Odilon Redon: differenze tra le versioni

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:::::Ho creato un'arte secondo il mio parere, con gli occhi aperti sulle meraviglie del mondo visibile (...) È la natura che ci impone di obbedire ai doni che ci ha dato. I miei mi hanno indotto al sogno. Ho subito i tormenti dell'immaginazione e le sorprese che essa dava sotto la matita; ma queste sorprese le ho condotte e guidate secondo le leggi organiche dell'arte che conosco e sento, con il solo scopo di ottenere nello spettatore, con un improvvisa fascinazione, ogni possibile richiamo dell'incerto ed ogni evocazione, ai confini del pensiero.''
 
Il titolo del suo primo album litografico, ''Nel sogno (Dans le rêve)'', del 1879, tirato in venticinque esemplari, <ref name=":0">{{Cita libro|autore=Odilon Redon|titolo=A se stesso|collana=Carte d'artisti|annooriginale=2004|editore=Abscondita|città=Milano}}</ref>comprende una serie di immagini fantastiche e ispirate alle opere di Moreau, con l'influenza di Poe e Baudelaire ed esplicitamente antirealista.
 
*'''L'angoscia'''
 
Molte componenti dell'arte di Redon manifestano l'espressione della sua angoscia. Dai motivi, dai temi, dalle immagini di quest'espressione sprigiona un tono di tristezza, che ne caratterizza il lavoro artistico. La poetica dell'angoscia, il macabro e lo spaventoso di [[Edgar Allan Poe|Poe]] e di [[Charles Baudelaire|Baudelaire]] sono il carattere di un'esperienza che lascia nell'anima un'eco strana ed infelice, un profondissimo umore malinconico.
Ed è proprio dalla letteratura che giunge il maggior contributo alla notorietà di Redon, grazie allo scrittore Joris-Karl Huysmans che nel suo romanzo ''[[Controcorrente]] (À rebours)'' sottolinea il gusto decadente per il raro, il ricercato ed il perverso del protagonista Des Esseintes e l'opera redoniana viene quindi assunta a corrispettivo dell'estetismo e della sensibilità decadente. Il protagonista, nella sua raffinata ed eccentrica abitazione, dove accoglie soltanto «una pittura sottile, squisita, immersa in un sogno remoto, in una corruzione antica» possiede dei carboncini di Redon, opere «al di fuori di tutto, che oltrepassano i limiti della pittura, rinnovando un fantastico del tutto speciale, un fantastico di malattia e di delirio».<ref>{{Cita libro|autorename=Odilon":0" Redon|titolo=A se stesso|collana=Carte d'artisti|annooriginale=2004|editore=Abscondita|città=Milano}}</ref>».
*'''La gioia'''
Dopo un cambiamento psicologico legato alla nascita del suo secondo figlio, Redon scoprì le infinite suggestioni del colore e non riuscirà a tornare al carboncino: