Partito Radicale (Italia): differenze tra le versioni

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Molti altri sono i simboli che gli esponenti del Partito radicale hanno utilizzato in iniziative collaterali di natura movimentistica o anche elettorale successivi al ritiro del Partito radicale dalla scena elettorale, di solito coagulati attorno alla figura carismatica di [[Marco Pannella]]. Per un'analisi di questi simboli si vedano le pagine sulla [[Lista Marco Pannella]] e [[Radicali Italiani]].
 
== I principali strumenti della politica radicale==
== Mezzi e obiettivi ==
=== La nonviolenza gandhiana e il valore del dialogo ===
Il Partito radicale si definisce come:<blockquote>''«un'associazione di cittadini, parlamentari e membri di governo di differenti nazionalità che intendono utilizzare mezzi nonviolenti per creare un corpo effettivo di legge internazionale in merito agli individui e l'affermazione della democrazia e della libertà nel mondo.»''</blockquote>Il metodo di lotta politica principale è la [[nonviolenza]] come descritta da [[Gandhi]]: Pannella si è avvicinato a questi metodi (come lo [[sciopero della fame]], o ''[[satyagraha]]''), dopo un intenso dialogo politico col filosofo [[Aldo Capitini]], detto ''il Gandhi italiano''. Altre figure di riferimento sono [[Martin Luther King]], [[Immanuel Kant]] e [[Karl Popper]].<ref>[http://www.radicalparty.org/it/content/gandhi-ml-king-popper-kant ''Gandhi, M.L. King, Popper, Kant''].</ref> Il partito è principalmente impegnato nel campo dei [[diritti umani]] e ha messo in atto battaglie in tema di [[anti-proibizionismo]], della [[laicità]], dell'[[ambientalismo]] e dell'[[europeismo]].
 
La nonviolenza è una delle caratteristiche più distintive dell’attività del partito. Seguendo gli insegnamenti di Tolstoi, di Gandhi, Martin Luther King e Karl Popper e in particolare grazie al dialogo, anche conflittuale<ref>{{Cita web|url=https://www.radioradicale.it/scheda/327149/marco-pannella-biografia-di-un-irregolare-presentazione-del-libro-di-valter-vecellio|titolo=Marco Pannella. Biografia di un irregolare - Presentazione del libro di Valter Vecellio|data=7 maggio 2011|accesso=15 luglio 2019}}</ref>, tra Marco Pannella e Aldo Capitini, fin dai primi tempi della sua rifondazione ad opera della Sinistra radicale il Partito radicale sceglie la nonviolenza in una forma estrema come quanto affermato dallo stesso Pannella:
 
{{quote|Se non vogliamo che la nonviolenza rappresenti una forma di violenza, occorre utilizzarne le forme estreme, come appunto lo sciopero della fame, con l’unico scopo di domandare al potere, in piena fiducia, di realizzare quel che ha promesso e quel che la legge stessa gli impone|"La nonviolenza è attiva" Intervista di Milovan Erkic a [[Marco Pannella]] pubblicata sui quotidiani serbi Politicki Svet e Osam, novembre 1988 (riportata in "Marco Pannella il Partito Radicale, la nonviolenza" a cura di Maurizio Turco e Laura Arconti, Reality Books 2016, pag. 351)}}
 
Da Gandhi i radicali riprendono il termine “[[Satyagraha]]”<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Francesco Rutelli|titolo=Il Partito Radicale Nonviolento: in Italia per la Vita del Diritto, ovunque per il Diritto alla Vita|rivista=|volume=|numero=}}</ref>, che significa letteralmente “amore della verità”. Nella sua applicazione politica si adottano differenti strumenti dell’azione nonviolenta come le [[Disobbedienza civile|disobbedienze civili]], le autodenunce, gli scioperi della fame e l’auto-riduzione dei medicinali in caso di malati ma sempre come forma di dialogo con le autorità e per giungere alla affermazione e conoscenza della “verità”. Il digiuno radicale permette l’assunzione di 300-400 calorie al giorno (i famosi “due cappuccini” quotidiani per cui Pannella è stato spesso criticato).<ref>{{Cita news|autore=Roberto Gervaso|titolo=Il signor Digiuno - Intervista di Roberto Gervaso a Marco Pannella|pubblicazione=Il dito nell'occhio|data=22 ottobre 1977}}</ref> Il digiuno radicale è però profondamente differente da quello di Gandhi che poteva restare sdraiato a letto inerte in attesa degli eventi che avvenivano a seguito della lenta propagazione della notizia della sua azione. Gandhi viveva in una società dove i media non avevano l’importanza di oggi. Gli attivisti del Partito Radicale durante il digiuno moltiplicano l’attività e, proprio attraverso la notizia, cercano di "bucare" il muro di gomma dell'informazione spesso interessata solo agli aspetti folcloristici del digiuno che piuttosto alle sue vere ragioni politiche.
 
