesso=6 aprile 2019}}</ref> I Chicago Bulls vinsero il terzo titolo NBA in fila, realizzando il cosiddetto ''[[three-peat]]'',<ref>Gioco di parole traducibile più o meno come tri-petizione che fonde il numero ''three'' e il termine ''repeat''</ref> riuscito solo ad altre 2 squadre nella storia della NBA.<ref name=":53">{{Cita web|url=http://www.nba.com/history/top-moments/2002-lakers-complete-three-peat|titolo=Top Moments: Lakers complete fifth 'three-peat' in NBA history|autore=NBA com Staff|lingua=en|accesso=11 maggio 2019}}</ref> In queste finali Jordan registrò la più alta media realizzativa di punti in una serie di finale con 41 punti.<ref name=":54" /> In più vinse il terzo titolo consecutivo di MVP delle finali NBA (cosa, fino ad allora, mai riuscita ad altro giocatore nella storia della NBA);<ref name=":8" /> solo in seguito (2000, 2001 e 2002) [[Shaquille O'Neal]] e [[Kobe Bryant]] ai Lakers seppero ripetere tale impresa, anch'essi con Phil Jackson in panchina e con O'Neal che vinse 3 MVP consecutivi.<ref name=":53" />
 
=== La morte del padre e il primo ritiro ===
Il 22 agosto 1993 il padre di Jordan, James, venne assassinato nel 1993: di ritorno dal funerale di un amico, decise di fermarsi sul bordo di un'autostrada interstatale nella [[Carolina del Nord]] per riposarsi.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2016/07/25/michael-jordan-dice-di-non-poter-piu-rimanere-in-silenzio/|titolo=Michael Jordan dice di non poter più "rimanere in silenzio"|data=25 luglio 2016|accesso=11 maggio 2019}}</ref><ref name=":56">{{Cita news|lingua=en-US|nome=Alison|cognome=Mitchell|url=https://www.nytimes.com/1993/08/22/weekinreview/the-nation-so-many-criminals-trip-themselves-up.html|titolo=THE NATION; So Many Criminals Trip Themselves Up|pubblicazione=The New York Times|data=1993-08-22|accesso=2019-05-11}}</ref> Mentre stava dormendo, due criminali locali si fermarono, lo uccisero e rubarono la sua [[Lexus]], che gli era stata regalata proprio da Michael.<ref name=":56" /> Gli autori del fatto furono rapidamente rintracciati poiché avevano effettuato alcune chiamate con il telefono cellulare della vittima.<ref name=":56" />
 
Il 6 ottobre 1993, in una conferenza stampa sovraffollata di giornalisti, Michael comunicò alla Lega e al mondo la sofferta decisione di lasciare la pallacanestro. Le sue parole furono: "Ho perso ogni motivazione. Nel gioco del basket non ho più nulla da dimostrare: è il momento migliore per me per smettere. Ho vinto tutto quello che si poteva vincere. Tornare? Forse, ma ora penso alla famiglia".<ref name=quotes>{{cita web|url=http://www.nba.com/history/Classic_NBA_Quotes_Jordan.html|titolo=Classic NBA Quotes: Michael Jordan|accesso=11 gennaio 2016|lingua=en}}</ref>
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=== Il secondo three-peat ===
 
