Marcel Reich-Ranicki: differenze tra le versioni

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Caduto in disgrazia e già incarcerato dal regime, diventa pubblicista professionista alla fine degli [[anni 1940|anni quaranta]] e progetta clandestinamente l'espatrio, riuscendo a lasciare definitivamente la Polonia per la Germania approfittando di un soggiorno-studio nel 1958 e grazie alla generosa complicità di Heinrich Böll, futuro premio Nobel per la letteratura e suo grande amico. In Germania Reich-Ranicki si dà ad un'intensissima, rigorosa attività critica, svolgendo puntuale attività di recensore per diverse testate soprattutto della Germania meridionale (oltre ''[[der Spiegel]]'', per ''[[Die Zeit]]'', [[1960]]-[[1973]] e il ''[[Frankfurter Allgemeine Zeitung]]'', delle cui pagine culturali è stato il direttore, sotto la direzione di [[Joachim Fest]], tra il [[1973]] e il [[1988]]), compilando fortunate antologie e monografie e svolgendo un'importante attività di organizzatore culturale e di traduttore dal polacco verso il tedesco e viceversa; è stato vicino al [[Gruppo 47]] fino allo scioglimento.
 
Benché [[agnosticismo|agnostico]] e critico nei confronti delle ortodossie, Reich-Ranicki non ha mai perso occasione di pronunciarsi veementemente in difesa degli ebrei quando la situazione lo richiedeva. Sua è l'espressione ''Fine della tregua'', riguardo all'atteggiamento forzatamente pentitistico dei tedeschi nei confronti del loro passato [[nazismo|nazista]] e [[antisemita]]. Questa ''Fine della tregua'' è stata fissata cronologicamente da Reich-Ranicki alla prima rappresentazione, nel [[1968]], di un dramma di [[Rainer Werner Fassbinder]], ''I rifiuti, la città e la morte''. Ha interrotto drammaticamente la collaborazione con [[Joachim Fest]] per via della posizione da questi assunta nella grande "disputa degli storici" ([[Historikerstreit]], 1986-88) sull'Olocausto e si è sempre rifiutato di recensire testi di [[Ernst Jünger]], sostenendo al contempo feroci polemiche con [[Ernst Nolte]], da lui definito un malato di mente. Più duratura e gravida di conseguenze è stata l'inimicizia con [[Martin Walser]], che prima in un discorso molto contestato tenuto alla Paulskirche di Francoforte ([[1997]]) e quindi in un romanzo, ''Morte di un critico'' ([[2002]]), ha attaccato duramente il critico.
 
L'enorme popolarità di Reich-Ranicki, che nei paesi di lingua tedesca oltrepassa la fama dovuta all'attività di critico "serio", è dovuta tuttavia in modo determinante alla sua vivacissima vis polemica e alla fortunata trasmissione televisiva di argomento letterario ''Das Literarische Quartett'', che solo il primo anno ([[1988]]) è stata seguìta da quasi un milione di telespettatori. Nella primavera del 2009 la ARD, ammiraglia della televisione pubblica tedesca, ha trasmesso una fiction di grande successo sulla sua vita, già più volte replicata e particolarmente incentrata sul periodo della sua sopravvivenza nel ghetto di Varsavia. Spirito appassionato e polemico, caustico, implacabile e tagliente, nel 2008 viene invitato al Gran Premio della TV tedesca per il conferimento dell'Oscar alla carriera (Reich-Ranicki ha lavorato a lungo anche in radio). Salito sul podio, davanti alle telecamere e alla platea, tiene un discorso molto duro sull'attuale degrado televisivo e rifiuta il premio tra l'imbarazzatissimo sconcerto dei presenti (in internet, in particolare sul canale "youtube", girano innumerevoli spezzoni del "gran rifiuto", diventato frattanto un cult).