=== La fantasia come necessità ===
 
Il Partito radicale non ha un manifesto politico. C’è solo un testo che tra i tanti otterrebbe un consenso diffuso tra i radicali (di tutti i tempi) ed è la prefazione che nel 1973 Andrea Valcarenghi, direttore della rivista Re Nudo e animatore del Movimento Situazionista italiano, chiese a Pannella sul libro “Underground a pugno chiuso”.  
 
{{quote|La fantasia è stata una necessità, quasi una condanna piuttosto che una scelta; sembrava condannarci ad esser soli [...] Così abbiamo parlato come abbiamo potuto e dovuto, con i piedi, nelle marce, con i sederi, nei sit-in, con gli “happening” continui, con erba o con digiuni, obiezioni che sembravano “individuali” e “azioni dirette” di pochi, in carcere o in tribunale, con musica o con comizi, ogni volta rischiando tutto, controcorrente sapendo che un solo momento di sosta ci avrebbe portato indietro di ore di nuoto difficile|[[Marco Pannella]] prefazione in Andrea Valcarenghi “Underground a pugno chiuso” }}
 
Il Partito radicale ha quindi spesso innovato il linguaggio della politica italiana, inventando simboli, azioni dimostrative e slogan, anche grazie alla personalità istrionica dello stesso [[Marco Pannella]] che sono entrati nella storia della comunicazione italiana.
 
=== Un partito non esclusivo e federativo ===
 
Già a partire dalla prima svolta della Sinistra radicale, il Partito si caratterizza per il deciso rifiuto dell’intermediazione tra elettori ed eletti. L’organizzazione viene intesa come strumento federativo<ref>{{Cita web|url=https://www.eclettico.org/cr/libri/busato/capitolo4.htm|titolo=Il Partito Radicale in Italia
Da Mario Pannunzio a Marco Pannella
1954 - 1974|autore=Busato David|accesso=15 luglio 2019}}</ref> delle istanze provenienti direttamente dalla società civile attraverso associazioni monotematiche che gli iscritti dal Partito creano con l’intento di coinvolgere persone che non necessariamente sarebbero interessate all’iscrizione diretta al partito. D’altro canto la stessa iscrizione al partito diventa non-esclusiva e si incentiva esplicitamente l’iscrizione di personalità provenienti da partiti diversi con la prassi della doppia-tessera. Il Pr si connota sempre più, a partire dagli anni ‘70 in poi, come movimento monotematico centrato attorno alle decisioni assunte democraticamente all’interno dei congressi annuali e fissate nelle mozioni, che la dirigenza del partito è poi tenuta a mettere in atto. Il congresso annuale diveiene quindi il luogo centrale per l'elaborazione non solo politica ma anche pratica dell'orientamento del partito che rifugge progressivamente ad una precisa determinazione ideologiche connotandosi piuttosto per una spiccata attitudine pragmatica e realizzatrice, in grado di coinvolgere indipendentemente persone provenienti dalle più differenti storie politiche o anche non particolarmente interessati alla politica in quanto tale.
 
=== L’ostruzionismo parlamentare ===
 
L’ostruzionismo fu molto praticato dai parlamentari del Partito radicale, che hanno sempre studiato con molto rigore le regole istituzionali talvolta anche per piegarle ad un utilizzo strumentale. Una delle più eclatanti prove ostruzionistiche avvenne nel 1980 quando il governo Cossiga propose una legge che permetteva fermi di polizia prolungati per i sospetti anche nei casi in cui non fosse provato il reato di “tentativo di delitto”. I sedici deputati radicali allora in parlamento presentarono 7500 emendamenti e parlarono per oltre 94 ore in interventi ciascuno anche più lungo di otto ore. Il singolo discorso più lungo di sempre fu tenuto alla Camera dall’onorevole radicale [[Marco Boato]] che nel 1981 opponendosi ad una successiva legge sul fermo prolungato di polizia parò ininterrottamente per 18 ore e 5 minuti. Boato e l’altro parlamentare radicale [[Massimo Teodori]] che fece un discorso poco più breve «per prepararsi avevano trascorso settimane alla biblioteca della Camera. Stesero tracce di pagine e pagine» in quanto il regolamento impediva ai parlamentari la lettura di un discorso scritto e che oltre a rimanere in tema non potessero mai appoggiarsi al banco. Fu loro anche impedito di bere un cappuccino in quanto il regolamento prevedeva esclusivamente l’uso di acqua zuccherata.<ref>{{Cita web|url=https://www.panorama.it/news/politica/quando-eravamo-noi-radicali-a-fare-ostruzionismo/|titolo="Quando eravamo noi radicali a fare ostruzionismo"|autore=Sabino Labia|data=25 luglio 2013|accesso=18 luglio 2019}}</ref>
 
=== L'arma referendaria ===
{{vedi anche|Referendum radicali}}
Nella decisione di adottare l'arma referendaria come una delle principali forme di lotta politica paradossalmente i radicali sono debitori al mondo cattolico (il «[[Comitato nazionale per il referendum sul divorzio]]», presieduto da [[Gabrio Lombardi]], con il sostegno dell'[[Azione cattolica]], della [[Conferenza Episcopale Italiana|CEI]] e di gran parte della [[Democrazia Cristiana|DC]]) che presentano nel 1971 la richiesta di referendum per l'abolizione della [[legge Fortuna-Baslini]] sul divorzio.
 