==== Stagione 1995-1996 ====
Scottato dalla sconfitta nella precedente serie di playoff, Jordan passò l'estate a prepararsi duramente in vista della nuova stagione.<ref>{{Cita news|lingua=en-US|nome=Clifton|cognome=Brown|autore=|url=https://www.nytimes.com/1995/10/29/sports/nba-95-96-jordan-seeks-to-be-like-the-old-mike.html|titolo=N.B.A. '95-'96; Jordan Seeks To Be Like The Old Mike|pubblicazione=The New York Times|data=29 ottobre 1995|accesso=12 maggio 2019}}</ref> In quella che seguirà, la stagione [[National Basketball Association 1995-1996|1995-1996]], Jordan fu di nuovo protagonista assoluto e i Chicago Bulls disputarono un'altra stagione superlativa: la squadra fece segnare un record assoluto nella NBA: furono la prima formazione nella storia della NBA a superare la soglia delle 70 vittorie nella ''regular season'', vincendo ben 72 partite su 82, record superato solo dai Golden State Warriors nella stagione 2015-2016.<ref>{{Cita web|url=http://sport.ilmessaggero.it/basket/golden_state_warriors_record_chicago_bulls-1669453.html|titolo=Golden State fa la storia: vittoria n. 73, “cancellati” i Bulls di Michael Jordan|autore=Gianluca Cordella|data=14 aprile 2016}}</ref> Con una ''line-up'' composta da Jordan, [[Ron Harper]], Scottie Pippen, Dennis Rodman e [[Luc Longley]],<ref name=":59">{{Cita web|url=https://www.nba.com/features/bullsbestever_top10.html|titolo=NBA.com - Best Ever? Ten Reasons Why|accesso=2019-05-12}}</ref> nonché probabilmente la miglior panchina della Lega, soprattutto grazie a Steve Kerr e Toni Kukoč,<ref name=":59" /> i Bulls migliorarono nettamente rispetto alla stagione precedente, passando da un record di 47-35 a 72-10.<ref>{{Cita web|url=https://www.nba.com/bulls/history/Chicago_Bulls_History-24393-42.html|titolo=Year-by-year history of the Chicago Bulls|lingua=en|accesso=29 marzo 2019}}</ref> Jordan vinse il suo ottavo titolo di marcatore e Rodman il suo quinto consecutivo da rimbalzista, mentre Kerr guidò la Lega nel tiro da tre punti. Jordan ottenne la cosiddetta ''Triple Crown'', la prestigiosa impresa dei tre premi come MVP: infatti, in questa stessa stagione Michael fu [[NBA All-Star Game|MVP dell'All Star Game]], [[NBA Most Valuable Player Award|della stagione regolare]] e [[Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award|delle finali]],<ref name="nba.combio" /> vinte contro i [[Seattle SuperSonics]]. Il manager [[Jerry Krause]] fu il "dirigente dell'anno", Jackson vinse il suo primo premio come [[NBA Coach of the Year Award|allenatore dell'anno]] e Kukoč fu il [[NBA Sixth Man of the Year Award|sesto uomo dell'anno]]. Sia Pippen che Jordan furono parte dell'All-NBA First Team e gli stessi due, insieme a Dennis Rodman, fecero parte anche dell'All-Defensive First Team. La squadra trionfò contro [[Gary Payton]], [[Shawn Kemp]] e i loro Seattle SuperSonics vincendo il quarto titolo in 6 gare.<ref>{{Cita web|url=https://www.nba.com/history/finals/19951996.html|titolo=NBA.com: Bulls' Record-Setting Season Ends in Victory|accesso=4 maggio 2019}}</ref>
[[File:Phil Jackson Lipofsky.JPG|thumb|Jordan durante un [[Time out (sport)#Pallacanestro|timeout]] con il suo allenatore [[Phil Jackson]] nel 1997.]]
Per molti critici della pallacanestro si trattava della più forte squadra nella storia NBA,<ref name=":59" /><ref>{{Cita web|url=https://bleacherreport.com/articles/865311-10-greatest-nba-teams-of-all-time|titolo=10 Greatest NBA Teams of All Time|autore=Imaz A|data=28 settembre 2011|lingua=en|accesso=12 maggio 2019}}</ref> prima dell'arrivo dei Golden State Warriors degli anni 2010 con in panchina un ex di quei Bulls, ovvero [[Steve Kerr]].<ref>{{Cita web|url=https://247sports.com/nba/golden-state-warriors/ContentGallery/ESPN-ranks-the-20-best-NBA-teams-ever-121160397/|titolo=ESPN ranks the 20 best NBA teams ever|lingua=en|accesso=12 maggio 2019}}</ref>
 
