Abbasso la ricchezza!: differenze tra le versioni

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Da parte della stampa cattolica si rimproverò la censura di non essere stata abbastanza rigida nei confronti di questo film<ref>Mino Argentieri, ''Governo, Parlamento e Chiesa di fronte al cinema'' in ''Storia del cinema italiano'', cit. in bibliografia, p.426.</ref>, mentre in altri casi esso fu sbrigativamente liquidato come «una storia di borsari neri, infarcita di parole volgari, banale la vicenda, modesta l'interpretazione<ref>''La Stampa'', articolo di "vice", 2 gennaio 1947.</ref>». Secondo [[Alberto Moravia|Moravia]], qui nella veste di critico cinematografico, «Righelli fa del suo meglio, ma il meglio di Righelli non è molto<ref>''Libera stampa'' 22 gennaio 1947.</ref>».
 
Con il tempo queste critiche sono state in parte riviste, ritenendo che «su questo secondo prodotto [i critici] si accaniscono in modo che appare oggi decisamente eccessivo<ref name=gremese/>», mentre il film appare «una commedia disincantata ed ironica dove il facile populismo della trama viene riscattato da una interpretazione superlativa di Anna Magnani, volgare ed insieme






vitalissima nel suo ruolo di nuova ricca<ref name=mereghetti/>».
 
I pessimi giudizi dei commentatori dell'epoca non incisero sull'esito economico del film. ''Abbasso la ricchezza!'' risulta infatti aver raggiunto un incasso di circa 102 milioni di [[Lira italiana|lire]] del tempo<ref>Roberto Chiti e Roberto Poppi,''Dizionario del Cinema Italiano - vol.II (1945-1959)'', Roma, Gremese, 1991</ref>, e questo lo portò a risultare uno dei primi 10 film - quanto ad introito - della produzione italiana nella stagione 1946 - 47<ref>Cfr. Callisto Cosulich, ''La battaglia delle cifre'' in ''Cinema nuovo'', n.98 del 12 aprile 1957.</ref>.