L'ottimo risultato ottenuto con il referendum sul divorzio, che segnò una profonda sconfitta del fronte clericale sconfessato dalla propria stessa maggioranza di cittadini che pure si dichiaravano apertamente cattolici che invece votarono per il mantenimento della legge sul divorzio, convinse il Partito radicale, che pure all'inizio aveva espresso dubbi come strumento utile nel caso di diritti civili, a far diventare il referendum la punta di diamante del proprio arsenale di strumenti nonviolenti di lotta politica in quanto alimentava lo scontro e il confronto politico tra le diverse posizioni e coinvolgeva i cittadini nelle decisioni fondamentali della società, a partire dai [[diritti civili]]. Spiegò infatti [[Marco Pannella]]: ''«solo lo scontro fra il mondo cosiddetto moderato, ma che è a destino - suo malgrado - tremendamente reazionario e il mondo del progresso da riconquistare e riaggregare nella sua chiarezza ideale può provocare non il peggio, ma il meglio, sia a destra che a sinistra! Solo scontri ideali, culturali, che attengono alle speranze, alla storia, al meglio di ciascuno possono evitare i pericoli nella storia di una società civile, di un Paese; guadagnare grandi termini di confronto: sulla vita, sullo spermatozoo, sul sesso, sull'amore…»''<sup>[[Referendum radicali#cite%20note-2|[2]]]</sup>
 
Da quel momento il Partito radicale diventa una instancabile macchina raccogli-firme che porta davanti al vaglio della Corte Costituzionale, deputata alla verifica delle firme e all'accettazione dei quesiti, milioni e milioni di firme autenticate e certificate su decine di quesiti referendari praticamente su ogni aspetto delle battaglie sui diritti civili e politici degli italiani. Gran parte dei [[referendum radicali]] non viene neppure ammessa alle consultazioni grazie a interpretazioni della Corte Costituzionale, considerate dai promotori fin troppo estensive dei limiti posti dalla Costituzione all'uso referendario (tanto che per quelle decisioni Pannella definirà spesso la Suprema Corte: «suprema cupola della mafiosità partitocratica»<ref>{{Cita news|autore=Michele Ainis|url=http://espresso.repubblica.it/opinioni/legge-e-liberta/2017/01/18/news/parlamento-in-attesa-di-giudizio-1.293675|titolo=Parlamento in attesa di giudizio|pubblicazione=L'Espresso|data=22 gennaio 2017|accesso=19 luglio 2019}}</ref>), oppure grazie alle manovre dei partiti che approvando leggi sulla materia dei referendum convocati ne facevano decadere la necessità, pur di evitare il pubblico confronto e dibattito.
 
Per una lunga stagione politica, dalla metà degli anni '70 alla metà degli anni '90, i [[referendum radicali]] talvolta si affacciano, con tutta la loro carica antagonista, nella politica italiana sebbene spesso le speranze riformatrici dei radicali vengono disattese da leggi poco rispettose delle richieste referendarie e delle scelte dei cittadini (paradigmatica è l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti politici sancita dal referendum del 1993 e tuttora ancora mai veramente avvenuta).
 
=== Il No al finanziamento pubblico ===
{{vedi anche|Finanziamento pubblico ai partiti|Referendum abrogativi del 1978 in Italia}}Il Partito radicale si schiera da sempre contro il finanziamento pubblico perché tende ad aumentare il carattere oligarchico, burocratico, consociativo dei partiti politici italiani<ref>Dall'archivio di Radio Radicale, [http://www.radioradicale.it/schede/view/id=216171/lattualita-in-archivio-lopposizione-radicale-al-finanziamento-pubblico-dei-partiti-lostruzionismo-parlamentare-dell81-il-referen "L'opposizione radicale al finanziamento pubblico dei partiti, l'ostruzionismo parlamentare dell'81, il referendum del maggio 2000 contro la legge sui rimborsi elettorale”], 23 gennaio 2007</ref>. Le contestazioni del partito alla legge sul finanziamento pubblico dei partiti, a partire da quella del [[1974]], sono molte. Una prima opposizione è d'ordine costituzionale: con questa legge s'instaura una sorta di identificazione tra due entità giuridiche distinte, [[Gruppo parlamentare]] (che facendo parte della struttura legislativa dello Stato è certamente figura del diritto pubblico) e [[partito]] (che, giustamente, è regolato dal diritto privato e si configura come un'associazione di fatto) e si crea un meccanismo debitorio del Gruppo verso il partito, questo sarebbe in contrasto con il principio della indipendenza del parlamentare (art. 67 Costituzione). Tra l'altro, questo evitare il controllo della Corte dei Conti sui bilanci dei partiti, sostituito da un controllo meramente formale della Presidenza della Camera.
 
