Immigrazione: differenze tra le versioni
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Le legislazioni dei [[Unione europea|Paesi UE]] pongono l'autonomia economica dell'immigrato come una condizione necessaria per avere un [[permesso di soggiorno]] e poi la [[Cittadinanza (diritto)|cittadinanza]]<ref>Sandro Mezzadra, ''Il nuovo regime migratorio europeo e le metamorfosi contemporanee del razzismo'', Roma: Carocci, Studi sulla questione criminale: nuova serie di Dei delitti e delle pene. Fascicolo 1, 2007.</ref>. L'immigrato viene espulso se non dimostra di avere un lavoro regolare o qualcuno che possa dargli un sostentamento economico, condizioni per ottenere un regolare permesso di soggiorno.
Una prima eccezione a questo principio riguarda quanti sono vittime di persecuzioni politiche o religiose, provengono da dittature e Paesi in guerra. Il [[diritto internazionale]] prevede che in questi casi sia riconosciuto il [[diritto di asilo]], l'[[assistenza sanitaria]] e le cure di primo soccorso. A qualsiasi persona, pure clandestina, si applica quanto sancito dalla [[Dichiarazione
I flussi di immigrazione clandestina vengono combattuti con accordi bilaterali con i [[governo|Governi]] e le polizie dei Paesi di origine, in termini di esercitazioni e operazioni congiunte, condivisione di uomini, risorse, informazioni; di recente è stato invocato anche un approccio multilaterale (detto dall'Italia ''[[Politica_europea_di_vicinato#Migration_compact|Migration Compact]]''), quanto meno per gli Stati rivieraschi del [[Mar Mediterraneo]]<ref>[http://www.lefigaro.fr/international/2017/01/25/01003-20170125ARTFIG00346-donald-trump-lance-sa-bataille-du-mur.php Face à Trump, Hollande plaide pour l'accueil des réfugiés, Figaro, 28/01/2017].</ref>. Sul piano non repressivo, si combatte con accordi commerciali e di interscambio che favoriscano gli [[investimenti]] esteri, la [[crescita economica]] e del livello medio di istruzione, un mercato di sbocco alla produzione dei Paesi più poveri.
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