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Nel Kinderfilmfest ci furono polemiche dopo la proiezione del film di apertura, lo statunitense ''[[Kidco]]'' diretto da [[Ronald F. Maxwell]]. Pur apprezzato dal giovane pubblico, il film suscitò la disapprovazione di molti osservatori che lo videro come una glorificazione dei valori [[Capitalismo|capitalisti]] e una propaganda dell'''[[American way|American way of life]]'' destinata ai bambini.
* 1985
Il 1985 fu un anno caratterizzato dagli sforzi di [[Moritz de Hadeln]] di espandere la ''Berlinale'' su vari fronti. Da tempo il direttore del festival era interessato a sviluppare stretti contatti con la scena cinematografica degli [[Stati Uniti]] e se il concorso stava diventando sempre più una piattaforma per le grandi produzioni americane, l'Info-Schau e il Forum internazionale del giovane cinema puntarono su film e documentari indipendenti e [[Cinema underground|underground]]. L'intenzione di de Hadeln di rafforzare la presenza americana fu confermata dalla retrospettiva dedicata agli [[effetti speciali]], che riscosse un enorme successo e offrì un nutrito numero di film tanto che iniziò una settimana prima dell'apertura del festival. Il programma della retrospettiva fu accompagnato da una mostra sul tema ideata dallo scrittore e [[Filmologia|filmologo]] Rolf Giesen e allestita dalla fondazione Deutsche Kinemathek, mentre la prevista installazione di un'enorme sagoma di [[King Kong]] sul tetto dell'[[Europa-Center]] non venne realizzata a causa della mancanza di fondi.
Sulla linea della spesso evocata "funzione mediatrice" di Berlino e della ''Berlinale'', de Hadeln espresse anche il desiderio di estendere il collegamento con l'[[Europa orientale]]: dopo il successo del Panorama mediterraneo dell'anno precedente, l'Info-Schau allestì un Panorama sul Mar Baltico che mostrò film da [[Polonia]], [[Unione Sovietica]], [[Paesi scandinavi]], [[Germania Est]] e [[Germania Ovest|Ovest]]. Allo stesso tempo la direzione lavorò per migliorare le relazioni con il [[Festival di Cannes]] e il cinema francese. La visita del [[Senato di Berlino|senatore berlinese]] Volker Hassemer a [[Cannes]] e la nomina dell'attore [[Jean Marais]] a presidente della giuria a [[Berlino]] furono interpretati come gesti che andavano in questa direzione.
Fu proprio il cinema transalpino ad attirare l'attenzione nel concorso di quest'anno con il poliziesco ''[[Pericolo nella dimora]]'' di [[Michel Deville]], ''[[Les Enfants (film 1985)|Les Enfants]]'' di [[Marguerite Duras]] (che oltre ad una menzione speciale della giuria si aggiudicò il Premio CIDALC e il Premio CICAE Art Cinema) e soprattutto ''[[Je vous salue, Marie]]'' di [[Jean-Luc Godard]], che in un momento di grande influenza politica sull'industria cinematografica ebbe le carte in regola per uno scandalo. Ci fu una certa apprensione da parte del ministero degli interni di [[Bonn]] riguardo all'invito del film che in Francia aveva causato le violente proteste dei circoli cattolici, in particolare dei [[Fraternità sacerdotale San Pio X|sostenitori del vescovo Lefebvre]] che lo avevano accusato di [[Leggi sulla blasfemia|blasfemia]] e avevano tentato di impedirne la proiezione pubblica. A Berlino le polemiche furono molto meno accese e il film fu accolto positivamente, aggiudicandosi il premio INTERFILM e una menzione d'onore dall'Organisation Catholique Internationale du Cinéma. Sul quotidiano ''[[La Stampa]]'', la giornalista e critica [[Lietta Tornabuoni]] scrisse: «''Je vous salue, Marie'' non suscita proteste né violenze, nulla di paragonabile all'ira sdegnata e al fallito tentativo di sequestro giudiziario che il film ha provocato tra alcuni gruppi cattolici francesi».
Nell'Info-Schau, [[Manfred Salzgeber]] rivolse l'enfasi tematica alle sottoculture urbane e soprattutto alla scena underground americana, un orientamento che avrebbe modellato considerevolmente anche il profilo della sezione "Panorama" dell'anno successivo. Tra i numerosi esempi ci furono i documentari ''[[Gringo (film 1985)|Gringo]]'' di [[Lech Kowalski]] e ''[[Before Stonewall]]'' di [[Greta Schiller]] e [[Robert Rosenberg]], che affrontavano rispettivamente le storie dei tossicodipendenti del [[Lower East Side]] di [[New York]] e il movimento americano per i diritti degli omosessuali, la ''[[Umorismo nero|black comedy]]'' ''[[Screamplay]]'' di [[Rufus Butler Seder]], ''[[America and Lewis Hine]]'' di [[Nina Rosenblum]] sul pioniere della fotografia sociale [[Lewis Hine]], e ''[[It Don't Pay to Be an Honest Citizen]]'' di [[Jacob Burckhardt (regista)|Jacob Burckhardt]], thriller ironico con [[William Burroughs]] e [[Allen Ginsberg]] come protagonisti.
Il Forum confermò il suo interesse per i temi politici con il documentario ''[[The Times of Harvey Milk]]'' di [[Rob Epstein]], che ripercorreva la vita e la carriera dell'attivista e politico statunitense assassinato nel 1978, e ''[[Secret Honor]]'' di [[Robert Altman]], racconto immaginario in cui [[Richard Nixon]] (interpretato da [[Philip Baker Hall]]) ripercorreva la propria esistenza attraverso un lungo monologo. Anche il cinema tedesco tentò di fare i conti con il proprio passato con il documentario in tre parti ''[[Der Prozeß. Eine Darstellung des Majdanek-Verfahrens in Düsseldorf]]'', in cui il regista [[Eberhard Fechner]] ricostruì il terzo dei cosiddetti "[[Campo di concentramento di Majdanek#I tre processi: Lublino, in 7 città polacche e a Düsseldorf|Processi di Majdanek]]" celebrato in Germania dal 1975 al 1981,<ref name="berlinale.1985"/> e il documentario ''[[Notre nazi]]'' di [[Robert Kramer]], girato durante le riprese di ''[[Wundkanal]]'' di [[Thomas Harlan]] a sua volta incluso nel programma.
=== Gli anni novanta ===
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