La legge poi, secondo i Radicali, finanziando i partiti già presenti in Parlamento, li mette in condizione di superiorità e di vantaggio rispetto a nuove formazioni politiche, pietrificando la situazione esistente e violando l'art. 49 della Costituzione, perché il diritto dei cittadini di associarsi in partiti viene a configurarsi, secondo la legge, in un diritto di serie A per i cittadini che si associano a quelli già esistenti e in un diritto di serie B per coloro che vorranno associarsi a quelli nuovi: penalizzando nuove formazioni politiche si rischia di prolungare artificialmente la vita di vecchie organizzazioni che scomparirebbero, una volta che non avessero più un sostegno adeguato di iscritti e sostenitori.
 
Il partito si posiziona poi contro l'equazione illegittima che si viene a creare, con questa legge, tra diritto - riconosciuto e da tutelare - all'associazione politica e partito in "senso stretto", come se non esistessero e non meritassero riconoscimento e tutela "tutte" le altre forme di associazionismo politico: leghe, comitati referendari, movimenti (anche a carattere locale).
 
Il tentativo di cancellare questa legge promuovendo due [[referendum]], ricevendo milioni di voti e una netta vittoria nel [[1993]], è stato disatteso dal Parlamento, che anche dopo l'abrogazione ha reintrodotto nel [[1996]] il meccanismo del finanziamento pubblico sotto il nome di "[[rimborsi elettorali]]".
 
L'unico finanziamento adeguato alle attività politiche è secondo i radicali quello che privilegia il sostegno e l'agevolazione delle attività politiche di tutti i cittadini e la loro autonoma partecipazione alla vita pubblica piuttosto che il finanziamento diretto delle strutture burocratiche di partito. Quanto alle liste elettorali e ai candidati, fatta salva ovviamente la completa e obbligatoria pubblicità dei fondi ricevuti, secondi i radicali dovrebbe poter essere possibile solo il finanziamento ''privato'' da parte di lobby, fondazioni, sindacati, cooperative, e altro ancora, rilanciando così il loro ruolo di "soggetti politici finanziati" da militanti e cittadini. Il tutto regolato con norme che garantiscano la trasparenza dei bilanci e la pubblicizzazione dei soggetti che finanziano. Finanziare in questo modo il "funzionamento democratico della vita civile" con strutture "congressuali", "assembleari", nelle circoscrizioni e nei comuni, per consentire e facilitare la massima partecipazione dei cittadini.
 
Questo modello è quindi esplicitamente previsto per il sostegno del Partito radicale che prevede solo il finanziamento privato individuale e non accetta fondi o donazioni di provenienza pubblica (rifiutando ad esempio anche l'accesso ai fondi del 5 per mille).
 
I meriti della lotta dei Radicali contro il finanziamento pubblico ai partiti sono stati inoltre riconosciuti ed evidenziati dal libro [[best seller]] ''"[[La casta|La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili]]'' ([[Rizzoli]] [[2007]]) di [[Sergio Rizzo]] e [[Gian Antonio Stella]], nel quale vengono denunciati l'ingordigia ed i mille privilegi dei politici italiani<ref>[http://www.radioradicale.it/la-casta-cosi-i-politici-italiani-sono-diventati-intoccabili-0 RadioRadicale.it - i passaggi de "La casta" dedicati ai Radicali]</ref>. In un'intervista<ref name="radioradicale.it">{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/la-casta-tranne-i-radicali|titolo=RadioRadicale.it - "La casta", tranne i Radicali|accesso=13 agosto 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090929120838/http://www.radioradicale.it/la-casta-tranne-i-radicali|dataarchivio=29 settembre 2009|urlmorto=sì}}</ref> rilasciata da [[Gian Antonio Stella]] nell'agosto [[2007]] l'autore del libro dichiara:{{Citazione|[...] Credo che i radicali siano stati gli unici a fare una battaglia coerente su questi temi ''[l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ndr]''. Lo dimostra anche quanto ha appena detto [[Rita Bernardini]]: il fatto che sono gli unici che ci rimettono dal rimborso elettorale è un piccolo "miracolo al rovescio".<br />Mi inchino davanti alla scelta dei radicali di fare questa battaglia|[[Gian Antonio Stella]], intervista a [[Radio Radicale]], agosto [[2007]]<ref name="radioradicale.it"/>}}
 
=== Le elezioni come strumento non come fine ===
 
Nell'analisi radicale il partito è uno strumento per realizzare lotte politiche, non l'unico e non necessariamente il più efficace. Allo stesso modo la partecipazione alle elezioni è uno strumento adottato spesso solo per imporre all'opinione pubblica i temi scelti, di volta in volta, nelle mozioni congressuali. Le riforme in senso democratico propugnate dai radicali non hanno confini politici e fin dagli anni ‘60 il Partito radicale si impegna sul fronte internazionale con una serie di azioni simboliche che rendono evidente il deficit democratico dei paesi dell’Est, che poi riverbera nella situazione dell'Europa occidentale, ed in particolare in Italia, con il confronto tra il blocco delle forze atlantiste e quelle attratte dall'area d'influenza sovietica. Vengono organizzate manifestazioni e azioni nonviolente di disobbedienza civile nelle principali capitali dell'Est che si concludono invariabilmente con arresti e detenzioni dei militanti radicali.
 
