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* Villa Aurelia già Pasetti (San Michele in Bosco)<br />Edificata nel [[XVII secolo]] e restaurata nel [[1945]] è un bell'esempio di dimora gentilizia barocca con parco, un tempo con serre e scuderie. L'edificio sorto sulla millenaria proprietà vescovile, in S. Michele nella ''curtis'' Campitellese è citato la prima volta in un catasto vescovile del [[1690]] ([[Enrico Vialardi di Villanova|Vescovo Vialardi]]). Gli interventi operati tra il [[1838]] e il [[1841]] aggiunsero al primitivo corpo centrale i due corpi laterali. Vi soggiornò spesso Papa Sarto (anni [[1884]] - [[1893]]), assurto poi agli onori degli altari come [[San Pio X]].Ceduto nel [[1940]] alla famiglia Pasetti, il fabbricato nel 1945 fu da questa radicalmente restaurato e abitato fino al [[1974]], anno in cui fu ceduto alla Curia bolognese. Trasformato in pensionato per anziani, oggi è divenuta [[Residenza Sanitaria Assistenziale]].
* Corte Picciona (San Michele in Bosco), seconda metà del [[XV secolo]].<br />Esempio di corte padronale quattrocentesca, ancora denuncia l'impronta fancelliana nelle merlature finte che coronano il palazzo e le costruzioni di servizio. Espressione del principe o di dignitari di corte trova paragoni più illustri in palazzo Pastore a [[San Martino Gusnago]], nella [[Corte Ghirardina]] di [[Motteggiana]], nella Corte Castiglioni a Casatico, nella Facchina di [[Nosedole]]. Su lato meridionale in fregio alla Comunale un tempo le costruzioni più basse assolvevano alle funzioni rurali ma anche difensive. Tracce residue di affresco negli spazi interposti tra i merli evocano ancora l'antico splendore. Ai marchesi [[Ippoliti (famiglia)|Ippoliti]] di [[Gazoldo degli Ippoliti|Gazoldo]] (Seicento) nel secolo XVIII succedono nella proprietà i conti Piccioni di [[Bozzolo (Italia)|Bozzolo]] (da cui il nome), che ad inizio Ottocento la cedono ai Paltrinieri, funzionari della magistratura napoleonica e austriaca. Costoro ristrutturarono pesantemente il palazzo padronale, iniziando anche lo smembramento della corte, purtroppo continuato in tempi recenti.
* Il Palazzone, (Campitello)<br />dimora nobiliare di inizi Seicento di Alessandro Gonzaga (il suo nome ancora compare con la data [[1611]] sull'architrave d'ingresso) è caratterizzato dal sopralzo a timpano (oggi sulla retrofacciata) e dal pomposo portale d'ingresso alla corte. Nel [[Catasto Teresiano]] ([[1775]]) è proprietà della [[Este (famiglia)|Duchessa di Modena e Massa]] e nel [[1840]] viene ceduto ai Chizzolini, esponenti della borghesia locale. Destinato nel 1927 a divenire ospedale per i poveri del paese per volontà testamentaria della vedova Olimpia Muzzani, torna negli anni cinquanta all'erede legittima, perché vengono disattese le volontà della testatrice.
* Villa Luzzara (Canicossa) (seconda metà [[XVII secolo]] - metà [[XVIII secolo]]).<br />La maestosa villa dei marchesi Luzzara costruita in stile barocco venne iniziata nella seconda metà del Seicento ma fu completata molta lentamente (nel [[1767]] ancora rimaneva da terminare l'ala verso le scuderie e la sistemazione del giardino). La pianta è caratterizzata dal grande salone centrale, spazio pressoché cubico, che al centro si innalza a tutta altezza, verso cui convergono tutti gli ambienti sia al piano terreno che a quello superiore. Con l'estinzione dei Luzzara la villa rapidamente decadde con perdita degli stucchi e l'addossamento sul lato sinistro di barchesse e rustici. Passata in mano a vari proprietari, fu restaurata dai Viterbi che la condussero allo stato attuale. Fu abitata anche da [[Giuseppe Finzi]], una delle figure più importanti del [[Risorgimento]], sepolto nel cimitero locale.
* Villa Bianchi oggi Negri (Cesole).<br />Documentata già nel [[1538]] come la ''corte di Cesole'', nel [[1575]] è proprietà di [[Ferrante II Gonzaga|Ferdinando Gonzaga]], [[Gonzaga di Guastalla|signore di Guastalla]], che nel [[1594]] la cede a [[Ercole Gonzaga]]. Passata al Duca [[Vincenzo I Gonzaga|Vincenzo]] signore di [[Mantova]], costui la cedette a Gerolamo Bianchi, i cui discendenti (marchesi) la vendettero a loro volta ai fratelli Fano, che ristrutturarono il palazzo padronale in forme neoclassiche. La splendida villa, connotata all'interno dall'ampio androne a cassettoni (Salone centrale) che l'attraversa, presenta tra l'altro la sala denominata del Fornaretto con le decorazioni [[grottesca|grottesche]] attribuite appunto al pittore detto il [[Fornaretto Mantovano]]. Oggetto di recenti restauri, è parte di un complesso abitativo che comprende magazzini, scuderie, chiesa padronale ed un ampio parco secolare con giardino all'italiana, caratterizzato al centro da un'emblematica costruzione a torre (Colombaia), affrescata nella sua parte inferiore. Oggi è essenzialmente utilizzata come "Location per Matrimoni".