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Terminato il festival restò da affrontare la questione dell'imminente scadenza dei contratti di Moritz de Hadeln e Ulrich Gregor. Se la conferma di quest'ultimo alla guida del Forum non venne messa in discussione, quella di de Hadeln non fu altrettanto scontata. L'indipendenza che aveva mantenuto nel prendere decisioni specifiche non aveva rafforzato la sua posizione nei confronti delle autorità e la sua reputazione era stata danneggiata dai ripetuti conflitti degli anni precedenti. Inoltre la [[Unione Cristiano-Democratica di Germania (Repubblica Democratica Tedesca)|CDU]] era salita al potere da poco a [[Bonn]] e de Hadeln si era già fatto dei nemici mostrando fuori concorso ''Krieg und Frieden'' e ''[[Das Gespenst]]'' di [[Herbert Achternbusch]]. Il [[Ministri dell'interno della Germania|ministro degli interni]] Friedrich Zimmermann si era personalmente opposto al film, dando un assaggio del clima politico inaugurato sotto la sua egida. Le speculazioni sul suo successore iniziarono a circolare sulla stampa e il nome più menzionato fu quello del produttore e distributore Theo Hinz, che smentì la notizia e dichiarò alla rivista ''tip'' che avrebbe continuato la sua attività nell'industria cinematografica e che non sarebbe stato disponibile. Le decise dichiarazioni di solidarietà a de Hadeln da parte dell'Associazione dei produttori cinematografici tedeschi e della Association of European Film Directors, il cui consiglio di amministrazione affermò che il festival era "sulla strada giusta", misero fine al dibattito. Il 13 giugno 1983 entrambi i contratti furono rinnovati per altri tre anni.
* 1984
Il conflitto iniziato nel 1983 tra la direzione del festival e il [[Ministri dell'interno della Germania|ministro degli interni]] Friedrich Zimmermann, che si era opposto alle sovvenzioni per ''[[Das Gespenst]]'' di [[Herbert Achternbusch]] e per il film collettivo ''[[Krieg und Frieden]]'', proseguì in questa edizione con un dibattito sulla nuova legge sul finanziamento dei film che sarebbe entrata in vigore il 1º marzo. I cineasti temevano una sistematica discriminazione nei confronti dei film artistici e politici e, in effetti, alcuni dei film tedeschi considerati più interessanti alla ''Berlinale'' del 1984 furono realizzati senza finanziamenti statali. Lo scontro politico-culturale interessò soprattutto il film fuori concorso ''[[Wanderkrebs]]'' di [[Herbert Achternbusch]] (che includeva un personaggio visto da alcuni come una caricatura del [[ministro presidente]] [[Bavaria|bavarese]] [[Franz Josef Strauß]]) e ''[[Meridian oder das Theater vom Frieden]]'' di [[Rüdiger Neumann]], incluso nel programma del Forum. Zimmermann non si mostrò disposto a finanziare opere che a suo parere non giovavano all'immagine della Germania e negò al secondo l'ultima parte della sovvenzione, accusando Neumann di aver trasformato in un'opera politica quello che aveva presentato alla commissione per i finanziamenti come «un documento geografico, antropologico ed emotivo». In realtà l'unica differenza riguardava un riferimento alle politiche sull'armamento nucleare di [[Ronald Reagan]] nei titoli di apertura e a molti parve chiaro che il rifiuto aveva motivazioni politiche. Sul ''[[Frankfurter Rundschau]]'', Wolfram Schütte descrisse il cinema d'autore tedesco come "in estremo pericolo".
L'attrice [[Melina Merkourī]], [[Ministero della cultura e dello sport (Grecia)|Ministro della cultura]] in [[Grecia]], partecipò come ospite al festival dove il marito, il regista [[Jules Dassin]], era membro della giuria. Oltre a recarsi a [[Berlino Est]] per una breve visita ufficiale, il 20 febbraio incontrò il suo connazionale Minas Kontos, sociologo detenuto nel carcere di [[Moabit]] per aver partecipato ai disordini scoppiati durante la visita di [[Ronald Reagan]] dell'estate 1982. La Merkourī, appoggiata da molti registi, attori e giornalisti presenti al festival, mise in atto una protesta nei confronti del [[sindaco di Berlino]] per il fatto che Kontos fosse in custodia da 20 mesi alla luce di accuse non dimostrate. In una conferenza stampa congiunta con il senatore per gli affari legali Hermann Oxfort, criticò severamente la magistratura di Berlino, ma questi respinse l'accusa che si trattasse di un arresto "politico".
La sera dell'inaugurazione, il nuovo sindaco berlinese [[Eberhard Diepgen]] assicurò che l'indipendenza del festival non avrebbe subito interferenze perché era «l'aria di cui una competizione artistica ha bisogno per vivere». La presenza dei due film fu confermata, tuttavia il tentativo del ministero di esercitare la sua influenza fu visto da molti come un grave pericolo per il futuro del cinema tedesco e alcuni degli addetti ai lavori accusarono il governo di limitare la libertà artistica e di usare la sua visione del mondo come metro di censura politica.
Con oltre 600 film proiettati in 12 giorni, la ''Berlinale'' del 1984 segnò il punto alto dal suo inizio quanto a dimensioni del programma, anche se la scelta di strutturare una tale offerta dividendola in sotto-sezioni, serie e programmi speciali non sempre trovò il favore dei commentatori.