Negli anni '80 il Partito radicale e Marco Pannella aprono un nuovo fronte di lotta sulla contrapposizione tra i Nord e i Sud del mondo e si mobilitano sulla campagna per un intervento straordinario “contro lo sterminio per fame e sottosviluppo nel mondo” che poi porterà alla fondazione del sistema della cooperazione internazionale, anticipano così in modo quasi profetico le ondate migratorie degli anni recenti. Nella coscienza dei militanti radicali è evidente che i grandi problemi alla radice della società non possono essere affrontati in un'ottica nazionalistica e necessitano l'adozione di soluzioni globali a livello continentale o planetario.
 
Il Partito radicale, tra le altre cose, anticipa un modello di impegno politico g-local (global-local) e finisce per riflettere sull'inadeguatezza dello strumento-partito di natura elettorale nazionale, che da un lato limita l'azione di coordinamento delle forze laiche attorno alle campagne comuni che il Pr aveva sempre rivendicato a sé nell'ambito delle grandi battaglie sui diritti umani, e dall'altro risulta essere inadeguato per affrontare la portata globale di molti dei problemi presi in considerazione. Il modello elettorale limita, invece di aiutare, in quanto porsi in competizione nel momenti elettorali non giova la ricerca di soluzioni condivise ai principali problemi democratici e di violazione dei diritti civili e umani. D'altro canto il Partito radicale aveva anche sempre avuto un rapporto conflittuale con il momento elettorale faticando non poco per evitare un radicamento territoriale simile a quello dei grandi partiti organizzati (e foriero possibilmente anche di problemi corruttivi incontrollabili dalla risicata dirigenza nazionale).
 
Quindi dopo lunghe discussioni in seno ai vari organi del Partito emerge una sempre più evidente volontà di abbandonare l'ambito della politica elettoralistica e concentrarsi piuttosto sullo sviluppo di una concreta organizzazione politica non elettorale con una visione transnazionale e transpartitica. Il congresso del Partito riunito a [[Bologna]] dal 2 al 6 gennaio [[1988]] decide di compiere l'atto finale di trasformazione in organizzazione transnazionale, transpartitica e non elettorale a livello nazionale, escludendo il nome "Partito radicale" e il simbolo della Rosa nel Pugno dalle elezioni nazionali. L'adozione di un nuovo simbolo sugella la sofferta decisione, che non manca di generare veementi polemiche e che porterà a dure prese di posizione da parte di alcuni esponenti del Partito, anche illustri, come [[Bruno Zevi]], [[Massimo Teodori]] e [[Enzo Tortora]]. La trasformazione in organizzazione non elettorale però non impedisce, anzi incentiva, la partecipazione dei radicali alla politica nazionale, iconica sarà la foto scattata nel della dirigenza radicale in cui ogni esponente mostra un doppio simbolo: quello nuovo del Partito radicale con l'effige di [[Gandhi]] e quello del partito in cui ha deciso di essere candidato.
 
Questa scientifica disseminazione dei radicali nelle altre liste elettorali, che per la verità a livello di elezioni amministrative locali era già stata inaugurata ben prima della trasformazione transnazionale, continuerà fino ai giorni nostri.
 
