Jan Vermeer: differenze tra le versioni

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== Tecnica ==
Vermeer era in grado di ottenere colori trasparenti applicando sulle tele il colore a punti piccoli e ravvicinati, tecnica nota come ''pointillé'', da non confondere con il ''[[Puntinismo|pointillisme]]''. La sua tecnica punta ada una resa più vivida possibile, con effetti, soprattutto di colore, che egli ricerca con un interesse quasi scientifico, considerando il soggetto una sorta di espediente: "le pitture di Vermeer sono vere nature morte con esseri umani".<ref>{{Cita libro |autore=[[Ernst Gombrich]] |titolo=La storia dell'arte |traduttore=Maria Luisa Spaziani |annooriginale=1ª ed., Torino, Einaudi, 1966 |città=Milano |editore=Phaidon Press |anno=2009 |ISBN=978-0-7148-5722-0}}</ref>
 
Non ci sono disegni attribuibili con certezza all'artista e i suoi quadri presentano pochi indizi dei suoi metodi preparatori.
 
Nel libro ''Il segreto svelato'', il noto pittore inglese [[David Hockney]], rifacendosi ai numerosi studi sull'utilizzo di strumenti ottici nella [[Pitturapittura fiamminga]], sostiene che Vermeer, come molti altri pittori della sua epoca, facesse largo uso della ''[[camera oscura]]'' per definire l'esatta fisionomia dei personaggi raffigurati e la precisa posizione degli oggetti nella composizione dei dipinti. Secondo la "tesi Hockney-Falco" (dal nome del pittore inglese e del fisico statunitense [[Charles M. Falco]], che l'hanno resa celebre), l'utilizzo di questo strumento ottico giustificherebbe ampiamente la mancanza di disegni preparatori precedenti ai dipinti proprio perché gli permetteva una straordinaria precisione "fotografica" e [[fisiognomica]] di molti artisti fiamminghi, come [[Jan van Eyck|Van Eyck]], e successivamente di epoca [[Pittura barocca|barocca]], come [[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]] o [[Diego Velázquez|Velázquez]], ede appunto dello stesso artista olandese. Ma soprattutto, secondo tale tesi, l'uso della "camera oscura" spiegherebbe anche alcuni dei sorprendenti effetti di luce dei quadri di Vermeer, in particolare i curiosi effetti "fuori fuoco" che si riscontrano in taluni dei suoi capolavori, dove alcuni particolari sono perfettamente a fuoco ede altri no, con un tipico effetto riscontrabile nella moderna [[fotografia|tecnica fotografica]].<ref>{{Cita libro |autore=David Hockney |titolo=Il segreto svelato: tecniche e capolavori dei maestri antichi |città=Milano |editore=Electa |anno=2002 |ISBN=88-435-8164-3}}</ref>
 
L'estrema vividezza e qualità dei colori nei dipinti di Vermeer, tuttora riscontrabile, è dovuta alla grande cura posta dall'artista nella preparazione dei colori ada olio e nell'estrema ricercatezza dei migliori [[Pigmento|pigmenti]] rintracciabili all'epoca. Esempio di tale qualità è il largo uso che Vermeer fece del costosissimo [[blu oltremare]], ottenuto dal [[lapislazzuli]], utilizzato in tutti i suoi dipinti non solo in purezza, ma anche per ottenere sfumature di colore intermedie. Non rinunciò ada usare questo pigmento dal costo proibitivo anche negli anni in cui versava in pessime condizioni economiche.<ref name="dossier">{{Cita libro |autore=Silvia Danesi Squarzina |titolo=Vermeer |città=Firenze |collana=[[Art e Dossier]] |editore=Giunti |anno=1990 |ISBN=88-09-76133-2}}</ref>
 
Nelle sue opere è dunque presente una eccezionale unità atmosferica. «La ''vita silenziosa delle cose'' appare riflessa entro uno specchio terso; dal diffondersi della luce negli interni attraverso finestre socchiuse, dal gioco dei riflessi, dagli effetti di trasparenze, di penombre, di controluce…»<ref>{{Cita libro |titolo=[[Le Garzantine]], Arte |anno=ed. 2002 |pagina=1270}}</ref>