Il film d'apertura fu ''[[Ballando ballando]]'' di [[Ettore Scola]], anche se il festival avrebbe dovuto essere inaugurato da ''[[L'addio]]'' di [[Ėlem Germanovič Klimov|Ėlem Klimov]]. La pellicola sovietica non fu però autorizzata per l'esportazione e solo tre anni dopo, quando la politica di [[Michail Gorbačëv]] determinò un cambiamento nel clima politico, fu mostrata a Berlino. Nel complesso, il programma del concorso ricevette l'apprezzamento della critica e oltre a quello di Scola si distinse per film come ''[[Piccola sporca guerra]]'' di [[Héctor Olivera]], ''[[Das Autogramm]]'' di [[Peter Lilienthal]], ''[[Les Voleurs de la nuit]]'' di [[Samuel Fuller]] (che fu duramente contestato dal pubblico) e ''[[Rapporti di classe]]'' di [[Straub e Huillet|Jean-Marie Straub e Danièle Huillet]].
Gli [[Stati Uniti]] furono rappresentati in maniera eterogenea: mentre ''[[Voglia di tenerezza]]'' di [[James L. Brooks]], proiettato fuori concorso, fu accolto come un elegante film hollywoodiano, [[John Cassavetes]] con ''[[Love Streams - Scia d'amore]]'' mostrò il lato intransigente e incorruttibile del cinema americano. L'assegnazione dell'[[Orso d'oro]] a quest'ultimo ricevette un'accoglienza mista da parte del pubblico e di alcuni degli addetti ai lavori, anche se su ''[[Die Zeit]]'' il giornalista Ulrich Greiner celebrò il film (l'ultimo interamente girato da Cassavetes) come «un lavoro radicale, disperato, eccentrico ma a volte davvero confortante». Gli altri premi furono accolti dagli applausi generali, in particolare il [[Orso d'argento, gran premio della giuria|Gran premio della giuria]] a ''Piccola sporca guerra'', mentre molti disapprovarono il fatto che a ''Das Autogramm'' non fosse stato assegnato nessun riconoscimento e che il film di Straub e Huillet avesse ricevuto solo una menzione d'onore.
Fuori concorso fu proiettata una copia di ''[[Nosferatu il vampiro]]'' di [[Friedrich Wilhelm Murnau|F.W. Murnau]] restaurata insieme alla fondazione Deutsche Kinemathek, con la musica originale suonata da un'orchestra allo [[Zoo Palast]]. La proiezione fu dedicata a [[Lotte Eisner]], storica del cinema, scrittrice e poetessa scomparsa pochi mesi prima, dopo aver supervisionato il restauro del film.
L'Info-Schau presentò diversi programmi tematici, tra cui quello sul nuovo cinema austriaco, una serie di film americani indipendenti e un "Panorama mediterraneo" con film provenienti da [[Israele]], [[Egitto]], [[Spagna]], [[Jugoslavia]] e altri paesi affacciati sul [[Mediterraneo]], per la prima volta raggruppati per costituire un "focus" geografico. Fu un'innovazione accolta positivamente dalla stampa, anche se la proiezione di ''[[Al-avokato]]'' del regista egiziano [[Raafat El-Mihi]], una farsa sulla corruzione delle autorità proibita in patria, destò lo sdegno di alcuni critici arabi che inviarono una lettera di protesta al presidente egiziano [[Hosni Mubarak]].
Il Forum estese il suo programma e quest'anno rivolse l'attenzione in particolare alla musica con film e documentari come il canadese ''[[Au pays de Zom]]'' di [[Gilles Groulx]], l'indiano ''[[Dhrupad]]'' di [[Mani Kaul]] o ''[[The Gold Diggers (film 1983)|The Gold Diggers]]'' dell'esordiente [[Sally Potter]], e soprattutto una selezione di film sul tango e il suo rapporto con la storia politica dell'Argentina. Molti furono anche i film della [[Germania Ovest]], tra cui gli apprezzati ''[[Dorian Gray im Spiegel der Boulevardpresse]]'' di [[Ulrike Ottinger]] e ''[[Der Schlaf der Vernunft]]'' di [[Ula Stöckl]], che il critico Wolfram Schütte accostò a ''[[Una vampata d'amore]]'' di [[Ingmar Bergman|Bergman]] e definì sul ''[[Frankfurter Rundschau]]'' «un autentico esempio di cinema che affronta profondamente le esperienze controverse nelle vite delle donne vissute consapevolmente». Oltre al programma dedicato al [[Nuovo cinema tedesco]], ci fu un omaggio alla serie ''Das kleine Fernsehspiel'', vero e proprio laboratorio artistico di [[ZDF]] che aveva lanciato giovani talenti cinematografici, e un programma incentrato sulle opere prime intitolato "Prospettive".
Nel Kinderfilmfest ci furono polemiche dopo la proiezione del film di apertura, lo statunitense ''[[Kidco]]'' diretto da [[Ronald F. Maxwell]]. Pur apprezzato dal giovane pubblico, il film suscitò la disapprovazione di molti osservatori che lo videro come una glorificazione dei valori [[Capitalismo|capitalisti]] e una propaganda dell'''[[American way|American way of life]]'' destinata ai bambini.
=== Gli anni novanta ===
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