Nonostante l'impossibilità di presentare il nome del Partito radicale, l'attività elettorale nazionale del movimento radicale, a supporto delle proprie battaglie politiche, non terminerà con la svolta transnazionale. Si pratica così una sorta di ''doppio binario'' in cui il Partito in quanto tale diviene sempre più un'organizzazione aperta e inclusiva che accoglie iscritti provenienti da tutti i partiti, gruppi o tradizioni politiche uniti nella realizzazione degli obiettivi comuni, e gli esponenti di punta del partito (solitamente riuniti attorno alla figura carismatica di [[Marco Pannella]]) affrontano di volta in volta il momento elettorale in modo organizzato per dare la maggiore visibilità alle battaglie del Partito stesso o presentando liste cosiddette di scopo o provando alleanze, talvolta molto ardite, con i grandi partiti organizzati sulla base di ''contratti'' di programma ben definiti (fa scalpore l'alleanza elettorale con Berlusconi e la Lega a metà degli anni '90, che però porterà in parlamento una pattuglia radicale e [[Emma Bonino]] a ricoprire il ruolo di Commissario Europeo). [[Marco Pannella]] sarà quindi animatore della presenza organizzata dei radicali nelle elezioni con la presentazione di liste di scopo come quella degli [[Antiproibizionismo#Organizzazioni antiproibizioniste italiane|Antiproibizionisti sulla Droga]] (dal 1989 al 1992)<ref>Scelta che comportò un contenzioso, in sede di rimborsi elettorali negati dalla presidente della Camera Jotti: v. ((https://www.academia.edu/11432609/Autocrinia_e_riparto_del_finanziamento_pubblico)).</ref>, della [[Lista Pannella]] (dal 1992 al 1999), della [[Lista Bonino]] (dal 1999 al 2009), della [[Lista Bonino Pannella]] (dal 2009 al 2013) e della [[Lista Amnistia Giustizia Libertà]] (nel 2013) tutte gestite dallo strumento, esterno al Partito radicale, denominato [[Lista Marco Pannella|Associazione Lista Marco Pannella]] che acquisisce gli asset del Partito radicale (simboli, sede e quote di proprietà di Radio Radicale). Anche altri esponenti del Partito animeranno liste elettorali (di solito polemicamente avversate dai radicali vicini a [[Marco Pannella]]) come la recente lista +Europa nata dalla confluenza dei gruppi organizzati da [[Emma Bonino]] ([[Radicali Italiani]]), [[Benedetto della Vedova]] ([[Forza Europa]]) e dal democristiano [[Bruno Tabacci]] ([[Centro Democratico (Italia)|Centro Democratico]]). Estranea invece al modus-operandi radicale, e foriera di ancora più veementi polemiche, fu invece la lista elettorale presentata dai responsabili dell'Associazione [[Radicali Italiani]] ([[Riccardo Magi]] e [[Marco Cappato]] con il sostegno esterno di [[Emma Bonino]]) alle amministrative 2016, denominata appunto "radicali", che rompeva quindi la tradizione di non utilizzare il nome "radicale" nel simbolo elettorale. La contestazione sulla lista "radicali" verteva soprattutto sul fatto che la decisione fu presa in modo autonomo dai presentatori e non condivisa con una parte importante del movimento radicale (quella che successivamente animerà la dirigenza del Partito radicale dopo il Congresso di Rebibbia). In verità il simbolo storico della Rosa nel Pugno era già stato usato (concesso dalla [[Lista Pannella]]) in precedenza e anche quanto al nome "radicali" usato sulla scheda, già nel 2008 proprio l'associazione [[Radicali Italiani]] aveva già deciso con lo [[Sinistra Democratica (Italia)|Sdi]] la nascita della lista Rosa nel Pugno che già vedeva l'inserimento della parola "radicali" ma con il simbolo concesso in comodato dalla il simbolo non sarebbe poi finito sulla scheda elettorale grazie all'accordo con il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] che porterà in Parlamento una piccola componente radicale. La lista "radicali" comunque non ottenne risultati apprezzabili riuscendo ad eleggere un solo consigliere al I Municipio di Roma ([[Nathalie Naim]]).
 
=== L'operatività transnazionale e transpartitica ===
 
Con la decisione del Congresso del [[1988]] il Partito radicale sceglie di non presentarsi più alle [[elezioni politiche italiane]] e incentiva le iscrizioni provenienti dall'estero. La dirigenza del ''nuovo'' Partito radicale sottolinea questa transizione usando comunemente (sebbene non formalmente) la denominazione di ''Partito Radicale Transnazionale''. Il partito incentiva le attività estere aprendo piccole sedi operative all'estero, specialmente nelle capitali dell'Est Europa, i Congressi e i Consigli Federali sono tenuti spesso in località estere. Il 20 giugno [[1995]] il Partito radicale ottiene lo status di ''[[Organizzazione non governativa]] di primo livello'' all'interno dell'[[Ecosoc]] delle [[Nazioni Unite]]. Diventa cioè una delle 42 organizzazioni internazionali che, al pari della [[Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale|Croce Rossa]] o di [[Amnesty International]], hanno il diritto di formulare proposte formali in sede [[Onu]] e di prospettarle direttamente al segretario generale. L'adesione viene osteggiata dal governo [[Vietnam|vietnamita]] che contesterà questa decisione a cauda del sostegno del Partito radicale alla minoranza [[Degar|Montagnard]]. Il Partito diviene così anche lo strumento per la presentazione di istanze da parte delle minoranze non rappresentate presso l'ONU. La nuova fase del partito si presenta come ricca di attività internazionali e ma questa fase viene bruscamente interrotta nel 2003 con le dimissioni del segretario [[Olivier Dupuis]] (si veda [[Partito Radicale (Italia)#La Crisi|La crisi organizzativa della galassia radicale]]).
 
=== La galassia radicale e il suo superamento ===
[[File:Radicali_Italiani.svg|destra|70x70px]]
[[File:Lista_Marco_Pannella_1994.jpg|destra|70x70px]]
[[File:Logo_associazione.png|destra|70x70px]]
[[File:Ntc_logo2.png|destra|70x70px]]
[[File:Logo_ufficiale_npwj.JPG|destra|70x70px]]
[[File:Logo_ERA.svg|destra|77x77px]]
Lo Statuto adottato nel 1989 formalizza quella che è sempre stata una caratteristica dell'azione del Partito radicale fin dagli anni '60: il forte legame con organizzazioni autonome ma allo stesso tempo legate da comuni interessi. Sono così formati quelli che verranno chiamati ''soggetti radicali'' e che nel complesso formano un insieme (talvolta anche un po' caotico) di organizzazioni che verrà variamente identificata come ''Galassia radicale.<ref>[http://www.radicali.it/view.php?id=140475 Radicali.it - Comunicato dei soggetti politici della Galassia Radicale] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090504162709/http://www.radicali.it/view.php?id=140475|data=4 maggio 2009}}</ref>'' Un ''soggetto radicale'' è un gruppo di persone organizzato legalmente come associazione che porta avanti e sviluppa i temi fondativi del Partito radicale, di solito circoscrivendoli ad un ambito tematico o geografico. Assumono un ruolo di rilievo all'interno del Partito, a partire dalla rifondazione transnazionale e transpartitica del 1989, l'associazione esperantista [[Esperanto Radikala Asocio]], [[Nessuno Tocchi Caino]], [[Non c'è pace senza giustizia]], l'associazione [[Radicali Italiani]], l'[[Associazione Luca Coscioni]], l'associazione [[Lista Marco Pannella]] e altre organizzazioni minori.
 
