Obsolescenza programmata: differenze tra le versioni

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==Critiche==
Il fenomeno è stato spesso oggetto di critiche, anche se in toni variabili.
 
{{Citazione|Tutti i nostri prodotti sono adulterati per facilitarne il logoramento e abbreviarne l’esistenza. La nostra epoca sarà chiamata l’''età della falsificazione'', proprio come le prime epoche dell’umanità sono state chiamate ''età della pietra, età del bronzo'', dal carattere della loro produzione. C’è chi accusa di frode i nostri pii industriali, quando in realtà l’intento che li anima è di dare lavoro agli operai, che non sanno rassegnarsi a vivere con le braccia incrociate. Queste falsificazioni, che hanno come unico movente un sentimento umanitario ma procurano superbi profitti agli imprenditori che le praticano, se sono disastrose per la qualità delle merci, se sono una fonte inesauribile di spreco del lavoro umano, testimoniano la filantropica ingegnosità dei borghesi e l’orribile perversione degli operai che, per appagare il loro vizio del lavoro, obbligano gli industriali a soffocare le proteste della loro coscienza e perfino a violare le leggi dell’onestà commerciale. |[[Paul Lafargue]], ''[[Il diritto alla pigrizia]]'', III. Che cosa segue alla sovrapproduzione}}
Nel [[cinema]] degli [[anni 1950|anni cinquanta]] compaiono delle critiche all'obsolescenza pianificata. Nella [[Film commedia|commedia]] ''[[Lo scandalo del vestito bianco]]'', il protagonista è uno scienziato che crea uno straordinario tessuto, indistruttibile e impossibile da sporcare, però gli industriali per cui lavora gli si oppongono e cercano di costringerlo a distruggere la fibra, perché i vestiti impossibili da sciupare avrebbero verosimilmente determinato il crollo dell'industria tessile<ref>{{cita libro |Matteo |Merzagora |Scienza da vedere |2006 |Alpha Test|url=http://books.google.it/books?id=3DtnrDHILEQC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false |accesso=23 aprile 2013 |pp=264, 265 }}</ref>. Nello stesso anno esce nelle sale il film ''[[Morte di un commesso viaggiatore (film 1951)|Morte di un commesso viaggiatore]]'', tratto dall'[[Morte di un commesso viaggiatore|omonima opera teatrale]] di [[Arthur Miller]]. Nel film [[Fredric March]], nel ruolo del protagonista, ha occasione di affermare furioso<ref name=RAI/>:
{{citazione|Per una volta vorrei possedere qualcosa interamente prima che si rompa. Faccio sempre a gara con lo sfasciacarrozze, finisco di pagare l'auto ed è già agli ultimi colpi! Il frigorifero consuma le cinghie come un dannato maniaco! Queste cose le programmano: quando hai finito di pagarle sono già consumate!}}
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La compagnia statunitense [[Apple]] venne per esempio citata in giudizio nel 2003 con una [[class action]], a causa della durata delle batterie dell'[[iPod]], che secondo l'accusa erano volutamente programmate con una breve vita così da costringere il consumatore a comprare un nuovo modello di iPod dopo un limitato periodo di uso, stimato intorno ai 18 mesi. Inoltre l'Azienda in origine non offriva sul mercato le batterie di ricambio<ref>{{cita web|http://punto-informatico.it/427407/PI/News/piccolo-segreto-dell-ipod.aspx |Il piccolo segreto dell'iPod |data=12 febbraio 2004 |editore=[[Punto Informatico]] |28 aprile 2013}}</ref><ref>[https://www.golem.de/0402/29695.html golem]</ref><ref>[http://www.diedenker.org/inhalte/viewtopic.php?t=1358 diedenker]</ref>. La Apple ha accettato di offrire rimborsi ai clienti che riscontravano batterie difettose e anche di pagare le spese legali dei denunciatari, senza tuttavia ammettere responsabilità di reato<ref>{{cita news|A.A.V.V. |http://appleinsider.com/articles/05/08/26/judge_approves_settlement_in_ipod_class_action_suit |Judge approves settlement in iPod class action suit |Apple Insider |26 agosto 2005 |23 luglio 2013 |en}}</ref>.
 
Secondo [[Paul Lafargue]],
 
{{Citazione|Tuttitutti i nostri prodotti sono adulterati per facilitarne il logoramento e abbreviarne l’esistenza. La nostra epoca sarà chiamata l’''età della falsificazione'', proprio come le prime epoche dell’umanità sono state chiamate ''età della pietra, età del bronzo'', dal carattere della loro produzione. C’è chi accusa di frode i nostri pii industriali, quando in realtà l’intento che li anima è di dare lavoro agli operai, che non sanno rassegnarsi a vivere con le braccia incrociate. Queste falsificazioni, che hanno come unico movente un sentimento umanitario ma procurano superbi profitti agli imprenditori che le praticano, se sono disastrose per la qualità delle merci, se sono una fonte inesauribile di spreco del lavoro umano, testimoniano la filantropica ingegnosità dei borghesi e l’orribile perversione degli operai che, per appagare il loro vizio del lavoro, obbligano gli industriali a soffocare le proteste della loro coscienza e perfino a violare le leggi dell’onestà commerciale. |[[Paul Lafargue]], ''[[Il diritto alla pigrizia]]'', III. Che cosa segue alla sovrapproduzione}}
 
D'altro canto, [[Werner Scholz]], direttore dell'associazione tedesca dei costruttori di elettrodomestici, ha espresso dubbi sulla lungimiranza dell'obsolescenza pianificata come politica aziendale, dato che, dopo aver comprato un prodotto scadente, il cliente probabilmente acquisterà da un altro produttore<ref>{{cita news|Ilaria Orrù |http://gadget.wired.it/news/elettrodomestici/2013/03/21/elettrodomestici-obsolescenza-programmata-672658.html |Elettrodomestici, se riparare costa più che cambiare |data=21 marzo 2013 |pubblicazione=[[Wired]] |accesso=26 aprile 2013}}</ref>. Di qui la necessità, per il produttore, di raggiungere accordi segreti con altre aziende come nel caso del [[cartello Phoebus]].