Site Rigel: differenze tra le versioni

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piccole precisazioni
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Al corpo di guardia principale, nel locale della guardia che controllava la strada d'ingresso che conduceva alla polveriera, c'era nella cassaforte, riservata all'ufficiale in servizio, una busta sigillata con ceralacca contenente le disposizioni d'emergenza da eseguire per comunicare in codice e in sicurezza anche con la sala Comando Operativa della 3ª Brigata Missili "Aquileia" sede di Portogruaro; solo l'ufficiale era autorizzato alla lettura delle disposizioni da attuare in base ai vari gradi di allarme in atto e solo lui conosceva la combinazione per l'apertura in segretezza della cassaforte, ufficiosamente si parlava di attivazione sistemi di lancio con doppia chiave, una in mano italiana e una americana, questa procedura era riservata a livelli di comando superiori e non conosciuti da tutti gli ufficiali.
 
Spesso d'inverno le temperature erano sotto i venti gradi e i fanti di guardia alle garitte, con elmetto, F.A.L., giubbotti antiproiettile, e dotati di scarponi con ghette in dotazione al corpo degli alpini, per potere meglio resistere al freddo e ad eventuali attacchi spezzavano i loro turni di guardia in cicli di trenta minuti, per poi darsi nuovamente il cambio. Nella caserma "Ruazzi" degli anni ottanta, né tra gli ufficiali, né tra i fanti, risultava esserci stata la presenza di soldati altoatesini a difesa del sito "Rigel".
 
Da un'analisi delle foto disponibili si vede chiaramente che dal 1982, con l'entrata in funzione delle nuove altane e l'esecuzione di altri lavori, fu rivoluzionato completamente il modus operandi difensivo e offensivo di tutto il sito "RIGEL" dandogli altre procedure operative da rispettare.