Lo statuto dell'89 sistematizza anche il concetto di Associazioni Radicali territoriali concepite, già dallo statuto del 1967, come l'alternativa alle "sezioni" di partito, introdotte in Italia dal [[Partito Comunista Italiano|Pci]] e dal [[Partito Socialista Italiano|Psi]] e imitate dagli altri partiti. Sono circa una cinquantina e sono sparse su tutto il territorio italiano.
 
Le organizzazioni tematiche affiliate al Partito radicale sono:
 
* [[Nessuno Tocchi Caino]] (''Hands off Cain''), associazione per l'abolizione della [[pena di morte]] nel mondo e per la lotta alla tortura;
* [[Esperanto Radikala Asocio]], associazione per la diffusione e la promozione della [[Esperanto|lingua Esperanto]];
* [[Lega Internazionale Antiproibizionista]] (''International Antiprohibitionist League''), per la legalizzazione delle droghe;
* [[Anticlericale.net]], associazione per la promozione della laicità in Italia;
* [[Associazione Radicale Certi Diritti]], associazione radicale d'iniziativa politica non violenta, giuridica e di studio per la promozione e la tutela dei diritti civili dei gay e dei transessuali.
 
* [[Radicali Italiani]], partito politico liberale, liberista, libertario ed antiproibizionista;
* [[Non c'è pace senza giustizia]] (''No peace without Justice''), associazione al sostegno dello sviluppo della democrazia in [[Medio Oriente]], per l'abbandono delle [[mutilazioni genitali femminili]] in [[Africa]], per la ricostruzione istituzionale e democratica nei [[Balcani]], e per la promozione della [[Corte penale internazionale]].
* [[Associazione Luca Coscioni]] associazione per la libertà di ricerca scientifica, la libertà di cura e i diritti di malati e disabili''.''
 
La rifondazione transnazionale e transpartitica del Partito è foriera di un'esplosione di attività da parte del Partito su molti differenti fronti, sia in Italia sia nelle sedi estere, ma è allo stesso tempo generatrice di molti e complessi problemi gestionali. D'altro canto con il penetrare delle istanze rinnovatrici radicali nella società, che talvolta lasciano il campo antagonista e diventano protagoniste del mainstream politico, le organizzazioni della galassia, nate per estendere l'analisi politica radicale fuori dal Partito, piuttosto che promuovere la specificità radicale si connotano sempre più nettamente come indipendenti sia dall'analisi politica, sia dal metodo radicale che peraltro prevederebbe il dissolvimento delle organizzazioni al raggiungimento dell'obiettivo politico e diventano piuttosto associazioni di tutela di specifici interessi di categoria cambiando modalità operativa, non più politica ma di tutela, e soprattutto modello di finanziamento, non più sostenute dal finanziamento privato degli iscritti votanti in congresso ma attraverso elargizioni pubbliche o private, o concorrendo per finanziamenti finalizzati a progetti, finanziamenti cioè che finiscono per irrigidire il potere delle dirigenze (che di fatto restano inamovibili per decenni). In parte a questo disegno contribuisce il Partito stesso che attribuisce alle organizzazioni esterne risorse di gran lunga più ingenti che non alla propria stessa sopravvivenza. Il Partito radicale si trova svuotato sia di un ruolo nell'elaborazione politica, sia impedito in attività pratiche non riuscendo a guidare direttamente campagne organizzate con un simbolo che spesso rimane sullo sfondo rispetto a quello delle organizzazioni della galassia.
 
