D'Isernia: differenze tra le versioni

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== Origini della famiglia ==
Bisogna ricordare che esistono notizie contrastanti riguardo il luogo di nascita del Grande Andrea d'Isernia<ref name=":1">L'aggettivo Grande è attribuito ad Andrea d'Isernia per distinguerlo da suo nipote, omonimo del nonno e figlio di Roberto d'Isernia. Per maggiori dettagli si consiglia di vedere i "Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Volume 3, "Della Famiglia D'Isernia e Corvo"</ref> che: secondo Camillo Salerno nella sua prefazione alle "''Consuetudini di Napoli''" (del [[1588]]) sarebbe nato ad [[Isernia]] dalla nobile famiglia ''de' Rampini''; mentre secondo quanto riportato dal Dottor Fabrizio Pinto nel libro "''Salerno assediato da Francesi''" (basato sul diario dell'assedio del [[1648]]) Andrea sarebbe nato a [[Salerno]].<ref name=":2" /><blockquote>''<small>«</small>Si disse questo primiero Andrea d’Isernia della Patria, come era in costume de’ Letterati, e Giuriscosulti più famosi di quei tempi; e Camillo Salerno nella prefatione, che fè alle consuetudini di Napoli, volse, '''che questo Andrea fosse nato in Isernia della nobil famiglia de’ Rampini; e di ciò haverne ritrovato, e veduto molte scritture sottoscritte di propria mano di esso Andrea, nelle quali si cognominava de Rampinis''', alcune delle quali se ne ritrovavano in un certo Monasterio di Monache in Isernia, e che un altro Instrumento haveva appresso di se Gio: Angelo Pisanello, quel così celebrato Dottore, & Avocato insigne de’ suoi tempi; e lo stesso Salerno riferisce, che l’arme della Famiglia de’ Rampinis, della quale era propriamente Andrea, erano un Compasso disteso, ne’ lati del quale, e di sopra, erano compartite tre rose, come egli stesso dice haverle vedute nella casa di esso Andrea, che ancor in piedi si conservava in Isernia, vicino la Chiesa di S. Maria dell’Annuntiata; [...]<small>»</small>''<ref>1</ref>
 
<small>Citazione tratta da: "''Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis''", Parte Terza, pagina 116, Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sulla prefazione ''alle Consuetud. Di Napoli'' di Camillo Salerno, così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis.</small></blockquote>