Matteo Bandello: differenze tra le versioni

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|Attività2 = scrittore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = del [[XVI secolo|Cinquecento]]. Da alcuni studiosi è considerato il più importante [[novella|novelliere]] del [[Rinascimento]]<ref>[https://dizionaripiu.zanichelli.it/biblioteca-italiana/matteo-bandello-novelle-2/ Bandello Matteo, Novelle 2.]</ref>
|PostNazionalità = del [[XVI secolo|Cinquecento]]
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[[File:Château de Bazens -1.JPG|thumb|[[Castello di Bazens]]]]
 
== Biografia ==
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=== In convento a Milano ===
[[File:Grazie, Milano 10.jpg|thumb|[[Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Milano)]]]]
A dodici anni, nel [[1497]], Matteo era a [[Milano]] ed entrava nel convento [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]] retto dallo zio Vincenzo. Qui vide il grande [[Leonardo da Vinci|Leonardo]] dipingere sulla parete del refettorio [[L'ultima cena (Leonardo)|l'ultima cena]]:<ref>Matteo Bandello, ''Novelle'', I, LVIII.</ref>
{{Citazione|Soleva [...] andar la mattina a buon'ora a montar sul ponte, perché il Cenacolo è alquanto da terra alto; soleva, dico, dal nascente sole sino a l'imbrunita sera non levarsi mai il pennello di mano, ma scordatosi il mangiare e il bere, di continovo dipingere. Se ne sarebbe poi stato dui, tre e quattro dì che non v'avrebbe messa mano e tuttavia dimorava talora una o due ore del giorno e solamente contemplava, considerava ed essaminando tra sé, le sue figure giudicava. L'ho anco veduto secondo che il capriccio o ghiribizzo lo toccava, partirsi da mezzo giorno, quando il sole è in lione, da Corte vecchia ove quel stupendo cavallo di terra componeva, e venirsene dritto a le Grazie ed asceso sul ponte pigliar il pennello ed una o due pennellate dar ad una di quelle figure, e di solito partirsi e andar altrove.|Matteo Bandello, ''Novella LVIII''}}
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Qui soggiornò dal 1538 al [[1541]], con il [[condottiero]] [[Cesare Fregoso]] suo protettore, [[Costanza Rangoni]] e i loro figli, alla sfarzosa corte del [[Marchesato di Castel Goffredo|marchese]] [[Aloisio Gonzaga]], di cui divenne segretario e dove incontrò [[Lucrezia Gonzaga]], che divenne sua discepola<ref name="ReferenceA"/><ref>{{cita web|url=http://www.matteobandello.it/MatteoBandello/bio.html|titolo=Centro Studi Matteo Bandello e la Cultura Rinascimentale|3=|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110719055733/http://www.matteobandello.it/MatteoBandello/bio.html|dataarchivio=19 luglio 2011}}</ref> e per la quale scrisse ''I canti XI, poema in ottave in lode di Lucrezia Gonzaga di Gazzuolo''<ref>[http://www.iperteca.it/download.php?id=191 ''I canti XI, poema in ottave in lode di Lucrezia Gonzaga di Gazzuolo''.]</ref>. Il Bandello fu in contatto epistolare con la [[Re di Navarra|regina di Navarra]] [[Margherita d'Angoulême]]. Mentre il poeta si trovava a Castel Goffredo, scrisse a Margherita una lettera, datata 20 luglio [[1538]], dedicandole la traduzione dell'[[Ecuba (Euripide)|Ecuba]] di [[Euripide]]<ref name="ReferenceA"/>.
[[File:Château de Bazens -1.JPG|thumb|[[Castello di Bazens]]]]
 
=== Ultimi anni di vita e morte ===