Con le dimissioni nel 2003 del segretario, il [[belga]] [[Olivier Dupuis]]<ref>[http://coranet.radicalparty.org/pressreleases/press_release.php?func=detail&par=4432 Partito Radicale Transnazionale: Olivier Dupuis Annuncia Le Dimissioni Da Segretario<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070926224319/http://coranet.radicalparty.org/pressreleases/press_release.php?func=detail&par=4432|data=26 settembre 2007}}</ref>, dovute a sue forti incomprensioni politiche con [[Marco Pannella]], il Partito radicale rallenta progressivamente le proprie attività dirette lasciando ulteriore spazio alle organizzazioni della galassia radicale e alle attività elettorali nazionali. Tra il luglio e l'agosto [[2005]] l'organizzazione viene posta sotto la direzione di un organismo statutario noto come "Senato", presieduto dallo stesso [[Marco Pannella]], che avrebbe il compito di ripristinare la legalità statutaria e di indire entro quattro mesi un ''Consiglio Generale'' e quindi il XXIX [[Congresso]] del Partito radicale.<ref>{{cita web|url=http://coranet.radicalparty.org/pressreleases/print.php?func=detail&par=7747|titolo=Copia archiviata|accesso=2 marzo 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070316205804/http://coranet.radicalparty.org/pressreleases/print.php?func=detail&par=7747|dataarchivio=16 marzo 2007|urlmorto=sì}}</ref>
 
Nel settembre [[2005]] [[Marco Pannella]] propone invece un'autoriforma del Partito radicale, con l'elezione di un nuovo ''Consiglio Generale'' da parte di un'assemblea internazionale di parlamentari iscritti di differenti nazionalità ed aree politiche, in vista della convocazione dello stesso ''Consiglio Generale'' e del congresso del partito.<ref>[http://coranet.radicalparty.org/pressreleases/press_release.php?func=detail&par=7781 PANNELLA: LA “RIFORMA” LAICA, SOCIALISTA, LIBERALE, RADICALE, COMPORTA LA IMMEDIATA AUTORIFORMA DEI SOGGETTI POLITICI CHE LA PROMUOVONO. PANNELLA PROPONE ENTRO IL 15 DICEMBRE...<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070926224141/http://coranet.radicalparty.org/pressreleases/press_release.php?func=detail&par=7781|data=26 settembre 2007}}</ref> La scadenza indicata trascorre però senza che la proposta abbia seguito o che il nuovo status del Partito radicale venga formalizzato, essendo pendente il preannunciato congresso.
 
Il Consiglio generale straordinario del Partito radicale che si tiene a [[Bruxelles]] nei giorni 7-9 dicembre [[2006]] dà mandato al Senato del partito di convocare il ''Congresso ordinario'' del Partito radicale "entro la primavera [[2007]], in modo da ricostituirne a pieno la legalità e le capacità politica di operare"; la tenuta del congresso è subordinata al raggiungimento di almeno 5000 iscritti, 300 [[parlamentari]] non [[italiani]] e 100 [[italiani]] entro il febbraio [[2007]]<ref>[http://coranet.radicalparty.org/pressreleases/press_release.php?func=detail&par=8142 La mozione approvata dai partecipanti al Consiglio Generale del PRT<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070929083627/http://coranet.radicalparty.org/pressreleases/press_release.php?func=detail&par=8142|data=29 settembre 2007}}</ref>. Dal [[2007]] il nuovo nome ufficiale del movimento è ''Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito''<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://coranet.radicalparty.org/pressreleases/press_release.php?func=detail&par=8387 Delibera del Senato del Partito Radicale riunito a Roma il 9 agosto 2007<!-- Titolo generato automaticamente -->]|date=marzo 2018|bot=InternetArchiveBot}}</ref>. Tra difficoltà economiche e di coordinamento si riuscirà a convocare il XXIX congresso solo nel 2011. Il congresso però non risolse i problemi organizzativi del partito, anzi se possibile li aggravò con l'elezione come segretario di un avvocato [[Mali|maliano]] [[Demba Traoré]], che però abbandona ben presto il Partito senza dimettersi, richiamato da responsabilità di governo nel suo paese. Con un segretario assente il Partito radicale è completamente bloccato, non può praticamente condurre alcuna battaglia autonoma e si dibatte in un consistente debito pregresso che ne fanno presagire la chiusura definitiva. L'unica attività che il Partito porta avanti, grazie a Matteo Angioli e Laura Harth, è la prosecuzione della battaglia di verità iniziata da Marco Pannella all'indomani della guerra in Iraq denominata: Stato di Diritto contro Ragion di Stato.
 
La mozione assembleare del 2016 annulla (per essere precisi sospende) il legame statutario con queste associazioni (costituendo di fatto una separazione di natura chiaramente non consensuale che verrà impropriamente indicata come '''scissione'''). Alcune di queste organizzazioni continueranno a supportare gli obiettivi del partito (specificamente [[Nessuno tocchi Caino]], che smetterà di raccogliere iscrizioni per privilegiare quelle necessarie al raggiungimento degli obiettivi della mozione di Rebibbia), mentre le altre si porranno in posizione variamente opposta e conflittuale con la mozione stessa contestando la decisione congressuale e verranno pertanto considerate non più funzionali al raggiungimento degli scopi del Partito e richieste di liberare le risorse ad essere assegnate (principalmente la sede di via di Torre Argentina), cosa che avverrà, una dopo l'altra negli anni seguenti il congresso di Rebibbia.
 
Nella statuto votato dal XLI congresso, come ampiamente previsto, i ''soggetti radicali'' spariscono e questo stabilizza formalmente la chiusura dell'esperienza della cosiddetta ''Galassia radicale''
 
== Le campagne recenti (2016-) ==