Monaca di Monza: differenze tra le versioni

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{{Nd}}
{{Aristocratico
|nome = Monaca di Monza
|immagine = SuorLaSignoradiMonza Virginia-Giuseppe Maria de LeyvaMolteni.jpg
|Didascalialegenda = ''La Signora di Monza''<br />(dipinto di fantasia di [[Giuseppe Molteni]] (1847), basato sul personaggio de ''[[I promessi sposi]]'' di [[Alessandro Manzoni]]).
|legenda = Presunto ritratto di Suor Virginia Maria de Leyva
|stemma = Stemma-De-Leyva.jpg
|titolo = [[Storia di Monza|Contessa di Monza]]
|inizio reggenza = [[1580]]-[[1607]],<br />con i fratelli [[Luigi de Leyva|Luigi]], [[Antonio II de Leyva|Antonio II]] e [[Gerolamo de Leyva|Gerolamo]]<br />(due anni per uno)<ref>Mazzucchelli, p. 28</ref><ref>Locatelli-Milesi, p. 8</ref>
|predecessore = [[Martino de Leyva]]
|successore = [[Antonio II de Leyva|Antonio II]] e [[Gerolamo de Leyva]]
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| titolo6 =
|nome completo = Marianna de Leyva y Marino
|prefisso onorifico = [[conteConte]]ssa
|data di nascita = 4 dicembre [[1575]]
|luogo di nascita = [[Milano]]
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|Nazionalità = italiana
|PostNazionalità = , protagonista di un famoso scandalo che sconvolse [[Monza]] agli inizi del [[XVII secolo]]
|Immagine = LaSignoradiMonza -Giuseppe Molteni.jpg
|Didascalia = ''La Signora di Monza''<br />(dipinto di fantasia di [[Giuseppe Molteni]] (1847), basato sul personaggio de ''[[I promessi sposi]]'' di [[Alessandro Manzoni]]).
}}
 
== Biografia ==
|legenda[[File:Suor =Virginia Maria de Leyva.jpg|thumb|Presunto ritratto di Suor Virginia Maria de Leyva]]
Figlia primogenita di un nobile spagnolo, il [[Storia di Monza|conte di Monza]] Martino de Leyva y de la Cueva-Cabrera, a tredici anni fu costretta dal padre a entrare come [[Noviziato|novizia]] nell'[[Ordine di San Benedetto]]; a sedici anni pronunciò i voti e diventò la [[monache benedettine|monaca]] suor Virginia Maria, dal nome della defunta madre. A fare scalpore fu la sua relazione (durata dal 1598 al 1608) con un uomo, il conte [[Gian Paolo Osio]], dalla quale nacquero almeno due figli, un maschio nato morto o deceduto durante il parto e una bambina, che Osio riconobbe come propria figlia, Alma Francesca Margherita (8 agosto 1604), affidata alla nonna paterna, ma vista sovente dalla madre.<ref>Guarneri, p. 56</ref>
 
L'amante di suor Virginia, che già in precedenza era stato condannato per omicidio, uccise tre persone per nascondere la tresca, ma fu scoperto, condannato a morte in [[contumacia]] e poi assassinato il giorno prima della sua condanna da un uomo che egli riteneva suo amico. L'[[arcivescovo di Milano|arcivescovo]] [[Federico Borromeo]], messo al corrente della vicenda, ordinò un processo canonico nei confronti della monaca di Monza: al termine del procedimento suor Virginia fu condannata a essere "murata viva" nel [[Ritiro di Santa Valeria]], dove trascorse quasi quattordici anni chiusa in una stanzetta (2,50 x 3,50) priva quasi completamente di comunicazione con l'esterno, ad eccezione di una feritoia che permetteva il ricambio di aria e la consegna dei viveri indispensabili. Sopravvissuta alla pena, rimase a Santa Valeria fino alla morte.<ref>Guarneri, p. 99</ref>
 
Fu [[Storia di Monza|contessaContessa di Monza]] ([[1600]]-[[1607]]) durante il regno di [[Filippo III di Spagna]] e amministrava il territorio (circa trenta chilometri quadrati) dal monastero, insieme ai fratelli [[Luigi de Leyva|Luigi]], [[Antonio II de Leyva|Antonio II]] e [[Gerolamo de Leyva|Gerolamo]] (due anni per uno).<ref>Mazzucchelli, pp. 28-29</ref><ref>Localelli-Milesi, pp. 8-9</ref> Un altro fratellastro di Marianna fu il figlio di primo letto di sua madre [[Virginia Marino]], il [[Pio di Savoia|signore di Sassuolo]] [[Marco III Pio di Savoia]] ([[1568]]-[[1599]]).<ref>Locatelli-Milesi, p. 23</ref> Dai fratelli [[de Leyva]] il titolo di conte'''[[Conte di Monza]]''' passo a don Gionanni[[Giovanni Battista Durini]] nel [[1648]], la dinastia duriniana governó [[Monza]] e il suo territorio fino alla fine del regime feudale .
 
La sua notorietà è dovuta soprattutto al romanzo ''[[I promessi sposi]]'', nel quale [[Alessandro Manzoni]] si ispirò alla storia di questa imbarazzante vicenda, enfatizzando però gli eventi, cambiando ad esempio la composizione della famiglia, la cronologia, particolari biografici e il nome stesso degli amanti che diventano Egidio e suor Gertrude.