Alla sera: differenze tra le versioni

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L’immagine dello scendere della Voluttà trova un riscontro preciso nello scendere della sera, anzi il frammento permette di approfondire il carattere religioso di “sempre scendi invocata”. Già era comune nella tradizione letteraria l’idea dello “scendere” collegata a quella del piacere, ma in questo caso la novità consiste nel fatto che la Voluttà alla quale è associata l’idea dello scendere è considerata esplicitamente come una “divinità” ed è oggetto di invocazione: la dimensione religiosa è dunque prevalente. Ma il “sempre […] invocata” di ''Alla Sera'' può anche confrontarsi con l’invocazione alla luna nell’''Ortis'': “Ti ho sempre salutata mentre apparivi a consolare la muta solitudine della terra” (271).
 
Il sonetto ''Alla Sera'', per concludere, può considerarsi più maturo del frammento alla Voluttà: nella bozza poetica infatti l’invocazione è affidata ad Epicuro e si svolge dunque nel passato, mentre nel sonetto l’invocazione è del poeta stesso e lo scendere della sera è interiorizzato, riproducendo il ritmo stesso dell’esistere quotidiano.<ref>{{Cita libro|autore=Vincenzo Di Benedetto|titolo=Lo scrittoio di Ugo Foscolo|edizione=Giulio Einaudi Einaudij
editore|data=1990|città=Torino|pp=93-96|capitolo=Un testo poetico inedito|ISBN=88-06-11714-9}}</ref>
 
== Analisi del testo ==