==== Stagione 1996-1997 ====
La stagione [[National Basketball Association 1996-1997|1996-1997]] fu ancora una stagione-record: i Bulls ottennero un record di vittorie-sconfitte di 69-13.<ref name="1996-97">{{cita web|url=http://www.databasebasketball.com/teams/teamscores.htm?tm=CHI&yr=1996&lg=n|titolo=Chicago Bulls 1996–97 Game Log and Scores|lingua=en|data=16 gennaio 2007|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160125082249/http://www.databasebasketball.com/teams/teamscores.htm?tm=CHI&yr=1996&lg=n|dataarchivio=25 gennaio 2016}}</ref> Nel corso dell'All-Star Game Jordan scrisse nuovamente la storia: con 14 punti, 11 assist e 11 rimbalzi fu il primo giocatore a realizzare una tripla doppia nel seguente evento.<ref>{{Cita web|url=https://www.complex.com/sports/2018/02/michael-jordan-nba-all-star-game-performances-from-worst-to-best|titolo=Ranking Michael Jordan's NBA All-Star Game Performances, From Worst to Best|lingua=en|accesso=12 maggio 2019}}</ref> Ancora una volta i playoffs videro i Bulls protagonisti, e nelle finali arrivò il quinto titolo dopo la vittoria contro gli Utah Jazz di [[Karl Malone]] e [[John Stockton]]. In gara-5 Jordan giocò il famoso ''flu game'' in cui segnò 38 punti (compresa la tripla decisiva a 25 secondi dalla fine) nonostante il giorno prima fosse stato vittima di un'intossicazione alimentare causata da una pizza.<ref>{{Cita|Doeden|p. 28-29}}.</ref><ref>{{Cita web|url=https://it.eurosport.com/basket/nba/2018-2019/il-flu-game-quando-michael-jordan-fece-l-impossibile-e-divento-leggenda_sto7136835/story.shtml|titolo=Il "flu game": quando Michael Jordan fece l'impossibile e diventò leggenda|data=17 febbraio 2019|accesso=29 marzo 2019}}</ref>
 
==== Stagione 1997-1998: l'ultimo titolo e il secondo ritiro ====
Jordan guidò la squadra durante la stagione [[National Basketball Association 1997-1998|1997-1998]] che, anche se non al livello delle precedenti, fu comunque di ottimo livello.<ref name="stats" /> Dopo una ''regular season'' non all'altezza delle due precedenti, i Chicago Bulls ritrovarono lo smalto nei playoffs e raggiunsero nuovamente le finali, dove incontrarono gli Utah Jazz per il secondo anno consecutivo dopo avere vinto agevolmente la finale di Conference con un secco 4-0 contro i Los Angeles Lakers di Shaquille O'Neal e Kobe Bryant.<ref name=":5">{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2018/06/15/sport/nba-a-anni-da-the-shot-lultima-grande-prodezza-di-jordan-condusse-la-lega-verso-lera-del-web-Zoubwk1jnrHhyRbNf77yDL/pagina.html|titolo=Nba, a 20 anni da “The Shot”: l’ultima grande prodezza di Jordan condusse la Lega verso l’era del web|data=15 giugno 2018|accesso=29 marzo 2019}}</ref> Arrivò così il 6º titolo per Jordan, suggellato da una palla rubata dalle mani di Karl Malone e dal canestro proprio di MJ a 5,2 secondi dalla fine della sesta gara delle finali, giocata a Salt Lake City, entrato di diritto nella [[storia della pallacanestro]]: fu il secondo ''three-peat'' per Michael e i Chicago Bulls.<ref name=":5" /> Il suo tiro è rimasto noto nell'immaginario colletivo come ''The Shot'' (esattamente come quello contro Cleveland), fissando il punteggio sull'87-86 finale.<ref name=":5" /><ref>{{Cita|Doeden|p. 31}}.</ref>