Fulvio Setti: differenze tra le versioni
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[[File:Fulvio Setti atleta.png|thumb|Fulvio Setti
[[File:Fulvio Setti al ritorno da una missione.png|thumb|Fulvio Setti il terzo da sinistra, al ritorno da una missione]]
Tenente pilota di complemento delle specialità [[Aereo da trasporto|trasporto]], partecipò alla [[seconda guerra mondiale]] distinguendosi particolarmente durante la [[campagna di Tunisia]], dove fu decorato di [[Medaglia d'oro al valor militare]] a vivente.<ref name=U9p264>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969|p. 264}}.</ref>
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Nel corso del [[1942]], mentre trasportava un carico di munizioni pesanti, il suo aereo fu scoperto dalla caccia nemica, e nonostante il velivolo fosse stato colpito e duramente danneggiato, egli riuscì caparbiamente a farlo atterrare su una piccola pista che non era nemmeno segnata sulle carte, toccando il suolo a vista con la testa fuori dall'abitacolo per riuscire a vedere, perché il fumo e l'olio che fuoriusciva dal motore in fiamme gli impediva la visuale. Per tale azione gli fu assegnata la [[Medaglia d'argento al valor militare]].
Nell'autunno dello stesso anno<ref name=P6p8>{{Cita|Pellegrino 1996|p. 8|Pellegrino1996}}.</ref> il suo reparto viene intensamente impegnato nelle missioni di rifornimento all'armata italo-tedesca operante in [[Africa settentrionale italiana|Africa settentrionale]].<ref name=V4p24>{{Cita|Viola 2014|p. 24|Viola2014}}.</ref> Dopo la [[Seconda battaglia di El Alamein|battaglia di El Alamein]] l'armata iniziò la lunga ritirata attraversando l'intera [[Libia]] per rifugiarsi in [[Tunisia]], dove stabilì l'estrema linea di resistenza sul [[Linea del Mareth|Mareth]].<ref name=P6p8/> I reparti del SAS vennero pesantemente impegnati in missioni di rifornimento che, partendo dagli aeroporti di [[Aeroporto di Sciacca|Sciacca]]<ref name=P6p8/> e [[Aeroporto di Castelvetrano|Castelvetrano]]<ref name=P6p8/> ([[Sicilia]]), avevano come
Il 5 maggio 1943 il suo aereo decollò dal campo di Finocchiara,<ref name=V4p24/> nei pressi di [[Base aerea di Gerbini|Gerbini]]<ref>Paese nelle vicinanze di [[Catania]].</ref> trasportando un reparto di [[bersaglieri]]<ref>Al comando del tenente Antonio Del Gizzi.</ref> dell'[[8º Reggimento bersaglieri|8º Reggimento]]. Insieme ad altri quattro velivoli, scortati da 16 [[Aereo da caccia|caccia]] [[Macchi M.C.202|Aermacchi C.202 Folgore]]<ref>Appartenenti al 151º Gruppo del [[53º Stormo|53º Stormo Caccia Terrestri]], e posti al comando del tenente Amedeo Guidi.</ref> la formazione italiana iniziò la traversata sul mare quando, circa a metà del percorso, fu intercettata da caccia [[Lockheed P-38 Lightning]] dell'[[United States Army Air Forces|U.S. Army Air Forces]]. Anche se contrastati duramente dai C.202, i P-38 abbatterono subito due S.M.82 che precipitarono in fiamme, mentre altri due, gravemente danneggiati, furono costretti ad ammarare. Rimasto solo, il suo aereo fu preso a bersaglio dagli aerei americani riportando gravi danni che lo costrinsero ad atterrare in emergenza sul litorale sabbioso tra [[Capo Bon]] e [[Cartagine]].<ref name=V4p24/>
Una volta a terra l'equipaggio iniziò immediatamente a riparare il velivolo, mentre egli si incamminò verso la sede del Comando Aeronautica della Tunisia per consegnare il rapporto di missione.<ref name=V4p25>{{Cita|Viola 2014|p. 25}}.</ref> Due giorni dopo, avuto un nuovo colloquio con il generale Boschi del Comando Aeronautica, ottenne il permesso di decollare verso [[Castelvetrano]], ma dovette, nel contempo, recuperare sull'aeroporto di El Alouina il tenente pilota Lino Rosci<ref>Anch'egli appartenente allo stesso aeroconvoglio del S.A.S. di cui faceva parte l'aereo di Setti, e che era stato recuperato in mare dai mezzi di soccorso.</ref> per trasportarlo in Italia. Raggiunto fortunosamente l'aeroporto di El Alouina<ref>Ormai assediato dalle [[US Army|truppe americane]], i cui [[Carro armato|carri armati]] avevano raggiunto la capitale [[Tunisi]].</ref> a bordo di un autocarro, insieme al suo secondo pilota Bizzotto, i due recuperano Rosci ma si resero conto che ogni via di fuga terrestre era oramai preclusa.<ref name=V4p25/> Dietro un hangar i tre aviatori scorsero, defilato, un bombardiere Savoia-Marchetti S.M.81 gravemente danneggiato, e destinato a fornire pezzi di ricambio. Con l'aiuto di un motorista presente sul posto riuscirono ad avviare i motori, ed egli, seduto su un bidone di [[benzina]] vuoto, messo al posto del seggiolino mancante, decollò per raggiungere in pochi minuti di volo il campo d'aviazione di Soliman.<ref name=V4p25/> Da qui si recò presso il suo velivolo, che era stato ulteriormente danneggiato dai caccia americani ormai padroni del cielo sopra la Tunisia, decollando immediatamente per raggiungere un campo di fortuna sul lago asciutto di Sidi Kedoni.<ref>Tale campo d'aviazione era situato in una depressione geografica sita a ridosso della costa mediterranea.</ref>
Alla data dell'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]], l'8 settembre, si trovava presso la stazione ferroviaria centrale di [[Bologna]] in attesa del treno locale per Modena, dove doveva trascorrere una breve licenza.<ref name=V4p25/> All'annuncio dell'armistizio si recò ugualmente a Modena, ma presso la
Dopo aver militato nell'[[Aeronautica Cobelligerante Italiana|Italian Co-belligerent Air Force]] si congedò<ref>Durante la seconda guerra mondiale era stato abbattuto tre volte, ed aveva compiuto 220 missioni di guerra.</ref> nel corso del [[1946]],<ref>Si presentò a casa sei mesi dopo la fine della guerra, indossando una logora divisa e con la barba lunga.</ref> con il grado di tenente pilota, ritornando definitivamente alla vita civile per proseguire l'attività di famiglia. Fu iscritto successivamente nel ruolo d'onore con il grado di [[colonnello]] pilota. Ripreso l'impegno presso la Società sportiva "La Fratellanza Modena" ne ricoprì l'incarico di presidente per un certo periodo,<ref>Contribuendo al suo funzionamento anche con soldi propri.</ref> diventando quindi presidente provinciale del [[CONI]].<ref>Ricoprì tale incarico dal [[1950]] al [[1977]], ma fu anche presidente dell'Aeroclub di Modena, dell'Ente provinciale per il turismo e consigliere della Banca Popolare dell'Emilia-Romagna.</ref> Si spense a Modena il 19 marzo [[1991]].<ref name=V4p25/>
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