Maximilien de Robespierre: differenze tra le versioni

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=== Le origini (1758-1769) ===
[[File:Naissance Maximilien de Robespierre 1758.jpg|thumb|upright=0.9|L’atto di nascita di Maximilien Robespierre|sinistra]]
Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre<ref>Il vero nome originale della famiglia era "Derobespierre", cfr. Alberta Gnugnoli, ''Robespierre e il Terrore rivoluzionario'', pp. 1-18</ref> nacque ad [[Arras]] ([[Artois]]), nel nord della [[Francia]], alle due di notte del 6 maggio 1758,<ref>Le origini familiari accertate dal 1452 dei Robespierre sono analizzate da A. Lavoisne, in «Revue du nord», maggio 1914</ref> da una famiglia i cui ascendenti paterni esercitavano la professione notarile fin dal [[XVII secolo]] e appartenevano pertanto alla [[nobiltà di toga]]: il quadrisavolo Robert ([[1591]]-[[1663]]) fu notaio a [[Carvin]] e [[balivo]] di [[Oignies]], come il figlio omonimo ([[1627]]-[[1707]]); il bisnonno Martin ([[1664]]-[[1720]]) fu procuratore a Carvin ed ebbe quattordici figli. Di questi, il terzogenito Maximilien ([[1694]]-[[1762]]), dopo la morte del padre, si trasferì ad Arras, dove esercitò l’avvocatura, come il figlio François de Robespierre ([[1732]]-[[1777]]), che, il 2 gennaio [[1757]], sposò Jacqueline Marguerite CarrautCarrault ([[1735]]-[[1764]]), figlia di un birraio, già incinta di Maximilien, il futuro rivoluzionario.<ref>Sulla famiglia di Robespierre, cfr. anche {{Cita|Walter|pp. 13-14}}</ref>
 
La coppia ebbe altri quattro figli: [[Charlotte Robespierre|Marie-Marguerite-Charlotte]] ([[1760]]-[[1834]]), Henriette-Eulalie-Françoise ([[1761]]-[[1780]]) e [[Augustin Robespierre|Augustin-Bon-Joseph]] ([[1763]]-[[1794]]); un ultimo figlio visse il solo giorno della nascita, il 4 luglio [[1764]]. In conseguenza del parto, dieci giorni dopo, morì anche la madre e, se si deve credere alle memorie di Charlotte, il marito, caduto in depressione, avrebbe abbandonato i figli poco dopo.<ref>{{Cita|Robespierre C.|p. 14|RobespierreC}}.</ref> In effetti, si trovano ancora notizie della sua presenza ad Arras nel marzo [[1766]] e nell’ottobre [[1768]], ma due sue lettere, datate giugno [[1770]] e ottobre [[1771]], ci informano che egli viveva allora a [[Mannheim]], in [[Germania]]. Dopo un ritorno ad Arras, nella primavera del [[1772]], del padre si perdono le tracce,<ref>{{Cita|Walter|pp. 15-17}}.</ref> finché un atto d’inumazione, scoperto nel [[1958]], attesta che egli morì a [[Monaco di Baviera]] il 6 novembre [[1777]].<ref>Scoperto da Irmgard Hörl, l'atto, che lo qualifica come insegnante di lingue, è stato pubblicato negli ''Annales historiques de la Révolution française'', 1958, 2.</ref> Tuttavia, un'altra versione lo dà emigrato in [[America]].<ref>Albert Mathiez, ''Le père de Robespierre est-il mort en Amérique'', in «Annales révolutionnaires», 1924, che riporta la testimonianza dell'abate Proyart, il quale avrebbe conosciuto personalmente il padre del rivoluzionario.</ref>
 
Dopo la morte della madre, le due figlie furono accolte dalle zie paterne, che le mandarono in un convento di [[Tournai]], e i due figli furono allevati dal nonno materno, Jacques-François CarrautCarrault. Maximilien entrò nel [[1765]] nel collegio di Arras. La sorella Charlotte, nelle sue memorie, lo descrive come giovane serio e posato. Nel [[1769]], grazie al suo impegno e alla raccomandazione del canonico Aymé presso il vescovo di Arras, Louis-François de Conzié, Maximilien ottenne una borsa di studio di 450 lire annue dall’abbazia di Saint-Vaast e poté così entrare nel [[Lycée Louis-le-Grand|Collegio Louis-le-Grand]], a [[Parigi]].<ref>{{Cita|Walter|pp. 17-19 e 25}}: La borsa gli dava diritto a una camera con un letto, un tavolo e una sedia.</ref>
 
=== Gli studi (1769-1780) ===