Politeismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etimologia: aggiunto riferimento a Filone d'Alessandria
Riga 4:
Nel politeismo può accadere che la pluralità delle divinità che lo rappresentano si riferiscano in forme di subordinazione a un'unica divinità, un ''[[numen]]'' dai superiori poteri diffusi negli elementi naturali e non necessariamente personificata in un dio preciso, come per esempio nel "padre degli dei"<ref>All'incirca nel 1360 a.C. il politeismo fu ricondotto dal faraone [[Amenophis IV]], detto Ekhnaton, all'unico culto del dio Aton, il cerchio solare fonte potente di ogni genere di vita (in Eline D. Lorenzen, ''King Tutankhamun’s Family and Demise'', in JAMA, vol. 303, nº 24, 23 giugno 2010, pp. 2471–2475.)</ref>
 
È infatti da tenere presente che «''Le pretese "tendenze monoteistiche" che si sono volute trovare in seno a varie religioni politeistiche — egizia, babilonese, assira, cinese, greca, ecc. — rappresentano tutt'al più uno pseudo-monoteismo, in quanto si riducono sia alla supremazia di una divinità sulle altre, sia all'assorbimento di varie divinità in una sola, ma sempre in modo che accanto alla divinità suprema ne sussistono altre (inferiori), e con ciò il politeismo non si può certo dire superato.''»<ref>"Monoteismo" (Enciclopedia italiana), su treccani.it.</ref>
 
Si tratta in questo caso dell'[[enoteismo]], una forma di culto intermedia tra politeismo e monoteismo, in cui è venerata in particolar modo una singola divinità, senza tuttavia negare l'esistenza di altri dei, di cui però di solito è sottolineata l'estraneità e/o l'inferiorità.